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Pirelli, i cinesi di Sinochem non vogliono più sgommare con Tronchetti Provera?

Problemi e scenari dopo le indiscrezioni di Bloomberg - smentite dal gruppo di Pechino - sulla vendita in cantiere da parte del colosso cinese Sinochem del 37% detenuto nel gruppo Pirelli. Fatti, numeri e approfondimenti

 

Subbugli sul futuro di Pirelli: operazione in vista con Brembo per mettere una toppa all’uscita dei cinesi di Sinochem?

Eppure il colosso cinese dice: non abbiamo intenzione di uscire.

Ecco che cosa sta succedendo a Pirelli.

EFFETTO BORSA PER PIRELLI

Mercato azionario in buon rialzo nella fase di avvio, in sintonia con il resto d’Europa. L’indice Ftse Mib segna un +0,67% a 27.719 punti. Piazza Affari ben intonata con guadagni diffusi su tutto il listino, in un clima fiducioso; attesa oggi per il bollettino economico della Bce e per gli interventi di diversi esponenti della banca centrale, mentre sui dati macro si guarda agli Usa dove sono in programma gli indicatori del lavoro, dei cantieri edilizi e il prezzo alla produzione. In evidenza Pirelli, con un guadagno del 3,90%, dopo le voci di un disimpegno da parte di Sinochem che detiene il 37% del capitale, e che avevano fatto traballare ieri i corsi del titolo.

LE INDISCREZIONI SU SINOCHEM IN USCITA DA PIRELLI

La holding cinese Sinochem starebbe valutando l’uscita da Pirelli, di cui il colosso cinese ha il 36%. L’indiscrezione è stata riportata ieri da Bloomberg creando tensione sui titoli della Bicocca, che ha subito una battuta d’arresto a Piazza Affari arrivando a perdere fino al 4% per poi risalire e chiudere in rialzo dell’1,1%. La probabile cessione del 37% varrebbe circa 1,7 miliardi di euro.

LA SMENTITA DI SINOCHEM SU PIRELLI

“L’articolo di stampa secondo cui Sinochem sta valutando la cessione della sua partecipazione in Pirelli non corrisponde al vero. Sinochem non ha alcun piano di vendere la sua partecipazione in Pirelli”. Lo afferma una nota del gruppo cinese che detiene la quota di maggioranza relativa di Pirelli.

L’ASSETTO DI PIRELLI CON SINOCHEM

Sinochem Group e China National Chemical Corporation si sono fuse e gestiscono la quota di controllo del gruppo italiano, con un 27% in mano agli investitori istituzionali, il 14% a Camfin e il 9% al Silk road fund. Il gruppo con sede a Pechino sarebbe nelle prime fasi di revisione della sua partecipazione in Pirelli e i potenziali acquirenti, compresi fondi di private equity, avrebbero mostrato un interesse preliminare. Stando a indiscrezioni, Sinochem starebbe valutando una possibile cessione o in blocco o progressiva sul mercato. “Resta da capire – chiosa il Sole 24 ore – se l’aumento dei tassi di interesse che fa salire i costi di finanziamento, e la posizione finanziaria netta ancora elevata di Pirelli, possano costituire due nodi importanti per il riassetto”.

IL RUOLO DI TRONCHETTI PROVERA

Gli azionisti Pirelli sono legati da un patto di sindacato rinnovato l’anno scorso con un anno di anticipo, che entrerà in vigore in primavera con l’approvazione dei conti 2022 da parte dell’assemblea e scade nel 2026. L’accordo stabilisce i diritti di governance e di management che assegnano ai cinesi la presidenza, oggi ricoperta da Li Fanrong, e ai soci italiani la gestione operativa esercitata dal vicepresidente esecutivo e ceo, Marco Tronchetti Provera e da Giorgio Bruno, deputy ceo.

I NUMERI DI SETTORE PER PIRELLI

L’accordo parasociale lascia libere la mani ai soci per la cessione delle quote e “se dovesse concretizzarsi l’ipotesi di un riassetto, gli azionisti cinesi non dovrebbero incontrare difficoltà a cedere le loro azioni”, rimarca il Corriere della sera: “Pirelli è uno dei marchi di pneumatici più noti al mondo e ha una strategia incentrata sull’alto di gamma che potrebbe interessare sia ai concorrenti più grandi come Michelin, Continental o Goodyear, più focalizzati sul mercato consumer, sia ai fondi di private equity. Pirelli è un gruppo da oltre 5 miliardi di fatturato con una redditività superiore al 15% e nell’alto di gamma ha margini doppi rispetto alla media di mercato”.

FUTURO CON BREMBO?

“Nel recente passato – ha scritto il Corriere della sera – si era parlato più volte anche di una possibile combinazione con Brembo, oggi azionista retail in Pirelli con il 5,2% e primo produttore mondiale di sistemi frenanti, nell’ambito di un progetto per la creazione di un polo italiano dei pneumatici intelligenti, segmento tecnologico in cui il gruppo della Bicocca sta investendo molto”.

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