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Sace, ecco come va Garanzia Italia

Che cosa è emerso dall'audizione dell'amministratore delegato di Sace, Latini, in Parlamento su Garanzia Italia.

 

Garanzia Italia nel biennio 2020-2021 ha erogato non più di 30 miliardi di euro, soprattuto alle grandi e medie aziende. E’ il dato emerso dall’audizione dell’amministratore delegato di Sace Pierfrancesco Latini alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Insieme all’amministratore delegato erano presenti anche Alessandra Ricci, responsabile del programma Garanzia Italia e Green New Deal di Sace e Simonetta Acri, chief Mid market officer di Sace.

Lo strumento Garanzia Italia

Il decreto liquidità, emanato lo scorso 8 aprile 2020, è la fonte normativa su cui si basa Garanzia Italia, uno strumento grazie al quale la società statale Sace presieduta da Rodolfo Errore può fornire garanzie contro garantite dallo Stato su finanziamenti bancari. Inizialmente il plafond di riferimento era di 200 miliardi, “riferiti a uno scenario limite, in cui tutto il portafogli bancario avesse bisogno di una controgaranzia dello Stato”, ha sottolineato Latini.  Sono stati utilizzati solo 30 miliardi di euro, circa il 15,18% dello strumento. Garanzia Italia “si rivolge a tutte le imprese, PMI e grandi imprese, il legislatore aveva previsto una priorità per le piccole e medie imprese, per quelle fino a 499 dipendenti e un fatturato pari a 50 milioni di euro”. L’impianto della misura prevede garanzie tra il 70 e il 90% in funzione dell’impresa, “la durata è di massimo 6 anni, dal 2021 è stato previsto un allungamento a 8 anni così come la durata della fase di preammortamento col pagamento della sola quota interesse, all’inizio era di 24 mesi poi è stata estesa a 36 mesi dall’inizio del 2021. L’importo del prestito arriva a non oltre il 25% di fatturato, quindi una misura di 3 mesi di fatturato perso dalle aziende oppure il doppio della spesa salariale annuale”, spiega Latini. La finalità degli investimenti è diretta alle spese per il personale e a investimenti in working capital inclusi pertanto i pagamenti dei crediti verso fornitori.

Le richieste della procedura ordinaria: 18 operazioni per un totale di 10 miliardi di euro 

“Per la procedura ordinaria abbiamo 18 operazioni per un totale di 10 miliardi tutte operazione relative a garanzie su nuovi finanziamenti, non ci sono sostituzioni di garanzie già concesse – ha sottolineato Latini nella sua relazione -. Abbiamo indicato le condizioni di riferimento di questa operatività: un tasso di finanziamento medio dell’1,85% un costo medio della garanzia dello 0,74%, un range di finanziamento che va da 20 milioni ai 6,3 miliardi dell’operazione più rilevante e una durata dai 9 mesi ai 6 anni”. Queste operazioni sono state realizzate dalle banche più grandi. “Le banche agenti di queste operazioni sono le più rilevanti del paese non solo Unicredit e Intesa San Paolo”, ha detto Latini. “Le imprese beneficiarie sono 17, una ha avuto un allungamento della durata dell’operazione originaria – ha continuato l’amministratore delegato di Sace -. Stiamo parlando di imprese rappresentative del sistema industriale italiano, non solo l’automotive ma anche il metallurgico, il chimico, il navale, servizi di ristorazione, all’ingrosso e al dettaglio. Settori che hanno ritenuto della crisi e che rappresentano settori strategici per l’Italia. L’elemento importante che vorrei sottolineare p che intervenendo su questi operatori noi siamo intervenuti anche su tutta la filiera produttiva di riferimento”.

Procedura semplificata: 3800 operazioni e 20 miliardi di finanziamenti

Le procedure semplificate si riferiscono a finanziamenti fino a 365 milioni di euro. “Sulla procedura semplificata le richieste sono circa 3800 per circa 20 miliardi. Il 97% delle garanzie si riferisce a finanziamenti, solo il 3% a quelle forme tecniche che abbiamo introdotto successivamente – ha spiegato Latini -. Il tasso di finanziamento medio è dell’1,75% con un costo medio anni dell’1,01% e finanziamenti garantiti dai 4mila ai 365milioni di euro per importo. La durata è da due a otto anni. Gli istituti finanziari ai quali abbiamo fatto riferimento sono istituti abilitati all’esercizio del credito in Italia e inseriti in appositi albi o sezioni, registri tenuti dalla banca d’Italia. Le banche agenti sono state circa 60 e le banche più attive sono i tre gruppi più importanti: Intesa San Paolo, Unicredit e il Gruppo BPN”.

