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Tutti i piani americani delle banche online Revolut e Starling

Revolut e Starling, due tra le principali fintech britanniche, stanno pensando di acquisire degli istituti americani in modo da velocizzare l'ottenimento della licenza bancaria negli Stati Uniti. L'amministrazione Trump ha ammorbidito la regolazione, ma gli ostacoli non mancano. Tutti i dettagli.

Revolut e Starling, due delle principali società britanniche di tecnologie finanziarie (o fintech), stanno pensando di acquisire delle banche americane in modo da ottenere rapidamente una licenza bancaria negli Stati Uniti e iniziare a offrire i loro servizi nel paese. Queste valutazioni sono incoraggiate sia dalla linea “morbida” tenuta dall’amministrazione di Donald Trump nei confronti delle fusioni tra aziende, sia dal rallentamento del mercato nel Regno Unito.

COSA VOGLIONO FARE REVOLUT E STARLING

Secondo il Financial Times, Revolut – la fintech più grande d’Europa – ha contattato diversi consulenti, tra cui Bank of America, per l’acquisto di una banca statunitense.

Quanto a Starling, invece, il direttore finanziario Declan Ferguson ha fatto sapere che la società sta valutando sia di presentare una richiesta per una licenza bancaria negli Stati Uniti, sia di procedere con un’acquisizione di un istituto americano: “probabilmente siamo più propensi all’acquisizione”, ha dichiarato, trattandosi di un procedimento più rapido.

L’APPROCCIO NORMATIVO NEGLI STATI UNITI

Michelle Bowman, vicepresidente della supervisione della Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti) in carica dallo scorso giugno, ha mostrato l’intenzione di adottare una linea più favorevole alle banche, anche per quanto riguarda la rapidità nell’approvazione delle fusioni. Similmente, le altre due principali autorità di regolazione bancaria del paese, ovvero la Federal Deposit Insurance Corporation e l’Office of the Comptroller of the Currency, hanno rimosso le linee guida che complicavano queste operazioni.

Le banche possono anche presentare una richiesta per la licenza bancaria all’Office of the Comptroller of the Currency, ma di solito la procedura richiede anni.

IL PIANO DI KLARNA

Il Financial Times ha scritto che anche Klarna, la fintech svedese specializzata nei pagamenti rateizzati che a breve si quoterà alla borsa di New York, sta pensando di richiedere una licenza bancaria negli Stati Uniti, ma probabilmente procederà dopo l’offerta pubblica iniziale.

LE DIFFICOLTÀ

Al di là delle tempistiche e delle complicazioni burocratiche, le fintech straniere potrebbero avere difficoltà a operare negli Stati Uniti per via della dipendenza del mercato bancario americano dalle filiali fisiche. Nel Regno Unito, invece, la situazione è praticamente opposta, al punto che anche gli istituti di credito tradizionali hanno ridotto il numero delle loro filiali.

Significativa, in questo senso, è stata la decisione della banca online britannica OakNorth di aprire una filiale fisica nello stato americano del Michigan.

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