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Popolare Vicenza

Popolare Vicenza e Veneto Banca. Tutte le incognite sul rimborso ai truffati

Ecco come procede la trattativa fra governo e Commissione europea sulla norma che punta a rimborsare i risparmiatori che si ritengono truffati dai vertici delle banche come Popolare di Vicenza e Veneto Banca

 

Soddisfare le aspettative dei risparmiatori di Popolare Vicenza, Veneto Banca e non solo che si reputano truffati. Rispettare annunci elettorali e promesse anche solo di pochi giorni fa a Vicenza fatte dai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, Evitare una bocciatura della normativa in fieri da parte della Commissione europea.

Sono i tre obiettivi ai quali punta, non senza difficoltà, il governo Conte con il provvedimento sui rimborsi ai cosiddetti truffati.

ECCO IL VERO NODO DA SCIOGLIERE SU POPOLARE VICENZA E VENETO BANCA

Il nodo fondamentale è quello del fondo per i risparmiatori. Ma rischia di complicarsi l’iter per il rimborso ai cosiddetti “truffati” delle banche: 300mila piccoli investitori coinvolti nel crac degli istituti di Banca Etruria, Popolare di Vicenza e Veneto Banca per il quale il governo ha stanziato in manovra 525 milioni l’anno fino al 2021 per indennizzarli.

LE TAPPE DELLA NORMA SUI RISPARMIATORI DI POPOLARE VICENZA E VENETO BANCA

Secondo il calendario indicato dal sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa il primo decreto con regole e procedure potrebbe arrivare a stretto giro, mentre in un mese sarebbe pronto il secondo con l’affidamento alla Consap della gestione operativa dei risarcimenti.

CHE COSA SI E’ DETTO ALL’ASSEMBLEA A VICENZA

Nell’assemblea dei risparmiatori di sabato a Vicenza i vicepremier sono stati allineati nel ribadire che gli indennizzi arriveranno comunque, piaccia o meno a Bruxelles. “Ma anche le verifiche di queste ore mostrano che sul piano operativo la questione è più complicata”, scrive il Sole 24 Ore.

IL RISCHIO BOCCIATURA EUROPEA

Anche perché una bocciatura europea potrebbe imporre il recupero dei rimborsi riconosciuti in modo illegittimo: “Con questa incognita, la firma degli atti che fanno partire la macchina degli indennizzi esporrebbe a responsabilità erariali imponenti. Una variabile del genere potrebbe bloccare anche i lavori della commissione tecnica di nove membri che dovrà gestire le pratiche”, aggiunge il Sole.

LA QUESTIONE DELLE MODALITA’ DELL’INDENNIZZO

Nelle loro richieste di chiarimenti, i tecnici comunitari ricordano che direttive alla mano l’indennizzo spetta ai risparmiatori danneggiati da una «vendita fraudolenta» (misselling) . E che la frode deve essere certificata dal «giudizio di una Corte» o dal «parere di un arbitro».

CHE COSA DICONO I TECNICI UE

Ma la legge di bilancio non prevede né giudici né arbitri. I tecnici Ue aggiungono però quella che nella maggioranza di governo giudica una possibile soluzione di compromesso. Perché la burocrazia di Bruxelles ricorda che per avviare le compensazioni servirebbe «almeno la fissazione di criteri che assicurino che il rimborso sia dovuto a ragioni di urgenza sociale». Tra i parametri indicati da Bruxelles, è il meno automatico. E può lasciare qualche spazio alla trattativa.

TUTTE LE TRATTATIVE IN CORSO

Intanto per venire incontro alle aspettative di Bruxelles al Tesoro si pensa di escludere a priori clienti professionali e investitori qualificati, che la manovra non cita, concentrando il diritto al rimborso su persone fisiche e Onlus. Il tentativo italiano è però di far rientrare nella platea anche le microimprese (fino a 10 dipendenti).

 

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