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Chi punta su Revolut

Revolut: tutte le novità sulla fintech più grande d'Europa. Fatti, numeri, problemi e contesto

L’azienda britannica di tecnologie finanziarie Revolut ha raggiunto una valutazione di 75 miliardi di dollari dopo l’ultimo giro di finanziamenti e vendita di azioni: vi hanno partecipato, tra gli altri, le società di gestione degli investimenti Coatue, Greenoaks e Franklin Templeton e la divisione di venture capital di Nvidia, NVentures.

COSA FA REVOLUT

Fondata nel 2015 a Londra, Revolut è la fintech più grande d’Europa e la startup di maggior valore del continente: l’anno scorso era valutata 45 miliardi di dollari.

Il direttore finanziario Victor Stinga ha dichiarato che “la nostra nuova valutazione riflette la forza del nostro modello di business, che sta garantendo una rapida crescita e una forte redditività”.

Revolut è una banca digitale, senza sportelli fisici, che offre conti correnti e di risparmio, trasferimenti internazionali di denaro, investimenti in azioni e obbligazioni, trading di criptovalute e una serie di funzionalità per il pagamento delle utenze e per la gestione del patrimonio.

GLI OBIETTIVI

La società ha intenzione di investire 13 miliardi di dollari per raggiungere i cento milioni di utenti a livello globale: attualmente sono circa sessantacinque milioni.

Tra gli obiettivi della fintech, inoltre, c’è l’ingresso in trenta nuovi mercati nelle principali regioni del mondo, il che richiederà l’ottenimento della licenza bancaria – un percorso solitamente lungo e costoso – in ciascuno dei paesi selezionati.

– Leggi anche: Tutti i piani americani delle banche online Revolut e Starling

CHI SONO GLI AZIONISTI PRINCIPALI

Il singolo maggiore azionista di Revolut è il co-fondatore e amministratore delegato Nik Storonsky, che è nato in Russia ma ha rinunciato alla cittadinanza dopo l’invasione dell’Ucraina: vive negli Emirati Arabi Uniti; in precedenza risiedeva nel Regno Unito. Mubadala, il fondo sovrano di Abu Dhabi, possiede una quota di Revolut.

I RISULTATI ECONOMICI

Il 2024 è stato il quarto anno consecutivo di redditività netta per Revolut: l’utile ante imposte è ammontato a 1,4 miliardi di dollari (+149 per cento) e l’utile netto a 1 miliardo, con un margine del 26 per cento (nel 2023 era al 19 per cento). Con oltre 52 milioni di utenti a livello globale (+38 per cento), i ricavi sono ammontati a 4 miliardi di dollari, rispetto ai 2,2 miliardi del 2023.

Il segmento dei pagamenti con carta, il principale, è valso 887 milioni, con una crescita su base annua del 43 per cento.

“Il conto gratis è la porta di accesso per procacciare nuova clientela, per poi offrire mano a mano non solo ai clienti-famiglia, ma anche e soprattutto a business man e imprese, gamme di servizi con abbonamenti che partono da 10 euro al mese in su”, ha scritto il settimanale Moneta.

I PROBLEMI REGOLATORI NEL REGNO UNITO…

Tra le altre cose, Revolut sta valutando la quotazione in borsa, ma non è chiaro ancora dove, e punta a ottenere una licenza bancaria completa nel Regno Unito, dove ha sede. Ne ha infatti ottenuta una “limitata” nel 2024 – nello specifico, si trova in una fase di “mobilitazione” e non può detenere più di 50.000 sterline in depositi – dopo tre anni di trattative con la Banca d’Inghilterra, la banca centrale.

… LA SITUAZIONE NELL’UNIONE EUROPEA…

Il gruppo Revolut detiene una licenza bancaria per lo Spazio economico europeo ed è supervisionata dalla Banca centrale europea e della Banca di Lituania, dove ha sede Revolut Bank Uab.

… E I PIANI NEGLI EMIRATI ARABI UNITI

Il trasferimento del co-fondatore Storonsky è indicativo dei grandi piani di Revolut negli Emirati Arabi Uniti: qui, infatti, la startup conta di investire 3 miliardi di sterline all’interno di un disegno generale di espansione nella regione del Golfo.

A settembre la banca centrale emiratina ha concesso a Revolut una “licenza per servizi di pagamento al dettaglio e di valore memorizzato”, ha scritto il Financial Times.

E IN ITALIA?

Lo scorso luglio, in Italia, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha avviato un’istruttoria contro Revolut per pratiche commerciali scorrette. La società, infatti, tra le altre cose:

  • avrebbe promosso la possibilità di investire in azioni evidenziando l’assenza di commissioni, senza però chiarire la presenza di ulteriori costi e le limitazioni che caratterizzano gli investimenti senza commissioni;
  • avrebbe omesso l’informazione che gli investimenti senza commissioni includono azioni frazionate che – rispetto alle azioni intere – hanno notevoli differenze in termini di diritti di voto dell’azionista e di trasferibilità;
  • non avrebbe chiarito, relativamente al trading di criptovalute, che non è possibile modificare nel corso dell’investimento le impostazioni di stop-loss e take-profit per la gestione del rischio;
  • avrebbe omesso o fornito in modo non chiaro delle informazioni rilevanti sulle condizioni e le modalità di sospensione, limitazione e blocco del conto bancario.
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