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Euro Sussistenza Desertificazione Economica

Perché serve liquidità non solo per la sussistenza

Consigli e auspici per la ripartenza post Covid-19. Il post di Abbascià

Domani. Parto da questa considerazione, letta su un quotidiano alcuni giorni fa, dell’economista prof. Giovanni Tria, già ministro dell’economia. “Non si può aspettare oltre: bisogna immediatamente coprire le imprese del valore aggiunto perso in questo periodo di lockdown. Questo non solo per ripartire, ma per permettere di tenere in piedi tutti i flussi di pagamenti dell’economia che altrimenti si interromperebbero. Per questo servono ingenti somme, almeno tre punti di Pil o forse di più, e non possiamo aspettare l’intervento degli strumenti europei”.

D’altra parte, osserva ancora, “i margini ci sono: c’è necessità di un intervento che copra un deficit non strutturale ma una tantum, e quindi non intacca la sostenibilità del debito prospettica anche se lo aumenta di uno scalino.”

Guardiamo la nostra storia, per provare a costruire il futuro, domani. Il tessuto industriale italiano è formato da tante piccole realtà, artigiani e commercianti, certamente anche da grandissime realtà ormai divenute multinazionali, ma soprattutto da Pmi, che con forza hanno saputo costruire e rafforzare il tessuto economico del nostro Paese, con capacità di affacciarsi al mercato estero.

È da li quindi che bisogna partire o ripartire. Bisogna farlo però in modo univoco, possibilmente mettendo da parte i propri interessi, quelli di ogni singolo Stato. Se riparte un Paese ma gli altri son fermi, non possiamo certo sperare che l’economia possa reggere solo su vendite e commesse interne. Non dimentichiamoci che l’economia del
nostro Paese è fortemente orientata verso il commercio estero, con un continuo di scambi commerciali; la bilancia commerciale, come quella dei pagamenti, presenta consistenti attivi, con i diversi scambi. Il valore, il plus lo crei quindi se c’è possibilità di maggior interscambio; è chiaro che se un’azienda produce, in base alle proprie capacità produttive, 100mila capi e prova a venderli ad un Paese che ne richiede 2mila, la conclusione è pressoché semplice. Per la serie, se produciamo poi a chi vendiamo?

Quando ho visto in tv che la Cina sta via via riavviando alla normalità, ivi compresa la riaccensione dei motori dell’economia, mi son poi chiesto, ma se tutto il resto del mondo sta ora rallentando e si sta fermando, per via della pandemia, la normalità la Cina come la trasforma in plus economico?

In queste settimane di “pit stop” tantissime piccole aziende, professionisti, commercianti, potrebbero non avere la forza di onorare scadenze, rimborsare mutui,  linee di credito, utenze, stipendi; tale effetto a cascata si riversa su tutti i micro ingranaggi del sistema economico. La cassa integrazione è opportuna e necessaria, è un cerotto necessario, ma quando poi lo togli?

Non vorrei osservare una situazione dove il perdurare del blocco possa generare la morte di migliaia di aziende, con conseguente perdita di altrettante migliaia di posti di lavoro; in questa fase è opportuno che ci si aiuti a vicenda, per acquisto di beni di prima necessità, ma la situazione tampone deve essere presto rimossa e sostituita da un concreto piano di ricostruzione.

Domani, domani virtualmente parlando, riapriremo le nostre case e ahimè troveremo ristoranti e negozi chiusi, certamente anche alcune aziende, ma soprattutto vedremo una avvilente diffidenza della gente che si saluterà a distanza. Come ci è stato detto ormai in tutte le salse, il distanziamento sociale sarà normalità per un po’ di tempo; dovremo imparare a conviverci.

Sarà sicuramente una realtà in cui gran parte degli Stati saranno più indebitati; e pensare che fino a qualche mese fa pensavamo che il debito pubblico al 150% del Pil fosse ormai insostenibile. Da domani, dovrà esserlo. Una cosa è certa, si dovrà anche avviare un sano processo di “sburocratizzazione”; necessitiamo di una macchina
snella ed efficiente.

Coronabond si o no, Mes si o no, il problema oggi per domani è costruire un piano che possa immettere liquidità sul mercato che abbia un fine strutturale e strutturato. Possiamo far alzare in volo tutti gli elicotteri che ci vengono consentiti, con l’Helicopter money possiamo anche far si che si garantisca la disponibilità necessaria, ma non possiamo più permetterci di erogare danaro per la sola sussistenza; il cerotto è necessario fintanto che l’ambulanza raggiunge l’ospedale, poi però bisogna entrare in sala operatoria e bisogna entrarci con i migliori chirurghi disponibili sulla piazza, che godono di credibilità e concretezza, che abbiano in mano tutti gli strumenti necessari e che a supporto abbiano indici di bilancio, indici economici utili per monitorare l’operazione e non gli indici di gradimento.

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