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Russia Mercati

Russia-Ucraina, ecco come i mercati stanno reagendo

Che cosa succederà ai mercati con la guerra della Russia in Ucraina. L'analisi di Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm

 

Unione europea e Stati Uniti d’America, nella serata del 24, hanno deciso di imporre diverse sanzioni per colpire l’economia e la tecnologia russa (leggi anche: Perché nessuno salverà davvero l’Ucraina). “La Russia non avrà più accesso ai mercati finanziari più importanti, prendiamo in considerazione il 70% del mercato russo”, spiega il presidente della Commissione Europea, Ursula von Der Leyen, al termine del vertice europeo straordinario convocato oggi per discutere delle sanzioni contro Mosca. “Cercheremo di erodere le basi dell’economia” e di “diminuire le riserve dei ricchi russi che non potranno più mettere il loro denaro nei paradisi fiscali”, aggiunge.

Tra le sanzioni lo stop “alla fornitura di parti di ricambio per gli aerei: i tre quarti della flotta aerea russa sono stati costruiti in Canada”, conclude. Il pacchetto contro la patria di Putin include dunque misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, il blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti nel Paese e lo stop di nuovi depositi bancari verso istituti di credito dell’Ue. Sanzioni sono state intraprese anche contro il settore dell’energia e quello dei trasporti. L’Ue ha anche imposto misure per il controllo delle esportazioni e la sospensione degli accordi, dei visti, dei passaporti diplomatici e di servizio russi.

Per quanto riguarda gli Usa: “Limiteremo ciò che può essere esportato verso il Paese”, “costituiamo una coalizione di partner che rappresentano più della metà dell’economia mondiale e limiteremo le capacità della Russia di lavorare con i dollari, gli yen, gli euro”, ha spiegato il Presidente Joe Biden in conferenza stampa. Ma non solo, perché Washington ha anche imposto sanzioni contro le banche russe che insieme detengono circa un trilione di dollari di attività. “Stiamo anche bloccando altre quattro grandi banche. Ciò significa che ogni asset che hanno in America sarà congelato”. Da ricordare il fatto che le banche, tra cui la VTB, la seconda banca più grande del Paese, non fossero state incluse nella prima tranche di sanzioni.

LA REAZIONE DEI MERCATI ALLE SANZIONI ALLA RUSSIA

Il 25 febbraio le Borse europee sono in rialzo, sulla scia dei listini asiatici, dopo il tonfo ieri causato dall’invasione della Russia in Ucraina. Ricordiamo, infatti, che giovedì i mercati europei sono calati fino ad un 5%, anche a causa delle preoccupazioni per le esposizioni delle banche dell’Eurozona. Interessante invece notare come i mercati Usa abbiano retto bene, con il FTSE100 e il Nasdaq ha addirittura chiuso in positivo.

L’indice russo è crollato del 50%, anche a causa del deprezzamento del Rublo, che ha raggiunto i minimi storici. Anche i mercati emergenti sono andati male nel momento di picco del risk off, ma è interessante notare come nonostante questa asset class soffra del risk off, alcune componenti geografiche beneficino dei prezzi in salita.

Nonostante le continue immagini drammatiche del campo di battaglia, i mercati hanno effettuato un rimbalzo venerdì. Come mai? La natura relativamente moderata (per il momento) delle sanzioni imposte alla Russia e le rassicurazioni che la Nato non interverrà, hanno tranquillizzato i mercati sulla natura localizzata della crisi.

LE MATERIE PRIME

Il prezzo di alcune materie prime è salito in modo scioccante. Ovviamente questo è l’aspetto che più spaventa gli investitori (da notare come alcuni Etf, concentrati sulle energie rinnovabili, abbiano performato positivamente).

Lato portafogli, questi hanno pagato le mosse russe di giovedì, per poi però recuperare terreno nella giornata di venerdì. La diversificazione in questo momento ha dato i suoi frutti, aiutando la performance dei portafogli: il dollaro, i safe asset in generale, i bond indicizzati all’inflazione, quelli cinesi, le materie prime e, in misura minore, anche i bond governativi hanno dunque aiutato i portafogli.

COSA CI ASPETTA

Ovviamente la situazione è in fase di evoluzione e tutto può ancora succedere, per questo non ci esponiamo a previsioni sulla situazione geopolitica. Quello che ci teniamo a sottolineare è che ci sembra esserci una convergenza di interessi verso una soluzione veloce del conflitto (questo non significa che succederà). I mercati ovviamente non supportano una parte o l’altra, ma come dimostra l’andamento di venerdì, potrebbero “distendersi” se ci dovessero essere seri segnali di de-escalation. Senza arrivare a conclusioni, leggiamo con attenzione i segnali di questa giornata.

La performance economica della Russia è stata terribile. La nostra esposizione alle attività russe e ucraine è però quasi del tutto inesistente: di seguito la ripartizione completa sia per i portafogli ESG che per quelli non ESG.

 

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