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Ecco come Sator di Arpe stritola la gestione Ainio-Jovane di ePrice

Ecco cosa rimprovera Matteo Arpe a Paolo Ainio e Scott Jovane nella gestione di ePrice

Dopo la quiete, la tempesta. Dopo un raggio di sole in Borsa, dovuto all’accordo con Carrefour per la fornitura e il supporto di grandi elettrodomestici nei 50 ipermercati dislocati sul territorio italiano, si prospettano giorni di burrasca in casa ePrice. Meglio, un giorno: il 16 aprile 2019.

In occasione dell’assemblea ordinaria, il fondo Sator, lanciato dal banchiere Matteo Arpe, che tramite Arepo BZ controlla il 20,85% del capitale sociale di ePrice (è secondo azionista), porterà a votazione l’elezione di un nuovo board. I numeri dell’attuale gestione, secondo quanto si legge nel documento (qui il link) che motiva la decisione di Sator, infatti, sono decisamente negativi. Andiamo per gradi.

I NUMERI DI E-PRICE

Dall’Ipo, avvenuta nel 2015, ePrice ha perso l’80% del suo valore (da 6,75 euro a 1,40 euro) e ha bruciato oltre 130 milioni di euro.

Nonostante la società abbia venduto la divisione moda (Saldi privati) per proventi pari a 100 milioni di euro, a fine 2018 la posizione finanziaria netta era positiva per soli 7 milioni di euro.

5 PIANI IN 7 ANNI

Dal 2012, anno dell’investimento di Sator, ePrice ha approvato 5 piani aziendali che non hanno mai raggiunto gli obiettivi di Ebitda. Nel 2018, il calo del margine operativo lordo è stato pari a 9,9 milioni di euro, il doppio del budget della società 4,4 milioni di euro.

TROPPA CONCORRENZA

ePrice, in base a quanto si apprende dal documento presentato da Arepo, ha fatto molto peggio rispetto ai suoi concorrenti, quali Aoworld, Verkkokauppa, Dixon Carphone, Fnac Darty, Unieuro e Cecnomy.

Negli ultimi tre anni, i principali concorrenti quotati hanno mostrato una maggiore crescita delle vendite e della redditività, rispetto ad ePrice. I negozi online hanno registrato una crescita a doppia cifra (> 15% in media) delle vendite, contro un fatturato in sensibile calo di ePrice, e un margine EBITDA medio del 5%, contro un -6% di ePrice. Nello stesso periodo, i rivenditori tradizionali, che hanno attuato strategie di vendita omnicanale, hanno registrato una crescita a una cifra (4% in media) di vendite con un margine EBITDA medio del 5%.

CATTIVA GESTIONE

Nonostante i numeri negativi e mentre l’EBITDA scendeva al minimo storico, denuncia Matteo Arpe, sono sempre stati concessi i pagamenti bonus al top management. Il presidente e attuale ceo Paolo Anio (primo azionista) e l’ex ad Pietro Scott Jovane hanno incassato 4 milioni di euro in 5 anni.

LA LISTA CANDIDATA DA SATOR

Matteo Arpe chiede, quindi, “discontinuità strategica” e propone una propria lista di candidati al consiglio di amministrazione: Moshe Sade Barr, indicato come potenziale presidente, Francesca Sabatini, Francesca Luchi, Serenella Rossano, Giorgio Gabrielli, Mariano Carozzi e Giacomo Garbuglia (qui i dettagli e i cv dei candidati).

LA NUOVA STRATEGIA

Il nuovo board si proporrà di verificare, nell’immediato, i prezzi dei fornitori facendo particolare attenzione alle spese; si propone una crescita dei ricavi organici attraverso nuove strategie pubblicitarie e partnership con rivenditori fisici.

UN COMITATO STRATEGICO

Arpe propone la nascita di un comitato strategico che studi la via giusta per una “strategia di transizione” che trasformi l’azienda nel giro di 12-18 mesi.

COSA CAMBIA PER UTENTE?

In pratica, l’utente ePrice avrà a che fare con una nuova piattaforma in cui ci saranno pochi prodotti per categoria, con proposte “no-brand” a margini più elevati di guadagno. La gestione degli uomini di Arpe proporrà buoni sconto per i futuri acquisti e non la restituzione del prodotto per problemi di imballaggio e imperfezioni estetiche

SCONTRI IN VISTA

I candidati proposti da Matteo Arpe dovranno scontrarsi con la lista manageriale che verrà proposta dal primo azionista Paolo Ainio, attuale ad del gruppo ed ex numero uno di Banzai. La lista, ovviamente, non è stata condivisa con il socio.

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