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Pnrr

Pnrr: tutte le proposte di partiti e coalizioni

Pnrr: modifiche o rispetto? Tutte le proposte di partiti e coalizioni in vista delle elezioni

Il PNRR è stato uno dei temi più caldi che ha caratterizzato l’ultima legislatura, sia nel corso del Governo Conte che nel corso del Governo presieduto da Mario Draghi. Le ultime turbolenze internazionali e gli aumenti incontrollati in materia energetica hanno portato più di un partito a suggerire di destinare diversamente i fondi europei che, nell’ambito della strategia europea Next generation Eu, porteranno in Italia, nei prossimi anni, oltre 190 miliardi di euro.

Ma vediamo qual è la posizione dei partiti che si sfideranno alle elezioni del 25 settembre sul tema del PNRR.

CENTRODESTRA: RIMODULARE FONDI PNRR PER AFFRONTARE SPESE ENERGETICHE

La coalizione di centrodestra suggerisce di rivedere la distribuzione dei fondi del PNRR:

  • Pieno utilizzo delle risorse del PNRR, colmando gli attuali ritardi di attuazione
  • Accordo con la Commissione europea, così come previsto dai Regolamenti europei, per la revisione del PNRR in funzione delle mutate condizioni, necessità e priorità
  • Efficientamento dell’utilizzo dei fondi europei con riferimento all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.

La forza politica che forse più delle altre spinge per una riallocazione dei fondi UE è Fratelli d’Italia. “Il PNRR rappresenta una grande occasione per la modernizzazione dell’Italia e delle sue infrastrutture e per la ripartenza economica della Nazione – si legge nel programma del partito di Giorgia Meloni -. Per questo è fondamentale utilizzare al meglio le risorse, tenendo conto del nuovo contesto emerso a seguito della guerra in Ucraina e della crisi energetica”. Fratelli d’Italia suggerisce di attribuire le risorse europee per attutire l’aumento dei prezzi delle materie energetiche. “L’obiettivo è destinare maggiori risorse all’approvvigionamento e alla sicurezza energetici, liberare l’Italia e l’Europa dalla dipendenza dal gas russo, e mettere al riparo la popolazione e il tessuto produttivo da razionamenti e aumenti dei prezzi”, suggerisce il partito di Giorgia Meloni. Anche la Lega ritiene che sia il caso di rinegoziare il piano in virtù dell’aumento del costo delle materie prime. “Nel mese di luglio 2022 i prezzi medi giornalieri del gas e dell’elettricità in Italia sono risultati 9 volte maggiori rispetto agli anni pre Covid. Questi allarmanti livelli di prezzo colpiscono pesantemente le famiglie, le imprese, i Comuni e tutte le pubbliche amministrazioni, e stanno determinando forti aumenti dei prezzi dei prodotti di consumo e delle materie prime, costituendo un freno alla ripresa economica e al PNRR”. In questo caso una strategia potrebbe essere quella di rimodulare le scadenze previste dal PNRR in ragione di ostacoli oggettivi che ne impediscono il raggiungimento nei tempi previsti.

TERZO POLO: PIÙ FONDI A COMUNI E IMPRENDITORIALITÀ FEMMINILE

A differenza del centrodestra il Terzo polo di Renzi e Calenda non suggerisce di modificare l’allocazione dei fondi del PNRR ma prova a stilare una lista di priorità per portare a compimento le riforme nei tempi previsti. In alcuni casi, però, programma dei centristi prevede un potenziamento degli investimenti già stanziati. È il caso dell’incremento dei fondi per l’imprenditoria femminile, per la gestione dei rifiuti, l’economia circolare e l’investimento di ulteriori 1,5 miliardi per potenziare la struttura degli Istituti tecnici superiori al fine di provare a raddoppiare il numero di iscritti. Inoltre il Terzo polo suggerisce di “Portare a 750 milioni di euro l’anno” i fondi a disposizione dei comuni per le spese di progettazione necessarie per realizzare le opere previste dal PNRR. “Nel 2021, a fronte di 13,7 miliardi di spesa ipotizzati per il PNRR, ne sono stati effettivamente spesi solo 5,1 miliardi di euro (il 37,2%). Il problema della messa a terra dei fondi del Piano riguarderà nei prossimi anni soprattutto i comuni, che arriveranno a gestire fino a 50 miliardi di euro in quattro anni – spiegano i centristi -. Stanno emergendo, infatti, gli storici problemi legati alla capacità di spesa, dovuti in particolar modo alla quantità e alla qualità del personale presente nelle amministrazioni comunali italiane. Molti comuni non hanno le risorse umane necessarie per svolgere le fasi di progettazione per tutti i bandi a cui sarebbero interessati a partecipare. Esternalizzare l’attività di progettazione ha un costo compreso tra il 6% il 10% dell’importo del bando. La legge di bilancio 2022 ha creato un fondo da 161 milioni di euro che finanzia tre progetti per ogni comune tra tutti i bandi a cui questi partecipano, ma non è sufficiente. Proponiamo di portare l’attuale fondo ad un totale di 750 milioni di euro ogni anno per tutta la durata del PNRR”.

