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Turismo Covid

Quando il Turismo è Lusso!

Il post di Gianandrea Abbascià per il blog “Economia del gusto”

Si sa, il Turismo è strutturato in varie anime, formato da diverse componenti che ne connotano la sua particolarità. A latere di ciò che il turismo crea (valore per il Paese, volàno per la nostra economia), sappiamo bene che il Turismo è inserito in contesti quali lo sport, il cinema, la cultura, lo svago, per non tralasciare quello agro-alimentare. Il Turismo, proprio con queste sue ramificazioni, ha chiaramente poi un “sezionamento” di fascia. Il Turismo di Lusso è parte integrante del meccanismo di crescita e connotato da cifre decisamente importanti. Il Turismo di Lusso è chiaramente “complicato” perché si identifica con dei servizi particolari e talvolta non facili da comprendere. Per lavorare con il turista, contestualizzando il tutto, bisogna chiaramente conoscerlo; di fatto non solo conoscerlo, ma soprattutto capire/anticipare i suoi desideri e saper muovere le leve giuste per riuscire a conquistarlo.

Di recente si è rilevato, proprio su questo fronte, un investimento molto importante da parte di Invitalia: 14,5 milioni di euro concessi da Invitalia attraverso il Contratto di Sviluppo per tre strutture, site a Palermo, Siracusa e Taormina, volte ad intercettare il turismo di fascia alta. Ciò, di riflesso, prospetta una creazione di oltre 100 nuovi posti di lavoro, senza considerare poi l’indotto connesso. “Questo investimento – ha detto Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia – conferma il nostro impegno per dotare il Sud di strutture ricettive di eccellenza, in grado di competere su scala internazionale e di generare ricadute positive sul territorio in termini di sviluppo e opportunità di lavoro”.

Di fatto una constante e progressiva crescita della qualità degli standard di accoglienza consente di poter intercettare un segmento di mercato decisamente corteggiato, riguardo al turismo internazionale: ricollegandoci quindi all’apertura della puntata odierna, i “big spender”, (i turisti elevate possibilità di spesa) esigono ospitalità di alto livello e strutturata.

Anche secondo EY il 2019 è da considerare come un “anno da incorniciare per gli investimenti nel settore alberghiero italiano; investimenti lievitare ben del 158%, trainati dal segmento di lusso”. Secondo l’Italy Hotel Investment Report 2019, l’anno appena concluso ha rilevato un investimento di 3,3 i miliardi di euro in asset alberghieri con una evidente preferenza per quelli di lusso, che soddisfa la domanda più esigente; quasi il 42% del totale di quei 3 miliardi indirizzati sul lusso. In questo ultimo decennio sono stati investiti circa 11 miliardi di euro nel settore turismo e il 38% proprio su asset del lusso; parte di questi investimenti da investitori di elevatissimo standing come fondi sovrani e anche da parte di istituti bancari, domestici, che sembrano riportare particolare attenzione a questo settore. Si prevedono poi ulteriori 560 milioni di euro, in termini di valore, generato dalle transazioni riferite al 2019.

Sempre secondo lo studio di EY, in termini di investimenti, le previsioni sono eccellenti; per il prossimo biennio l’incremento di investimenti in asset nel segmento lusso potrebbe essere agevolato anche dai bassi tassi di interesse per i finanziamenti. Di fatto, quindi, i bassi rendimenti finanziari spingono gli investitori a guardare con interesse settori alternativi, di cui proprio quello alberghiero ne è un esempio, in particolare se potenzialmente ben remunerato come il segmento di lusso, tutto ciò a beneficio del sistema Turismo.

Come sempre, anche per questa settimana, con questi spunti di riflessione, vi saluto e vi attendo sabato prossimo!

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