Garanzia Italia: poco utilizzato dalle PMI

Le imprese beneficiarie della procedura semplificata sono state 1899. “La partecipazione a Garanzia Italia delle PMI è estremamente limitato e residuale pur rappresentando per numero il 20% dei beneficiari, il 50% è rappresentato da mid-corporate e il 30% da grandi imprese. Il peso di medie e grandi imprese nel nostro caso è estremamente più rilevante. I settori riflettono la distribuzione settoriale del nostro tessuto produttivo, sono molto diversificati dalla telecomunicazione, all’informatica, alla ristorazione, turismo, l’agroalimentare, l’industria metallurgica, Si tratta di quei settori che hanno risentito di più, direttamente o indirettamente, della chiusura delle attività o delle restrizioni alla mobilità”.

La ripartizione geografica

La ripartizione geografica rispecchia la distribuzione geografica delle medie e grandi imprese sul territorio nazionale. “Il 65% delle richieste è arrivato dal nord Italia, il 23% dal centro e il 12% dal Sud e dalle Isole – dice l’AD Latini -. È la fotografia del nostro tessuto imprenditoriale con l’applicazione di uno strumento emergenziale che non avendo una natura di politica industriale strutturale non poteva che rispecchiare la distribuzione del tessuto imprenditoriale italiano”.

L’andamento dei finanziamenti nel biennio 2020-2021

L’utilizzo dello strumento è andato scemando nel corso del biennio 2020-2021. “Lo strumento ha avuto un picco di utilizzo dopo la conversione del decreto liquidità nel giugno del 2020 fino alla scadenza tecnica della fine dell’anno.  Sono stati richiesti circa 20 miliardi di utilizzi dello strumento – ha aggiunto l’ad Latini -. Nel 2021 l’utilizzo dello strumento è andato scemando, alla fine dell’anno chiuderemo con un utilizzo di circa 10 miliardi, quindi dimezzato”. Le prospettive per il prossimo semestre non sono definite. “Nel prossimo semestre non abbiamo aspettative specifiche – dice Latini -. Quello che ci aspettiamo è che continuerà un utilizzo di questo strumento per le aziende che hanno più risentito la crisi nel 2020 e che non hanno ancora beneficiato della fase di ripresa”.

La proroga di Garanzia Italia al giugno 2022

Garanzia Italia dovrebbe terminare il 31 dicembre del 2021. “Tuttavia nella legge di Bilancio del 2021 è prevista una proroga dello strumento al prossimo semestre – aggiunge Latini -, perciò fino al 30 giugno 2022 in linea con la proroga del temporary framework europeo”.

“Garanzia Italia ha mirato bene”

Garanzia Italia di Sace ha saputo individuare bene le aziende da finanziare.  “Garanzia Italia è uno strumento emergenziale che ha mirato bene: sono state escluse a priori le imprese che avevano patologie prima della pandemia e l’onerosità della garanzia ha evitato l’accesso allo strumento da parte delle imprese in grado di andare sul mercato dei capitali senza problemi per approvvigionarsi” quindi a condizioni meno onerose – ha detto l’AD Latini. Sace, ha spiegato Latini, non ha avuto un potere decisionale sull’onerosità della garanzia. “Le condizioni erano definite dal temporary framework della Ue, con una tabella dallo 0,25% al 3,5% a seconda della grandezza dell’azienda e “noi non abbiamo avuto capacità di intervento diretto sull’entità di questa remunerazione”.

Pochi i crediti deteriorati

Il miglioramento della congiuntura economica italiana sta facendo arrivare i primi rimborsi dei prestiti sottostanti a Garanzia Italia. I crediti deteriorati legati allo strumento di Sace, dice Pierfrancesco Latin, si contano sulle dita di una mano. “Sono cinque e per importi limitati rispetto al totale”, Sace aggiunge ancora Latini, non ha fatto ricorso al risparmio postale di Cdp perché non ne ha bisogno, “Innanzitutto non siamo più sotto la direzione e il coordinamento di Cdp pur facendo ancora parte del gruppo e poi non abbiamo bisogno di liquidità, prima riceviamo i premi e poi eventualmente paghiamo i sinistri”.

Seduta segreta sui 500 miliardi per le trivelle

Latini ha voluto rispondere in seduta segreta alla domanda del deputato Maurizio Felice D’Ettore su un progetto di finanziamento delle operazioni di trivellazioni nell’Artico, operazione che Sace avrebbe garantito per 500 milioni di euro. “L’operazione non è conclusa, è in fase di valutazione”, ha chiosato il numero uno di Sace chiedendo di andare in seduta segreta durata circa 5 minuti.

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