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Perché Unicredit sprinta in Borsa dopo i numeri di Orcel

I conti del primo trimestre di Unicredit. Le stime per il 2023. E le parole di Orcel sui perché dei frequenti buy back. Fatti e numeri

 

Titolo Unicredit in progresso in Borsa, dopo i conti del trimestre e il rialzo delle stime per il 2023. L’istituto guidato da Andrea Orcel ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con un utile record di 2,1 miliardi di euro e ricavi a 5,8 miliardi (+56%); inoltre ha annunciato di rivedere la guidance dell’esercizio per cui prevede ora un utile netto di oltre 6,5 miliardi di euro (contro 5,4 della stima precedente) e ricavi superiori ai 20,3 miliardi (contro 18,5). Annunciata anche la distribuzione agli azionisti di 5,75 miliardi di euro. A fine giornata il titolo di Unicredit ha chiuso con un più 3,76% dopo che in mattinata l’incremento ha sfiorato il 6%.

Ecco tutti i dettagli.

Nono trimestre consecutivo di crescita per Unicredit targata Andrea Orcel. Il gruppo ha archiviato i primi tre mesi dell’anno con utile sopra le attese a 2,1 miliardi. Ancora un ottimo risultato dunque per il banchiere romano, che giusto il mese scorso ha ottenuto dall’assemblea un importante aumento di stipendio. Migliorata la guidance finanziaria per il 2023, Unicredit prevede di distribuire quest’anno almeno 5,75 miliardi agli azionisti

CRESCONO UTILE E RICAVI, IN CALO RETTIFICHE SU CREDITI E COSTI

Come si diceva, per il gruppo che in tutto il mondo vanta 15 milioni di clienti, i primi tre mesi dell’anno si sono chiusi con utile a 2,1 miliardi di euro, ben oltre gli 1,3 miliardi attesi dagli analisti, e i ricavi sono saliti del 56,5%, a 5,8 miliardi di euro. Si tratta di risultati, evidenziano nella nota che accompagna i conti, che “riflettono una costante crescita di qualità, che si è sviluppata su tutte le leve principali in tutti i business, sostenuta da un margine di interesse di 3,3 miliardi, commissioni per 2,0 miliardi, costi pari a 2,3 miliardi e rettifiche su crediti di 0,1 miliardi”.

Al netto del contributo del Tltro, del Tiering e delle commissioni per eccesso di liquidità contabilizzate nel quarto trimestre 2022, i ricavi netti sono cresciuti del 22,3% trimestre su trimestre e del 65,4% anno su anno. In calo le rettifiche sui crediti, pari a 0,1 miliardi, sia a livello congiunturale (-82,5%) sia a livello tendenziale “anche per effetto delle rettifiche contabilizzate proattivamente a fronte delle esposizioni in Russia nel primo trimestre”. A tal proposito, dai documenti che accompagnano i conti emerge che l’esposizione verso il Paese è scesa del 68%, ovvero di 4,2 miliardi, da marzo 2022.

Per quanto riguarda la qualità del credito, si legge ancora nel comunicato di Unicredit, “il gruppo ha solide linee di difesa e un portafoglio creditizio resiliente e di qualità, con un’elevata copertura sulle esposizioni deteriorate, nonché overlay già esistenti pari a 1,8 Miliardi”. L’Npe ratio lordo scende dal 3,8% del 2022 al 2,7% e l’Npe ratio netto da 1,7% a 1,4%. Nel complesso, dunque, il costo del rischio è strutturalmente basso – pari a 8 punti base nel primo trimestre 2023 – e la guidance del costo del rischio rimane invariata di circa 30-35 punti base per l’anno.

Sono diminuiti i costi operativi (rispettivamente -5,8% e -0,6%) a 2,3 miliardi, “nonostante le significative pressioni inflazionistiche pari al 10% circa, anno su anno, nelle aree geografiche in cui UniCredit è presente” e il rapporto costi-ricavi si è attestato al 39,2%.

