I CONTI DELL’ESODO
"I conti del tesoriere grillino Cominardi: ogni parlamentare perso vale 12 mila euro l’anno. Alle casse del M5S l’esodo costerà oltre 2,5 milioni". (La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 23, 2022
FICO POCO FIGO ISTITUZIONALMENTE PARLANDO
Che sgrammaticatura istituzionale le parole del presidente della Camera. Roberto Fico, che bolla come “operazione di potere che interessa nulla agli elettori” la costituzione di Insieme per il futuro. La terza carica dello Stato sputacchia su nuovi gruppi parlamentari. Gulp!
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 22, 2022
FOLLE DI PARTITI DRAGHIANI
Dunque ci sono 3 partiti super draghiani – Azione di Calenda, Insieme di Di Maio e Italia Viva di Renzi – l’un contro l’altro armati. Wow!!
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 22, 2022
"Di Maio vuole occupare il centro. Ma il centro non esiste più". (Domani quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 24, 2022
"Di Maio vuole occupare il centro. Ma il centro non esiste più". (Domani quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 24, 2022
Con Carfagna (Forza Italia), Di Maio (Insieme per il futuro) e Falasca (L’Italia c’è/Sala), si potrebbe dire che la Campania è la patria del neocentrismo ultradraghiano. Chissà che ne pensa don Vincenzo De Luca…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 23, 2022
FUNZIONANO LE SANZIONI ANTI PUTIN?
"Continua anche il flusso di denaro che da Ue e resto del mondo va verso il Cremlino, con oltre 63 miliardi di euro mandati a Mosca in cambio di petrolio e gas. Di questi, circa 7 solo dall’Italia. Fattore che sta rallentando l’efficacia delle misure del G7". (La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 24, 2022
BRICS PRO PUTIN?
"Dalla banca dei Brics 30 miliardi $ di fondi anche per la Russia. Il leader cinese Xi Jinping invoca «la fine della guerra fredda e delle sanzioni». Nel club la volontà di rendersi autonomi dall’egemonia del dollaro". (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 24, 2022
LA RUSSIA NON CORRE PIU’
Meno 22% nelle vendite di motociclette in Russia. Negli ultimi 5 mesi ne sono state vendute poco più di settemila. Secondo Avtostat, tra gennaio e marzo la crescita delle vendite è stata del 52%, poi il calo: ad aprile del 28% e a maggio già del 38%. (Lettera da Mosca, Telegram)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 23, 2022
BONOMI NON RUSSA
"Vista dagli uffici di Roma, Confindustria Mosca appare come un’entità separata che usa il nome dell’associazione senza controllo. Per Bonomi la prova della verità – anche nei rapporti con Kiev – sarà mostrare che quell’ufficio di Mosca verrà chiuso o ristrutturato". (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 22, 2022
IL PUNTO DI LIMES
“La Russia non è né può diventare superpotenza ma non può ammetterlo. Il suo impero è semplicemente troppo vasto, troppo disabitato, troppo povero per garantirsi il corale consenso dei suoi soggetti e attrarre altri popoli”. (Limes)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 22, 2022
“Questa guerra Mosca sa di non poterla vincere, tanto sbagliate ne sono le premesse e deludente la condotta. Ma sa che dovrà raccontare a se stessa di averla vinta. Dilemma dilaniante”. (Limes)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 22, 2022
“L’Ucraina non è entrata nella Nato ma la Nato è entrata in Ucraina. Negli ultimi otto anni americani e inglesi, dal 24 febbraio anche molti alleati europei, hanno dotato Kiev di armi efficienti”. (Limes)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 22, 2022
DOSSIER NATO
Nato. "Da risolvere i problemi strutturali, il primo dei quali è lo sbilanciamento assoluto, in termini sia di assetti militari che della volontà di utilizzarli, tra Stati Uniti e Inghilterra da un lato, e il resto dell’Alleanza dall’altro". (Stefano Pontecorvo, ambasciatore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 24, 2022
ITALIA IN MANOVRA
Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia hanno presentato un documento che propone di posticipare l'eliminazione dei motori a combustione dal 2035 al 2040 e di ridurre le emissioni di CO2 del 90% (anziché del 100% come proposto da Commissione Ue) nel 2035. (Ansa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 24, 2022
COME VA LA CASSA?
