In risposta alle ultime misure adottate da Washington nei confronti delle aziende cinesi e sul proposito del presidente americano, Joe Biden, di triplicare i dazi su acciaio e alluminio importati da Pechino, la Cina è passata al contrattacco annunciando le sue prime misure antidumping.
Queste riguardano l’import dagli Stati Uniti di acido propionico, a cui – sempre in chiave anti-Usa – si aggiunge anche la rimozione di WhatsApp e Threads dall’app store in Cina.
IL DUMPING DI WASHINGTON TRA PRESENTE…
Sarà l’aria di campagna elettorale o la competizione tra la due potenze economiche mondiali che si fa di giorno in giorno più agguerrita – o entrambe – che hanno spinto Biden a paventare l’intenzione di triplicare i dazi su acciaio e alluminio made in China.
Mercoledì scorso, parlando ai membri del sindacato United Steelworkers in Pennsylvania, il presidente ha affermato che i prezzi cinesi sono “ingiustamente bassi” perché il governo sovvenziona aziende “che non devono preoccuparsi di fare profitti” (un po’ come avviene con la sovrapproduzione di pannelli solari e batterie, che provocano il crollo dei prezzi internazionali e impediscono la concorrenza).
“Stanno imbrogliando e abbiamo visto i danni qui in America”, ha detto Biden, aggiungendo che “nei primi anni 2000 decine di migliaia di posti di lavoro di operai siderurgici sono stati persi a causa delle importazioni cinesi”. La Casa Bianca ha anche dichiarato che avvierà un’indagine sulle pratiche commerciali sleali nei settori della cantieristica e della logistica cinesi.
…PASSATO E FUTURO
In realtà, ricorda Bbc, “molte importazioni di acciaio e alluminio dalla Cina sono già soggette a tasse di confine, tra cui un dazio del 25% su alcuni prodotti siderurgici, che gli Stati Uniti hanno introdotto sotto l’ex presidente Donald Trump adducendo la giustificazione della sicurezza nazionale”. Tra l’altro, il tycoon – già autodefinitosi tariff man (ovvero l’uomo delle tasse doganali) – ha promesso, in caso di rielezione, di essere ancora più aggressivo e ha proposto una tassa del 10% su tutte le importazioni, che salirebbe a oltre il 60% per i prodotti provenienti dalla Cina.
L’Organizzazione mondiale del commercio, tuttavia, ha stabilito che tali dazi violano le regole del commercio globale e sono stati successivamente ridotti per molti Paesi.
Inoltre, il Fondo monetario internazionale (Fmi) proprio il giorno prima dell’annuncio di Biden aveva avvertito che questo tipo di tensione geopolitica “rischia di danneggiare la crescita economica globale e di spingere l’inflazione nella direzione sbagliata”.
LE IMPORTAZIONI AMERICANE
Stando a Verità & Affari, “nel 2023 gli Usa hanno importato alluminio e acciaio dalla Cina per un valore di 1,7 miliardi di dollari”, di cui 900 milioni per l’acciaio e 750 milioni di dollari per l’alluminio.
L’AZIONE ANTIDUMPING DI PECHINO
Reazione diplomatica a parte – l’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha dichiarato di “opporsi fermamente” alle misure proposte da Biden -, Pechino è passata ai fatti e ha risposto annunciando un’azione antidumping contro l’import di acido propionico (E280) proveniente dagli Usa dopo che, secondo una nota del ministero del Commercio, “un’indagine ha scoperto che il dumping americano ha causato danni all’industria cinese”.
La mossa si propone di aumentare i costi delle “importazioni sottocosto di prodotti chimici” chiave dagli Stati Uniti con il pagamento di una tariffa aggiuntiva alle dogane cinesi, alla chiusura di un’indagine antidumping avviata lo scorso luglio per accertare danni all’industria chimica locale.
COS’È L’ACIDO PROPIONICO
L’acido propionico è un prodotto chimico utilizzato principalmente nella produzione di conservanti, erbicidi, agenti antifungini e intermedi farmaceutici, che trova ampie applicazioni in vari settori, da quello alimentare a quello dei mangimi, ma anche tra i pesticidi e i prodotti farmaceutici.
Come additivo conservante viene usato in particolare per il pane e altri prodotti da forno (pan carré confezionato, pizza, biscotti), ma può essere presente pure nei formaggi.
LE IMPORTAZIONI CINESI
La Cina, secondo quanto scritto lo scorso luglio da China Daily, “è un grande consumatore di acido propionico, con un consumo totale nel 2022 in aumento del 26,7% rispetto al 2019”.
“Gli Stati Uniti – prosegue – sono stati il principale fornitore di acido propionico e la quota delle importazioni cinesi dagli Usa è passata dal 97,41% del 2020 al 100% del primo trimestre di quest’anno. […] Le importazioni di acido propionico in Cina sono diminuite a 16.700 tonnellate metriche nel 2022, con una domanda interna annuale di 77.600 tonnellate nel 2022”.
“Gli scambi commerciali tra Cina e Stati Uniti sono stati pari a 313 miliardi di dollari nel primo semestre del 2023, con un calo dell’8,4% rispetto all’anno precedente”, secondo i dati dell’Amministrazione generale delle dogane cinese.
VIA DALLA CINA WHATSAPP E THREADS
In questo contesto si inserisce anche l’ordine ad Apple da parte di Pechino di rimuovere WhatsApp e Threads di Meta dal suo app store in Cina per “motivi sulla sicurezza nazionale”. Sebbene nel Paese più di 14.000 app siano vietate, Facebook, Messenger e Instagram continuano a essere disponibili.
“La Cyberspace Administration of China ha ordinato la rimozione di queste app dallo store cinese sulla base dei timori per la sicurezza nazionale – ha detto Apple in una nota, a conferma di quanto anticipato dal Wsj -. Siamo obbligati a seguire le leggi dei Paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo”.
Da Cupertino hanno comunque fatto sapere che le due app restano disponibili per il download sugli altri loro store, il che consente ai cinesi esperti di tecnologia di aggirare il bando.