COME SI ARTICOLA IL PATTO SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” firmato a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, è un accordo in sei articoli: rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021; lavoro agile; revisione dei sistemi di classificazione professionale; formazione del personale; sistemi di partecipazione sindacale; welfare contrattuale.
LA PREMESSA DEL PATTO SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il Patto stabilisce, nella premessa, che “coesione sociale e creazione di buona occupazione saranno i pilastri di ogni riforma e di ogni investimento pubblico” previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra gli obiettivi, riconoscere alla Pa il ruolo centrale di “motore di sviluppo” e “catalizzatore della ripresa”: “la semplificazione dei processi e un massiccio investimento in capitale umano possono aiutare ad attenuare le disparità storiche del Paese, curare le ferite causate dalla pandemia e dare risposte efficaci ed efficienti” al Paese e quindi ai cittadini. Ma anche valorizzare il personale.
GLI AUMENTI CONTRATTUALI
Il Governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo all’Aran per il riavvio della stagione contrattuale: i rinnovi interessano 3,2 milioni di dipendenti pubblici per un aumento medio di circa 107 euro.
Ecco punto per punto in sintesi il patto.
COME SI MUOVERA’ IL GOVERNO SUI CONTRATTI DEI DIPENDENTI STATALI
Si sottolinea che il Governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo all’Aran per il riavvio della stagione contrattuale, che interessa 3,2 milioni di dipendenti pubblici. “I rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021 – si legge nel testo dell’accordo firmato – salvaguarderanno l’elemento perequativo della retribuzione già previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al triennio 2016-2018, il quale confluirà nella retribuzione fondamentale cessando di essere corrisposto quale elemento distinto della retribuzione, nonché attueranno la revisione dei sistemi di classificazione , attraverso lo stanziamento di risorse aggiuntive nella legge di bilancio 2022”. Inoltre, il Governo “previo confronto individuerà le misure legislative utili a valorizzare il ruolo della contrattazione decentrata”.
LA SPINTA SUL LAVORO AGILE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Occorre porsi – è la premessa – nell’ottica del superamento della gestione emergenziale, con la definizione nei futuri contratti collettivi nazionali del pubblico impiego di una disciplina normativa ed economica del lavoro agile che garantisca condizioni di lavoro trasparenti e concili le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con quelle delle pubbliche amministrazioni. Nell’ambito dei contratti del triennio 2019-2021, saranno quindi disciplinati, in relazione al lavoro agile, aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro (quali il diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità, il diritto alla formazione specifica, il diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze ed ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale).
SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE PROFESSIONALE PER NUOVE FIGURE DI DIPENDENTI PUBBLICI
Attraverso i contratti 2019-2021 si provvederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze.
COME CAMBIERA’ LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI STATALI
Saranno disegnate politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento alle competenze informatiche e digitali e a specifiche competenze avanzate di carattere professionale.
LA PARTECIPAZIONE NELLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA
Sarà valorizzato il ruolo della contrattazione integrativa. Saranno adeguati i sistemi di partecipazione sindacale, favorendo processi di dialogo costante fra le parti, valorizzando strumenti innovativi di partecipazione organizzativa.
WELFARE CONTRATTUALE, LE LINEE DI INDIRIZZO
Saranno implementati gli istituti di welfare contrattuale, anche con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego delle agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato per la previdenza complementare e i sistemi di premialità.
+++
IL PATTO PER L’INNOVAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO E LA COESIONE SOCIALE
CHE COS’È
Il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” è un accordo in sei articoli tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e i Segretari generali di Cisl, Cgil e Uil, Luigi Sbarra, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, sottoscritto nella Sala Verde di Palazzo Chigi il 10 marzo 2021 alle ore 11.30. Il Patto stabilisce che coesione sociale e creazione di buona occupazione saranno i pilastri di ogni riforma e di ogni investimento pubblico previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
GLI OBIETTIVI
- Riconoscere alla Pubblica Amministrazione il ruolo centrale di motore di sviluppo e catalizzatore della ripresa: la semplificazione dei processi e un massiccio investimento in capitale umano sono strumenti indispensabili per attenuare le disparità storiche del Paese, curare le ferite causate dalla pandemia e offrire risposte ai cittadini adeguate ai bisogni.
- Assicurare la partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori nell’innovazione dei settori pubblici, sostenuta dagli investimenti in digitalizzazione.
- Avviare una nuova stagione di relazioni sindacali che punti sul confronto con le organizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori e porti a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021.
- Valorizzare il personale pubblico in servizio e stabilire il diritto-dovere soggettivo di ogni pubblico dipendente alla formazione.
GLI STRUMENTI
- Il Governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo all’Aran per il riavvio della stagione contrattuale: i rinnovi interessano 3,2 milioni di dipendenti pubblici per un aumento medio di circa 107 euro.
- Nei futuri contratti collettivi nazionali del pubblico impiego sarà definita una disciplina normativa ed economica del lavoro agile che superi l’attuale assetto emergenziale garantendo condizioni di lavoro trasparenti e conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con quelle delle pubbliche amministrazioni.
