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Banche Centrali

La mossa Fed vista da Wall Street

Che cosa ha annunciato Powell della Fed e che cosa è successo a Wall Street. Il commento di Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.

Alle 20, lo statement ha riportato più o meno le modifiche attese. Si è sottolineato il recupero dei settori colpiti dalla pandemia, ma anche che la variante Delta ha frenato la ripresa. L’inflazione è stata definita “elevata”, anche se è rimasta intatta la notazione sui fattori transitori. La modifica principale è dove si riconosce che, se i progressi verso i target procedono come da attese, una riduzione del ritmo degli acquisti potrebbe rendersi necessaria “presto” (soon). In altre parole, se non cambia il quadro, il tapering inizierà a novembre.

Rilevanti anche le modifiche alla Dot plot, con 9 membri su 18 che vedono almeno un rialzo dei Fed Funds l’anno prossimo (2 membri hanno cambiato idea, quindi ora la mediana è a metà) e 3 dei nove che ne vedono 2. Parecchio movimento anche nel 2023 con una mediana all’1%, e l’1.85% al 2024. In generale un outcome in linea con le attese, ma con la dot plot a dare un hawkish tilt.

Lì per lì, però, il mercato non se ne è dato per inteso. Dopo un sussulto iniziale, i rendimenti e il dollaro hanno preso a calare, e l’azionario ha preso la via del rialzo, accompagnato dai metalli preziosi. È sembrata la reazione di un mercato sollevato perché non vi sono state sorprese particolari in senso restrittivo, sorprese che però si aspettavano davvero in pochi.

Il quadro è un po’ cambiato con la conferenza stampa, quando Powell ha aggiunto un po’ di dettagli allo scarno testo. Di fatto il Presidente ha chiarito senza mezzi termini che le condizioni per una riduzione del ritmo degli acquisti potrebbero essere centrate al prossimo meeting, e che il tapering potrebbe essere concluso entro metà del prossimo anno. I mandati su prezzi e occupazione sono praticamente raggiunti e vi è una larga maggioranza nel FOMC per agire.

Queste precisazioni hanno avuto un impatto sulla price action, in particolare sul dollaro, che ha preso a salire, e sulla curva dei tassi, che ora vede rialzi dei rendimenti sulle scadenze brevi compensati da un calo sul long end. L’azionario, dopo un piccolo sussulto, ha ripreso forza, anche se i massimi post Statement restano al momento inviolati. I metalli preziosi, per contro, hanno perso vigore. ma lo stesso non si può dire delle altre commodities al momento.

In sostanza, una reazione “matura” del mercato, ad un FOMC che ha sostanzialmente mantenuto i propositi senza farsi sviare dal payrolls basso di Agosto, o da Evergrande. Del resto, l’outcome era stato anticipato per filo e per segno da un pezzo del WSJ (Fed Officials Prepare for November Reduction in Bond Buying) uscito il 10 settembre, quindi non può certo essere considerato una sorpresa. Con un filo di ironia, possiamo definirlo un successo della strategia di comunicazione della Fed.

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