Caro direttore,
continuo a dire che ti ostini a fare il tuo lavoro come un dinosauro. Persino io che non sono più giovanissimo so che il mondo sta cambiando, che si leggono sempre meno giornali, che la gente s’informa su Instagram (ormai noto fiorire sempre più pagine sull’educazione sessuale, sui disturbi alimentari e su quelli psicologici da parte di sedicenti esperti imberbi poveri di esperienza ma prodighi di buoni consigli) quando non su TikTok.
Direttore, arrenditi, perché se non verrai rottamato da un tiktoker 16enne che oggi parla ai suoi sedici milioni di follower delle conseguenze dell’attacco iraniano a Israele e domani di come farsi in casa una pomata contro i brufoli sarai comunque messo in panchina da ChatGpt, che magari non lavorerà meglio di te (mi diverto sempre a leggere gli svarioni che combina e che non a caso voi della stampa riportate con dovizia di dettagli), ma di sicuro lavorerà più di te, senza pretendere ferie, pause pranzo o, chessò, di dormire.
I tuoi colleghi di Repubblica questi rischi li hanno già subodorati da tempo. E mentre su Startmag leggo ancora inchieste e anticipazioni su Tim, sulle mosse di Enel e sulla vendita di Ita Airways, loro ridanno lustro alle vecchie poste del cuore classiche dei giornali femminili del secolo scorso. Solo che giustamente in tempi di fluidità di genere non sono più contenute nei recinti dei femminili e nell’era del web, dove clicchi e hai tutto il porno che vuoi, non si limitano più ad ammiccare senza osare, ma vanno fino in fondo e scendono nei dettagli.
Doveroso aggiornamento: l'articolo sulla "storia di Franco che dice di tradire la moglie per colpa della menopausa di lei" non c'è più on line; c'è il link ma non più il testo.https://t.co/Bhdg8NztMd https://t.co/MWslPwA1jP
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 15, 2024
Tieniti pure la tua vittoria conseguita su X (sai bene che non ti perseguito solo per epistole, ma controllo da vicino la tua attività social) con la scomparsa dell’articolo di Repubblica La storia di Franco che dice di tradire la moglie per colpa della menopausa di lei, ma il giornalismo del domani è questo.
Certo, al solito voi giornalisti dimostrate di non capire un tubo di giovinastri e invece di puntare, chessò, sulle nuove frontiere del fetish virtuale, sul sexting (pare che tra le nuove generazioni la pigrizia sia così elevata che si fa sesso in chat, senza nemmeno più uscire di casa per vedersi) e sul sesso nel metaverso, sfregando joystick e leccando visori virtuali, per acchiappare un po’ di pubblico puntate sulla foto di un tizio che pare mio nonno e parla di problemi della terza età…
Però apprezzo lo sforzo. Sforzo che si struttura in una rubrica vera e propria, mica la classica letterina estemporanea da pubblicare magari in piena estate come riempitivo. Su Repubblica leggo infatti questa “call to action” come direbbero i giovani: “Se volete raccontare la vostra storia perché venga pubblicata, previa valutazione della redazione, potete scrivere alla mai a tradimenti@gedi.it”.
Sì, proprio così: tutto vero.
C’è persino la casella di posta.
Lascio perdere che l’ho scoperto cliccando su un altro articolo che ovviamente non parla ai giovani (Daniela: “Sono l’amante del mio capo. Ma ho scoperto di non essere la sola“) dato che quelli ormai o sono disoccupati o sono partite Iva in perenne smart working che un ufficio nemmeno lo hanno mai visto, però voglio concentrarmi su un fatto: solo così si va avanti.
Direttore, un tempo c’era la casalinga di Voghera che mentre stirava sognava soldi a palate guardando Dallas e Dynasty e si lasciava conturbare dai tradimenti di Sentieri e Beautiful. Senza fare nomi c’è chi – buonanima – ci ha fondato un impero commerciale-mediatico e perfino politico sulla potenza delle soap.
Oggi la casalinga di Voghera 2.0 tra una commissione e l’altra spulcia il web ma non ha certo dimenticato antichi ardori. Vuoi sopravvivere alla trasformazione in atto? Fammi un bel tarocchi@startmag.it, dove uno scrive e voi, invece di fargli la rassegna stampa, gli leggete il futuro nelle carte. O un sextoy@startmag.it in cui raccogliete le storie e i pareri degli utenti e magari proponete loro le vostre recensioni sui device hi-tech da non perdere per andare in sollucchero. E perché non un sexting@startmag.it che pensi finalmente ai più giovani: una bella guida al sesso sicuro virtuale coi consigli sui migliori antivirus per non infettare i PC, che non si sa mai?
O perché non un trading@startmag.it dove si danno consigli sugli investimenti alternativi, che faccia il paio con crypto@startmag.it (checché ne dica il governo, non si vive di soli Btp Valore) e nft@startmag.it per chi vuole avventurarsi nel mercato delle opere d’arte digitali?
Se deste modo ai vostri lettori di interloquire di più con la vostra redazione, io parteciperei più che volentieri. Ma come sai non mi sono mai fatto troppi problemi a scriverti già ora decine e decine di mail a settimana. Anche per ringraziarti dell’attenzione che ti suggerisco di seguire le mosse di Molinari: lui sì che ha capito tutto, lui sì che sa come si fa giornalismo nel 2024 (te l’ho anche dimostrato ieri in questa lettera dedicata al nuovo corso di Affari & Finanza).
E guarda l’editore com’è contento: Gedi, più 50% di abbonati digitali. Un valore il giornalismo indipendente, leggo su… Repubblica (sì, forse questo autoincensarsi non è il massimo, lo ammetto). La strategia di strizzare l’occhio ai nuovi utenti a quanto pare paga!
Tuo
Francis Walsingham