CAPITALE E DIVIDENDI IN AUMENTO

Nei primi tre mesi dell’anno Unicredit ha mantenuto una buona efficienza patrimoniale con 111 punti base di generazione organica di capitale che ha portato a un CET1 ratio contabile del 16,05%, già al netto della distribuzione approvata di 5,25 miliardi per il 2022 e del dividendo in contanti accantonato nel primo trimestre, in crescita rispetto al CET1 ratio di 14,91% del quarto trimestre 2022. Il capitale generato organicamente è così salito a 3,4 miliardi di euro e il Rote, ossia il rendimento del patrimonio netto tangibile, è arrivato al 20,4%.

Proprio grazie a questi risultati finanziari, ma anche al favorevole contesto dei tassi d’interesse, Unicredit ha migliorato la guidance finanziaria per l’anno in corso, con un margine d’interesse di oltre 12,6 miliardi, ricavi netti superiori a 20,3 miliardi e utile netto sopra 6,5 miliardi. Segno più pure per i dividendi da distribuire agli azionisti che per il 2023 sono stati incrementati di 700 milioni per arrivare a quota 5,75 miliardi.

ORCEL: RISULTATI FINANZIARI ECCELLENTI, GARANTIREMO REDDITIVITÀ COSTANTE

Per l’amministratore delegato di Unicredit, che ha ricordato i “risultati finanziari eccellenti”, il gruppo sta “compiendo progressi significativi nell’esecuzione del piano strategico” e “stabilendo un nuovo punto di riferimento per il settore bancario”. Commentando i numeri del primo trimestre Orcel ha aggiunto: “Stiamo rafforzando la rete commerciale e ottimizzando i nostri prodotti e servizi per offrire il meglio ai nostri clienti nel modo più efficiente. Il miglioramento delle prospettive macroeconomiche e dei tassi d’interesse, il positivo andamento del business, la nostra trasformazione in atto e le rafforzate linee di difesa ci hanno permesso di aumentare la guidance per il 2023 sulle principali metriche”.

Il basso costo del rischio di 30-35 punti base per il 2023, ha detto ancora l’ad, “potrebbe essere ulteriormente ridotto al verificarsi di eventuali sviluppi positivi” ed “è il risultato del nostro solido portafoglio crediti, degli elevati livelli di copertura e dei significativi overlay”. Orcel ha poi sottolineato che “in UniCredit abbiamo previsto uno scenario macroeconomico difficile e ci siamo preparati rafforzando le linee di difesa e adottando azioni preventive al fine di salvaguardare la nostra performance futura. Pur rimanendo vigili, siamo anche fiduciosi di poter continuare a garantire, per il futuro prossimo, una crescita della redditività costante e di elevata qualità, con una base costi e Costo del Rischio strutturalmente ridotti. Quello che stiamo realizzando in termini di trasformazione industriale, tuttora in atto, sta superando le ambizioni di UniCredit Unlocked (il piano, ndr) e continuerà a spingere in avanti i nostri risultati finanziari, le distribuzioni agli azionisti e le modalità con cui sosterremo i nostri clienti e le comunità nei prossimi anni”.

Durante la call con i giornalisti, come riferisce l’Ansa, Orcel ha evidenziato che il riacquisto di azioni (buy back), viste anche le performance del gruppo, genera “maggiore valore” rispetto ad eventuali fusioni e acquisizioni. Ai “livelli attuali”, ha aggiunto, un certo numero di obiettivi “alimentati dalla speculazione non hanno senso” ma “se la proposta di valore dovesse cambiare” Unicredit li prenderà “in considerazione” anche perché in Europa – “strategicamente” e dal punto di vista “industriale” – non mancano le opportunità.

Sempre guardando al futuro il manager parlando con la stampa ha avvertito che “al momento per il 2024 ci aspettiamo un utile e una distribuzione ai soci sostanzialmente in linea con la guidance 2023” mentre sull’introduzione di nuove tasse sul settore bancario ha affermato che le probabilità non sono “al 100%”.

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