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Recovery Plan, la Commissione Ue sussurrerà una riformetta delle pensioni all’Italia

Dopo Spagna e Germania, anche in Italia sono in arrivo da Bruxelles sul Recovery Plan consigli per inserire tra le riforme pure un intervento sulle pensioni. Tutti i dettagli

Presto in Italia si saprà che la Commissione europea imporrà anche al nostro Paese interventi sulle pensioni nell’ambito delle riforme auspicate della Pubblica amministrazione che dovranno essere inserite nell’ambito del Recovery Plan da sottoporre al vaglio di Bruxelles.

E’ quanto si sussurra in ambienti parlamentari della maggioranza di governo in vista di disfacimento, peraltro, vista la crisi di governo ormai conclamata.

Finora nessun indizio pubblico va in questa direzione per l’Italia.

Ma le ultime indicazioni generali della Commissione europea sono inequivocabili.

LE NOVITA’ DI BRUXELLES SUI RECOVERY FUND, COMPRESE LE PENSIONI

L’esecutivo di Bruxelles, infatti, ha aggiornato le linee guida per accedere ai fondi del Recovery e per l’Italia la strada verso i 209 miliardi Ue diventa ancora più ripida, ha scritto due giorni fa Repubblica: “Le nuove indicazioni valgono per tutti i paesi, ma in Europa a nessuno sfugge che sono perfettamente ritagliate sul “caso Italia”. Non per niente Bruxelles insiste sulla necessità di indicare le riforme che accompagneranno gli investimenti finanziati dall’Unione. Per Roma si tratta di ammodernamento della Pubblica amministrazione e della giustizia, ma anche di provvedimenti sulle pensioni e di misure per aumentare la competitività del Paese”.

SUSSURRI E CRITICHE DI BRUXELLES PER LA GERMANIA ANCHE SULLE PENSIONI

Il capitolo sulle pensioni è evocato esplicitamente addirittura in Germania, come svelato dal quotidiano tedesco Handelsblatt. Le critiche dei funzionari europei al piano tedesco sono puntuali e la prima riguarda proprio le pensioni. “Bruxelles vede una grande necessità di intervento nella politica pensionistica”, riporta l’Handelsblatt, dal momento che resta ancora in sospeso un ventaglio ampio di misure per migliorare il sistema pensionistico. Il secondo punto è l’abolizione di una misura fiscale, la ripartizione del reddito fra coniugi (Ehegattensplitting) che, secondo i tecnici europei, è un meccanismo che disincentiva a lavorare più ore. Su questo aspetto da Bruxelles si suggeriscono anche alternative, come un alleggerimento fiscale nei confronti dei redditi più bassi. Il terzo punto si riferisce alla liberalizzazione di alcune professioni ancora troppo regolamentate: nelle raccomandazioni di Bruxelles si citano esplicitamente il settore dell’artigianato e gli architetti.

IL FARO DI BRUXELLES SULLA SPAGNA

Bruxelles in verità sta guardando molto da vicino sul Recovery anche la Spagna, dove ha stimato che l’economia si sia contratta del 12,4% nel 2020, ha scritto il quotidiano spagnolo El Pais: “Gentiloni ha affermato che, proprio come altri paesi, alla Spagna viene chiesto “un forte impegno” per le riforme attraverso obiettivi specifici che richiedono rapporti regolari sullo stato di avanzamento. Ci sono tre aree di riforma che sono di particolare interesse per Bruxelles: il mercato del lavoro, le pensioni e l’unità del mercato”.

RIFORMA PENSIONI IN SPAGNA SECONDO LA COMMISSIONE EUROPEA

Bruxelles sta guardando molto da vicino la Spagna, dove ha stimato che l’economia si sia contratta del 12,4% nel 2020, ha scritto il quotidiano spagnolo El Pais: “Gentiloni ha affermato che, proprio come altri paesi, alla Spagna viene chiesto “un forte impegno” per le riforme attraverso obiettivi specifici che richiedono rapporti regolari sullo stato di avanzamento. Ci sono tre aree di riforma che sono di particolare interesse per Bruxelles: il mercato del lavoro, le pensioni e l’unità del mercato”.

CHE COSA DICE BRUXELLES SUL RECOVERY PLAN SPAGNOLO

La Commissione Ue è molto interessata al sistema pensionistico spagnolo, ma raggiungere un accordo interno su questo argomento sarà più difficile, rimarca El Pais: “C’è una battaglia interna per l’impegno del partner socialista nel governo spagnolo di aumentare il numero di anni di contributi previdenziali (da 25 a 35 anni) per calcolare le pensioni. I sindacati stanno minacciando azioni contro la mossa e il governo ha convocato i leader sindacali a una riunione martedì per spiegare i suoi piani prima della consegna a Bruxelles”.

IL DIBATTITO POLITICO IN SPAGNA

In sostanza in Spagna è esploso uno scontro politico al calor bianco all’interno della maggioranza guidata da Pedro Sanchez. Il ministro del Welfare Jose Luis Escrivà afferma che estendere il periodo di calcolo della pensione a 35 anni – con ciò determinando un’automatica diminuzione dell’assegno – è una misura chiesta dalla Commissione per ottenere i fondi del Next Generation EU (NgEU) ma che si tratta di misure in ogni caso necessarie, ha ricostruito il quotidiano La Verità.

IL COMMENTO DELL’ANALISTA LITURRI

Ha commentato l’analista Giuseppe Liturri sul quotidiano fondato e diretto da Maurizio Belpietro: “Podemos, partner della coalizione di governo, ha già dichiarato che quelle norme non passeranno, non rientrando nell’accordo di governo che regge la coalizione. Questo accade alla Spagna, il cui piano è stato presentato lunedì all’Eurogruppo come esempio da imitare e che prevede esplicitamente un “allargamento del periodo di calcolo delle pensioni”, nonostante l’arrampicarsi sugli specchi del ministro Escrivà”.

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