Lavoro. Cig, balzo del 19,8% a maggio. Cresce soprattutto la cassa ordinaria, legata alle difficoltà congiunturali delle aziende: a maggio le ore richieste salite a 54,7 milioni. Soffrono industria, edilizia e in parte il commercio. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 24, 2022
EXTRACOSTI
Fs. Rfi aggiorna il calendario gare: extracosti già a 3,4 miliardi. Con i nuovi prezziari rimessi in carreggiata i 23 grandi appalti 2022: spesa aggiuntiva del 30%, 2 miliardi sul Pnrr. Entra il Passante Av di Firenze, slittano al 2023 due lotti della Salerno-Reggio. (Sole24ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 23, 2022
IL MOTIVO DELLE SPARATE DI VIVENDI SULLA RETE TIM
"Rete unica, Vivendi la spara grossa per limitare la super-perdita in Tim. I francesi chiedono 31 miliardi per l'infrastruttura: sono in rosso per 3 miliardi". (Fabio Pavesi, Verità & Affari)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 22, 2022
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI VERITA’ & AFFARI SU TIM, RETE E VIVENDI:
Se si valuta la sola rete oltre 30 miliardi vuol dire implicitamente che il resto di Tim vale zero o sottozero. Come se la parte dei servizi commerciali, le partecipazioni dal Brasile a Inwit, la parte di servizi alle imprese con conti nulla. Già perché tutti questi analisti che si sono esercitati negli scorsi mesi sul valore intrinseco di Tim, dopo l’offerta fantasma di Kkr, sono arrivati a una conclusione condivisa.
Tutti gli asset di Tim (rete inclusa) valgono tra i 27 e i 30 miliardi di euro. Tolto il debito finanziario netto di 17 miliardi ecco che l’azienda tutta varrebbe come equity tra i 10 e i 13 miliardi di euro. Poco più, nelle ipotesi più prudenti del valore di 0,505 euro per azione che Kkr aveva proposto mesi fa valorizzando l’equity della società per 11,9 miliardi di euro.
Come si vede più di qualcosa non torna nei conti che gli uomini di Vivendi hanno fatto sulla cessione della sola rete.
Basti pensare che l’asset di pregio di Tim che è FiberCop, la rete di fibra che dovrebbe confluire nella futura fusione con Open Fiber fu valutata 7,7 miliardi di cui 3 di debito all’epoca dell’acquisizione del 37,5% del capitale da parte di Kkr. E FiberCop è l’asset con la redditività più esplosiva con il Mol al 70% dei ricavi.
Ma dietro a quella che appare quasi una provocazione da parte di Vivendi ci sono ragioni molto più economiche che umorali. Dall’assalto di Vivendi nell’estate del 2015 Telecom ha vissuto in borsa una stagione da dimenticare. Oggi il titolo è sceso ai minimi di sempre a quota 25 centesimi per una capitalizzazione di soli 5,3 miliardi. Vivendi entrò 7 anni fa nel capitale prima con il 21 per poi salire al 23,75% attuale. Il valore di carico per i francesi è di 1,07 euro per un valore a bilancio iniziale di oltre 3,8 miliardi. Quota man mano svalutata nel tempo, con l’ultima rettifica per oltre 700 milioni a fine del 2021. Nonostante le rettifiche ripetute Vivendi a oggi valorizza le azioni ordinarie che possiede a 65,7 centesimi. E tiene a bilancio gli oltre 3,6 miliardi di azioni ordinarie per un valore di 2,39 miliardi. Ma ai prezzi attuali il vero valore di mercato è di soli 910 milioni. C’è un buco latente (e Bollorè e de Puyfontaine lo sanno bene) di 1,5 miliardi nei confronti di Vivendi se Telecom in Borsa non dovesse riprendere terreno.
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUI BRICS:
La diplomazia economica cinese delle porte girevoli sta funzionando alla grande. Rimasto fuori dall’Asian Infrastructure Bank (AIIB) – banca guidata da Pechino che ha congelato i progetti russi e cancellato il summit annuale in calendario a Mosca – il presidente Vladimir Putin rientra nel cerchio magico di Xi Jinping dalla finestra dell’intesa a cinque Brics (Brasile, Russia, India, Cina più Sudafrica), grazie ai nuovi fondi stanziati per il braccio finanziario dell’alleanza tra i 5 paesi attivo dal 2016, la New Development Bank (NDB).
La banca dei Brics è stata appena rifinanziata con 30 miliardi di dollari per il quinquennio 2022-2026 in occasione del rinnovo del board. Il che ha portato a 60 miliardi di dollari la dote stanziata a oggi dalla banca per progetti infrastrutturali. Fondi dei quali usufruirà anche la Russia di Vladimir Putin, che in questo contesto è totalmente al riparo da qualsiasi sanzione internazionale. Sale a bordo anche l’India che finora si è mossa platealmente nell’orbita del Quad, il raggruppamento a quattro con l’Australia, il Giappone e gli Stati Uniti e i cui leader si sono appena incontrati a Tokyo. Sale anche il Sudafrica, in compagnia dei nuovi arrivi Bangladesh, Egitto, Emirati Arabi e Uruguay che hanno aderito alla NDB l’anno scorso, in piena pandemìa.