PD: RISPETTARE IL TIMING DI REALIZZAZIONE DELLE OPERE DEL PNRR

Il PD, esattamente come il Terzo Polo, non intende stravolgere quanto previsto dal PNRR ma solo portare a compimento le riforme previste nei tempi prestabiliti. “Ciò significa portare a termine nei tempi previsti le tante riforme che l’Italia aspetta da tempo – cominciando da Fisco, Giustizia, Pubblica Amministrazione e Concorrenza – e tutti gli investimenti previsti dal PNRR, per non perdere neanche una delle opportunità offerte dai finanziamenti europei – si legge nel programma del partito di Enrico Letta -. Vogliamo sostenere imprese e lavoratori perché possano affrontare con successo questa fase difficile e cogliere tutti i vantaggi dei grandi cambiamenti che attendono la nostra economia nei prossimi anni. Vogliamo che la transizione verde e digitale sia il principale volano per una crescita duratura e sostenibile per tutte e tutti”. Vale lo stesso discorso per l’attribuzione delle risorse al Mezzogiorno. “Vogliamo che la quota di investimenti destinata al Mezzogiorno nei diversi ambiti del PNRR (40%) e nel bilancio ordinario dello Stato (34%) sia rispettata e che i fondi derivanti dalle politiche di coesione nazionali ed europee (Fondo Sviluppo e Coesione e Fondi SIE 2021-2027) siano aggiuntivi e complementari – sottolinea il PD -. Proponiamo la proroga, il potenziamento e la razionalizzazione dei diversi meccanismi di incentivazione per l’occupazione nel Mezzogiorno, puntando su giovani e donne. Ci impegniamo a portare avanti il negoziato con la Commissione europea sulla “Fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud”, affinché accompagni, come previsto al momento dell’introduzione, tutta la stagione di rilancio degli investimenti e ne massimizzi l’impatto occupazionale”.

SINISTRA ITALIANA E VERDI: REVISIONE PROFONDA DEL PNRR

Più di rottura è la posizione di Sinistra Italiana e Verdi che propongono profonde modifiche alla destinazione dei fondi del PNRR. Prima di tutto per provare a contrastare i cambiamenti climatici suggerendo di “rivedere l’adeguatezza del PNRR rispetto alle necessità dell’adattamento; e sviluppare un “Piano Salva Foreste” e un “Piano Salva Mari” per la protezione, il ripristino, la conservazione e la valorizzazione di questi ecosistemi”. Modifiche sono ritenute necessarie per sostenere l’ammodernamento del trasporto pubblico “Per raggiungere questi obiettivi si rende necessario rimodulare il fondo complementare del Pnrr pari a 30 miliardi di euro per destinarlo in via prioritaria agli investimenti sul trasporto pubblico. È necessario favorire lo smart working per tutti i lavoratori e lavoratrici la cui presenza non è richiesta fisicamente”. Infine fondi aggiuntivi sono necessari per aiutare i più bisognosi, “come il bonus per famiglie, e sostenere il reddito delle famiglie senza incentivare i consumi energetici. Allo stesso modo sostenere le imprese più in difficoltà ma introducendo premialità aggiuntive di credito fiscale a chi investe in rinnovabili ed efficienza energetica e rivedendo i fondi del PNRR per dare priorità a efficienza e rinnovabili per l’impresa”.

M5S: PNRR QUASI NON PERVENUTO NEL PROGRAMMA

Nel programma del Movimento cinque stelle la parola PNRR ricorre una sola volta quando il partito di Giuseppe Conte, il premier che portato a conclusione positiva le trattative con Bruxelles per il Pnrr, parla di lotta alla corruzione. I pentastellati chiedono “maggiore trasparenza e controllo dei fondi del Pnrr” e nulla più. Il leader del Movimento di recente aperto alla possibilità di una sua revisione. “Considerando l’impatto ancora attuale della pandemia energetica e dell’inflazione, riteniamo che i tempi di attuazione del Pnrr possano essere allungati, laddove necessario. Dopodiché, il regolamento europeo del Next Generation Eu prevede possibilità di adattamento del programma: potrebbero essere valutate”, ha detto Giuseppe Conte ad Avvenire.

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