Pfizer taglia ancora. Dopo un programma pluriennale di riallineamento dei costi a livello aziendale avviato nel quarto trimestre del 2023, ieri ne ha annunciato un altro per ridurre le spese di circa 1,5 miliardi di dollari entro la fine del 2027.
I TAGLI GIÀ ANNUNCIATI…
Il drastico calo delle vendite di vaccini anti-Covid, a cui erano seguiti licenziamenti e una revisione al ribasso delle stime per il fatturato del 2023, aveva spinto Pfizer a lanciare “un programma pluriennale di riallineamento dei costi a livello aziendale” per rassicurare gli investitori. Avviato l’anno scorso, secondo la casa farmaceutica, le avrebbe fatto risparmiare almeno 3,5 miliardi di dollari, di cui 1 miliardo nel 2023 e altri 2,5 miliardi nel 2024.
La società aveva previsto inoltre di sostenere circa 3 miliardi di dollari di costi una tantum per il lancio del programma, comprese le spese di licenziamento e di implementazione.
…E QUELLI NUOVI
Ieri Pfizer ha annunciato un nuovo programma pluriennale per ridurre le spese di altri circa 1,5 miliardi di dollari entro la fine del 2027 e registrerà oneri una tantum, principalmente sempre legati ai costi di licenziamento e di implementazione, per 1,7 miliardi di dollari, di cui la maggior parte prevede di riportarla quest’anno, mentre gli esborsi effettivi sono previsti per il 2025 e il 2026.
LA REAZIONE DELLA BORSA
Nelle contrattazioni pomeridiane di mercoledì 22 maggio, riferisce Reuters, le azioni di Pfizer sono salite del 2,6% a 29,30 dollari. Tuttavia, sono ancora in calo di circa il 24% nell’ultimo anno e il loro valore si è dimezzato rispetto a quello massimo raggiunto in pandemia del dicembre 2021.
Anche Cnbc sottolinea che “Pfizer sta cercando di sostenere il sentiment degli investitori dopo che le sue azioni sono scese di quasi il 50% nel 2023, diventando il titolo farmaceutico con la peggiore performance dello scorso anno”. Inoltre “il calo delle azioni ha cancellato oltre 100 miliardi di dollari di valore di mercato della società”.
COSA PREVEDE IL PIANO
Stando a quanto dichiarato dall’azienda, il programma di per ridurre le spese si concentrerà su “efficienze operative, modifiche alla struttura della rete e miglioramenti del portafoglio prodotti”.
Riguardo a possibili licenziamenti, un portavoce ha dichiarato che non è stato ancora annunciato alcun taglio di posti di lavoro associato al nuovo programma. Mentre il precedente li prevedeva anche se ai tempi il direttore finanziario (Cfo) di Pfizer, Dave Denton, aveva dichiarato solo che il programma avrebbe toccato “tutte le parti dell’azienda in tutte le regioni”, senza fornire ulteriori dettagli.
L’azienda ha poi fatto sapere che il piano richiederà diversi anni a causa della complessità della produzione e dei tempi più lunghi necessari per apportare le modifiche.
I RISULTATI DEI TAGLI
Grazie anche alle riduzioni dei costi, osserva Reuters, all’inizio del mese Pfizer ha alzato le sue previsioni di utile annuale e ha registrato un profitto del primo trimestre migliore del previsto.
“Il nostro elemento di controllo dei costi nella nostra piattaforma di produzione è stato davvero forte. Prevediamo che continueremo a concentrarci su questo aspetto”, ha dichiarato Denton, affermando che i tagli hanno contribuito a migliorare i margini.
ALTI E BASSI
Nel 2022, il vaccino anti-Covid ha rappresentato circa il 20% dei ricavi totali di Pfizer, pari a 58 miliardi di dollari, ma nel 2023 le vendite sono scese del 70% a 11,2 miliardi di dollari, rispetto ai 37,8 miliardi del 2022.
Gli investitori sono fuggiti e l’azienda ha risposto con l’acquisto da 43 miliardi di dollari del produttore di farmaci antitumorali Seagen, con i tagli ai costi e con una ristrutturazione interna. Tuttavia, Pfizer ha continuato a deludere Wall Street con il lancio poco soddisfacente del nuovo vaccino contro l’Rsv, una pillola per la perdita di peso da assumere due volte al giorno che non ha avuto successo negli studi clinici e una previsione iniziale per il 2024 che ha disatteso le aspettative.
Ma all’inizio di maggio ha di nuovo soddisfatto gli investitori dopo aver registrato un fatturato e un utile rettificato per il primo trimestre che hanno battuto le aspettative, e ha aumentato le previsioni sugli utili per l’intero anno.