La svizzera Roche ha annunciato l’acquisto della società biotecnologica statunitense 89bio per un valore che potrebbe raggiungere i 3,5 miliardi di dollari. L’acquisizione si concentra sull’acquisto di un farmaco innovativo per il trattamento della steatosi epatica (MASH), una delle complicazioni più diffuse dell’obesità. L’accordo include il pagamento di 14,50 dollari per azione e un pagamento variabile legato al raggiungimento di determinati traguardi.
I DETTAGLI DELL’ACCORDO
Secondo quanto riportato da Bloomberg, Roche acquisirà tutte le azioni ordinarie di 89bio al prezzo di 14,50 dollari per azione, per un valore iniziale di circa 2,4 miliardi di dollari. L’accordo include anche un pagamento variabile (CVR) legato al raggiungimento di specifici obiettivi scientifici e finanziari, che potrebbe far salire il valore complessivo dell’operazione fino a 3,5 miliardi di dollari.
Come previsto dall’intesa, precisa Teleborsa, Roche lancerà un’offerta pubblica di acquisto (OPA) per tutte le azioni in circolazione di 89bio, offrendo 14,50 dollari in contanti per ciascuna azione, più un CVR non negoziabile fino a un massimo di 6 dollari per azione. Il prezzo offerto rappresenta un premio del 52% rispetto al prezzo medio ponderato (VWAP) a 60 giorni, calcolato al 17 settembre 2025.
L’operazione è stata approvata all’unanimità dai consigli di amministrazione di entrambe le aziende. Per Roche, come dichiarato dall’amministratore delegato, Thomas Schinecker, si tratta di una mossa volta a rafforzare il proprio portafoglio terapeutico nelle aree delle malattie cardiovascolari, renali e metaboliche.
IL FARMACO DI PUNTA
Il farmaco principale sviluppato da 89bio, pegozafermin, si trova infatti attualmente in una fase avanzata di sviluppo clinico ed è studiato come potenziale trattamento per la steatosi epatica associata a disfunzione metabolica (MASH), una patologia che provoca danni al fegato e può progredire in condizioni gravi come la cirrosi e il tumore epatico.
Roche ha descritto pegozafermin come un possibile farmaco trasformativo, evidenziandone il profilo di efficacia promettente, che lo renderebbe un candidato ideale per affrontare questa malattia.
Secondo l’azienda, i dati degli studi clinici di fase 3 sono attesi tra il 2027 e il 2028.
L’ESPANSIONE DI ROCHE NEL MERCATO DELL’OBESITÀ
L’acquisizione di 89bio rientra tra l’altro nella strategia di Roche di espandere la propria presenza nel settore dell’obesità e delle malattie metaboliche, aree che stanno attirando un crescente interesse da parte dei produttori di farmaci.
In particolare, Roche ha recentemente siglato un accordo con Zealand Pharma per lo sviluppo di farmaci per l’obesità per un valore fino a 5,3 miliardi di dollari. Inoltre, nel 2023, Roche ha acquisito la biotech statunitense Carmot Therapeutics per un importo di 3,1 miliardi di dollari.
Questo intervento nel mercato dei trattamenti per la perdita di peso si aggiunge agli sforzi già in corso da parte dei giganti farmaceutici come Novo Nordisk ed Eli Lilly, che dominano attualmente il settore dei farmaci GLP-1 per la perdita di peso. Roche, con l’acquisizione di 89bio, punta a competere con questi leader globali e a guadagnare terreno anche nel trattamento delle complicazioni correlate all’obesità, come la MASH.
LA COMPETIZIONE NEL MERCATO DEI FARMACI PER LA MASH
Anche il mercato dei farmaci per la steatosi epatica, o MASH, è in rapida espansione, con altre importanti aziende farmaceutiche che stanno sviluppando terapie per affrontare questa malattia. In particolare, GSK è tra le aziende che hanno recentemente intrapreso acquisizioni o investimenti per il trattamento della MASH e solo un mese fa la Food and Drug Administration (Fda) ha autorizzato con procedura accelerata Wegovy di Novo Nordisk per la stessa patologia.
Roche, tuttavia, si è dichiarata ottimista sul fatto che pegozafermin possa emergere come uno dei farmaci più efficaci per il trattamento della condizione, grazie al suo meccanismo d’azione mirato e alla sua potenziale capacità di trattare sia l’infiammazione che la fibrosi del fegato.
I DAZI DELLA DISCORDIA
Questa acquisizione arriva in un periodo di crescente tensione tra gli Stati Uniti e la Svizzera, a seguito dell’introduzione di dazi del 39% sui prodotti svizzeri, inclusi i farmaci. Nonostante l’industria farmaceutica elvetica sia esente da queste tariffe, il settore è finito sotto i riflettori, con l’amministrazione Trump che ha criticato le esportazioni farmaceutiche svizzere.
Roche, in particolare, è stata messa sotto pressione, ma ha promesso di continuare a investire negli Stati Uniti, destinando circa 50 miliardi di dollari in investimenti nei prossimi cinque anni.