- Attraverso i contratti del 2019-2021 si provvederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze.
- Saranno disegnate politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento alle competenze informatiche e digitali e a specifiche competenze avanzate di carattere professionale.
- Sarà valorizzato il ruolo della contrattazione integrativa.
- Saranno implementati gli istituti di welfare contrattuale, anche con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego delle agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato per la previdenza complementare e i sistemi di premialità.
I PRECEDENTI
Il 23 luglio del 1993 l’allora presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi e il ministro del Lavoro, Gino Giugni, siglarono il “Protocollo per la politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo”, un accordo storico con i sindacati e le associazioni imprenditoriali che pose fine ad anni di conflitti sancendo il criterio della concertazione delle parti sociali e definendo il modello della contrattazione a due livelli, nazionale e integrativo. Quell’insieme di norme avviò la stagione della politica dei redditi, stabilendo la coerenza dei comportamenti contrattuali con il rispetto dei diritti collettivi e degli obiettivi macroeconomici di riduzione rapida del debito e dell’inflazione, in linea con i parametri del Trattato di Maastricht. L’accordo, rispettato con lealtà, consentì all’economia di tornare a crescere e spianò la strada, molti anni dopo, all’ingresso dell’Italia nell’Euro. Oggi come nel 1993, in un momento ancora più difficile per la comunità nazionale, ritorna l’obiettivo di fissare un orizzonte comune al quale tendere attraverso il dialogo e la progettazione unitaria.
In questa cornice, con l’opportunità straordinaria del Next Generation Eu da cogliere, le donne e gli uomini della Pubblica Amministrazione assumono il ruolo di chiave di volta per la ripartenza. Sono stati la spina dorsale del Paese, assicurando i servizi essenziali durante la pandemia. Ora il Patto li riconosce come i pivot della ricostruzione in chiave digitale e sostenibile.
L’INTERVENTO DI BRUNETTA
“Per la nostra gente – ha detto il presidente Sergio Mattarella – il volto della Repubblica è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni: l’ospedale, il municipio, la scuola, il tribunale, il museo”.
Siamo tutti consapevoli delle difficoltà del nostro Paese.
Siamo altresì, qui, oggi, perché ci accomuna la scelta, unica probabilmente in Europa, di fare un primo passo di rilancio del paese puntando sulle lavoratrici e i lavoratori pubblici, quelli che il presidente Mattarella ha definito come il volto della Repubblica.
Ci sono precedenti importanti a cui vogliamo richiamarci, dalla nascita della Repubblica in poi. Ma è nel ’92 che le drammatiche crisi finanziaria e politica portarono a compiere una scelta inedita: costruire una stagione di confronto che ha consentito al Paese di uscirne più forte.
Con la firma di oggi vogliamo mettere le basi per la costruzione di una nuova Italia, partendo dalle intuizioni di Carlo Azeglio Ciampi per avviare un percorso che investa sulle parti sociali, sull’innovazione. È lo spirito di allora che bisogna recuperare e che ricordo personalmente per l’onore che ho avuto di poter dare il mio contributo come consigliere della Presidenza del Consiglio di allora.
La firma di oggi assegna alla coesione sociale non una semplice ripetizione retorica, ma un valore fondante di uno Stato che si rinnova, si modernizza sul valore della persona e della partecipazione.
La scelta del Presidente Mario Draghi di valorizzare con la sua firma l’accordo di oggi pone questo nuovo inizio sotto i migliori auspici, per il Paese e per la sua capacità di puntare sulla responsabilità di tutte le parti per costruire un Piano nazionale di Recovery e Resilienza che investa sullo Stato e sui suoi servitori.
Uno Stato che si rinnova rappresenta la carta migliore per superare la retorica pubblico-privato, le distanze garantiti-non garantiti, chiede impegno e responsabilità condivise per obiettivi comuni.
Questo patto inaugura una nuova stagione di relazioni sindacali e il negoziato che si apre per il rinnovo contrattuale avverrà in questo contesto. Venerdì convocherò tutte le confederazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego con l’obiettivo di avviare il negoziato in tempi brevi. È per noi il migliore segno di ripartenza. Un buon contratto è un investimento nella fiducia reciproca, nella stabilità e nel carattere innovativo delle relazioni di lavoro.
Ogni processo di innovazione è, nella cultura di chi vi parla, un percorso di partecipazione diffusa. Puntare sulle persone al servizio dello Stato deve significare guardare avanti, insieme, più forti.
Sono grato ai Segretari Generali di Cgil Cisl Uil per l’immediata disponibilità a mettere in campo questo nuovo cammino. Il riconoscimento reciproco delle diverse istanze da rappresentare è il modo migliore con cui vogliamo ripartire e il metodo che vogliamo offrire al Paese per dipanare criticità e cogliere le innumerevoli sfide a cui siamo tutti chiamati.
+++
LE LINEE PROGRAMMATICHE DEL MINISTRO BRUNETTA SUL PNRR ILLUSTRATE IN PARLAMENTO: