I MERCATI RUSSI NON FESTEGGIANO
La Borsa di Mosca che arriva a perdere il 9,9% e il rublo russo scende sui minimi da 15 mesi dopo che Putin ha riconosciuto due repubbliche autoproclamate nell'Ucraina orientale, inviando nella zona truppe russe. (Radiocor-Sole24Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 22, 2022
L’OCCIDENTE NON MORIRA’ PER L’UCRAINA
"Il presidente russo sa perfettamente che nessuno in Occidente è disposto a morire per Kiev. Sa quindi di disporre di una garanzia di impunità militare in caso di invasione, come è già successo con Georgia e Crimea". (Adriana Cerretelli, Sole 24 Ore)
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IL VERO OBIETTIVO DI PUTIN SULL’UCRAINA
“L’obiettivo vero di Putin in Ucraina è di avere un governo amico”. (Andrea Nicastro, inviato del Corriere della sera a Mariupol, a Omnibus-La7)
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SANZIONI ANTI RUSSIA? PESSIME NOTIZIE PER L’ITALIA
"Le eventuali sanzioni contro la Russia avranno effetti negativi più per gli Stati europei, in primis Italia e Germania per il gas, che per Mosca". (Marta Dassù, direttore di Aspenia, su Omnibus-La7)
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Ucraina. "Che la guerra ci sia o no, l’Europa rischia di uscire comunque perdente. Resterà quindi appesa allo scudo Usa meno certo e agli appetiti crescenti di Russia e Cina". (Adriana Cerretelli, Sole 24 Ore)
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IL GIUSTO DESIDERIO DELL’UCRAINA
"Non c'è nulla di antistorico nel desiderio dell'Ucraina di costruirsi un futuro indipendente, democratico e europeo. C'è purtroppo il rifiuto russo di accettare che Kiev faccia liberamente le proprie scelte". (Stefano Stefanini, La Stampa)
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«Putin ha ragione a sostenere che l’Ucraina è una minaccia per lui, ma non nel senso militare. Putin ha affermato che la democrazia non si adatta ai popoli slavi e quindi, se riuscisse a prosperare a Kiev, dimostrerebbe che può farlo in Russia, senza di lui». (Francis Fukuyama)
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FORMIDABILE IL TEAM BIDEN-BLINKEN SECONDO LA FIRMA DEL NYT
"Il team Biden-Blinken ha sempre rivendicato di avere esperienza e mano fredda. Invece ci troviamo talvolta di fronte a quel tipo di spacconeria che divide gli alleati e indebolisce la credibilità Usa». (David Unger, firma del New York Times, prof alla Johns Hopkins, su Formiche)
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CARTOLINA DELL’EUROPA
Ucraina. "Europa politicamente disarmata perché priva di autonomia: dipende in toto dagli Stati Uniti via Nato e per di più è considerata debole e divisa da Putin, che non l’ammette a pieno titolo al tavolo dei suoi negoziati americani". (Sole 24 Ore)
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CARTOLINA DALLA BIELORUSSIA
Domenica in Bielorussia si terrà un referendum che conferirà al capo dello Stato la possibilità di aprire alle armi nucleari di Mosca, abbandonando la neutralità. (Sole 24 Ore)
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CONVERGENZE PARALLELE FRA PUTIN E BIDEN
"Più alzano i toni e si scambiano avvertimenti apocalittici e più Vladimir Putin e Joe Biden sembrano preferire i muscoli delle minacce ibride, di propaganda, disinformazione e dissuasione reciproca, a quelle militari in uno scontro che nessuno vuole". (Cerretelli, Sole)
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TEATRINO RUSSO TV
"Prima dell’annuncio era stata trasmessa integralmente in tv la seduta del Consiglio di sicurezza durante la quale tutti i suoi, come scolaretti, avevano approvato l’idea di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche". (Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera)
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BETTINI ONANISTICO
In una lettera al Foglio, Goffredo Bettini (ignoro il suo ruolo nel Pd) chiosa la discussione in tv da Fazio su una proposta di Bettini per precisare un titolo del Foglio su una intervista a Bettini. Tranquilli: puro onanismo.
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VIVENDI E CDP SNOBBANO KKR
L’offerta (0,505 euro per azione) di Kkr su Tim ha poche chance di andare avanti: Vivendi, che ha quota al costo storico di 1,07 euro, è contraria a farsi da parte a queste condizioni. Anche Cdp riporterebbe una minusvalenza: quota a un prezzo medio intorno a 0,70. (Sole24ore)
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU TIM, VIVENDI, CDP E KKR:
La risposta a Kkr dovrebbe arrivare intorno a metà marzo. Prima il consiglio Telecom aspetta il piano industriale, al quale sta lavorando l’amministratore delegato Pietro Labriola, che arriverà sul tavolo del board il 2 marzo, insieme col bilancio 2021.
Il piano indicherà le prospettive e i target raggiungibili nell’assetto attuale e di fatto servirà come benchmark per valutare alternative che passino da operazioni straordinarie. Non è da attendersi il varo della scissione che richiederebbe tempi di preparazione ben più lunghi, bensì un orientamento, o al massimo un primo via libera, a un’ipotesi di separazione della rete. Verificata la reazione del mercato, il consiglio di amministrazione avrà tutti gli elementi – perlomeno in un’ottica finanziaria – per dare una risposta al fondo Usa che a metà novembre ha presentato una manifestazione d’interesse a rilevare l’intero capitale di Telecom – al prezzo indicativo di 50,5 centesimi per azione – per poi procedere al riassetto del gruppo al di fuori dei riflettori della Borsa.
Così come prospettata l’offerta di Kkr ha poche chance di andare avanti, dal momento che Vivendi – che detiene quasi un quarto del capitale al costo storico di 1,07 euro per azione – è contraria a farsi da parte a queste condizioni. Anche Cdp riporterebbe una minusvalenza significativa, avendo accumulato la quota, di poco inferiore al 10%, a un prezzo medio intorno ai 70 centesimi.
L’alternativa alla quale sta ragionando Telecom è quella della scissione proporzionale che creerebbe due società, l’una dei servizi e l’altra della rete. La formula permetterebbe a Vivendi di concentrarsi sulla parte dei servizi e tentare probabilmente una convergenza coi contenuti, e contemporaneamente – sulla carta – agevolerebbe la riproposizione della rete unica, mediante l’integrazione con Open Fiber, di cui la Cdp è azionista al 60%.
KKr è in ogni caso un interlocutore obbligato, essendo già azionista al 37,5% di FiberCop, la società della rete secondaria di Telecom da convertire alla fibra. La posizione del fondo è protetta da una contratto che prevede, in presenza di scostamenti significativi dal percorso delineato, anche un’opzione put, la facoltà cioè di uscire dal capitale nel 2025 (ma anche prima in alcuni casi particolari, che non sono stati resi pubblici) con la garanzia di un rendimento minimo dell’8% all’anno. Sotto il profilo contrattuale Kkr non può opporsi a operazioni che creino valore. Tuttavia il fondo ritiene che non si possa e non si debba discutere l’ipotesi di un’integrazione di Open Fiber fintanto che la rete dell’incumbent è verticalmente integrata nel gruppo. E questo per non incorrere in problemi con la Ue, a danno di entrambe le società.
Nel dibattito manca la posizione del sistema-Paese sotto il profilo della politica industriale. Se andasse avanti l’offerta Kkr questa dovrebbe perlomeno passare il vaglio del golden power, che riguarda però aspetti strategici e di sicurezza. Invece nel caso della scissione si salterebbe anche questo passaggio, dal momento che l’azionariato iniziale delle due società, che non avrebbero più nulla a che fare l’una con l’altra, sarebbe identico all’attuale.