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Green Pass Confindustria

Quanto peserà il caro energia sul Pil italiano. Rapporto Confindustria

Fatti, numeri e scenari sull'economia italiana nel rapporto congiunturale del centro studi di Confindustria

Focus energia per l’economia italiana e non solo. Ecco che cosa emerge dal rapporto congiunturale del centro studi di Confindustria.

Il rincaro dell’energia colpisce l’industria italiana, che rallenta ma è in crescita. Lo rileva il Centro studi Confindustria ( Csc) nella congiuntura flash di gennaio. E spiega: “Lo scenario iniziato per la manifattura ha a peggiorare a dicembre: il Pmi è sceso (62,0 da 62,8), pur indicando espansione; gli ordini reggono a fatica. Il costo insostenibile del gas (+723% a dicembre sul pre-crisi) e dell’elettricità in Italia, sommandosi ai rincari degli altri input, sta causando temporanee chiusure di imprese nei settori energivori. L’impatto sulla produzione industriale in Italia sarà registrato tra dicembre e gennaio (dopo il +0,7% medio a ottobre-novembre)”.

Il caro-energia penalizza imprese e famiglie italiane, ribadisce il Centro studi Confindustria (Csc) nella congiuntura flash di gennaio. “In Italia – si legge nell’analisi – il balzo dei prezzi dei beni energetici, +29,1% annuo a dicembre, ha spinto l’indice molto generale sopra quello core, che e’ rimasto, a fine 2021, su una dinamica similitudine al 2020 (+1,5%).L’impatto sulla spesa delle famiglie del rincaro dell’energia (pari all’8,3% del paneere dei consumi) e’ stimato in circa 5/6 miliardi di euro: ciò sottrae risorse alla spesa in altri beni e servizi, frenando i consumi”. Spiega il Csc “Negli Usa, dove la fiammata e’ arrivata prima, il rincaro energetico ha pesato meno e si è ridimensionato negli ultimi mesi: lo scarto tra l’ Usa totale e core e’ infatti di +1,5 punti , contro il +2,4 in Italia”.

Servizi e consumi di nuovo giù per gli elevati contagi, sottolinea anche il Centro studi Confindustria. E spiega: “Il Pmi dei servizi è calato a dicembre (53,0 da 55,9), segnale che la risalita sta frenando. Nel turismo il recupero fino a novembre era parziale (-25% dal 2019 i viaggi di stranieri in Italia) e ora la nuova ondata di contagi sta la mobilita’ delle famiglie riducendo (-22% in Italia a gennaio 2022). Ciò potrebbe frenare nuovamente le spese fuori casa, sebbene i limiti di legge restino moderati. Il recupero dei consumi ( gap di -3,6% dal pre-crisi, tutto nei servizi) rischia di interrompere”.

I prestiti alle imprese italiane, prosegue l’analisi del Csc, “hanno frenato a +0,4% annuo a novembre, dopo il balzo nel 2020 (+8,3% a fine anno), sulla scia di una domanda stabilizzatasi nel II e III trimestre 2021. , in calo fino a novembre, grazie anche alle cartolarizzazioni. Pero’, l’inizio dell’uscita della Fed dalle misure espansive sta avendo un riflesso su tassi e spread nell’Eurozona, nonostante la Bce mantenga invariata la policy: il Btp e’ salito a 1,22% a gennaio (da 0,97%), pur restando basso e senza ancora conseguenze sul costo del credito (1,1% per le imprese). Sul fronte del mercato del lavoro, si legge ancora, “aumenta l’occupazione anche a novembre (+64 mila unita’): non c’è quindi una frenata nel mercato del lavoro. Il numero di occupati, al minimo a gennaio 2021, ha recuperato quasi tutta la caduta (+700 mila; ma -144 mila da fine 2019). I lavoratori dipendenti sono pressoch* ai livelli pre-pandemia (-41 mila i permanenti, +79 mila i temporanei), mentre continua il calo degli indipendenti. Esporta tra luci e ombre. A ottobre-novembre 2021 l’export italiano ha continuato a crescere (+2,2% in valore), sostenuto dalle vendite extra-Ue (+2,6%) e intra-Ue (+1,9%). Germania e USA, primi due mercati, sono quelli che più hanno contribuito a una tale performance. La dinamica e’ positiva anche a prezzi costanti (+0,6%), ma più contenuta, dato il balzo dei prezzi (+1,7%).

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