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Perché Oracle scivola in Borsa

Faro del mercato sui conti di Oracle (-11% nell’after hours): utili sotto le attese e investimenti per data center in aumento riaccendono i timori di una possibile bolla nel settore dell’intelligenza artificiale. Fatti, numeri e commenti

Allarme Oracle dopo i conti: utili in frenata e spesa in data center in rialzo riaccendono il rischio bolla nel settore AI.

I risultati trimestrali del produttore di software statunitense hanno deluso le aspettative del mercato, innescando un forte calo del titolo e riaccendendo i timori per una possibile bolla tecnologica. Come riportato dalla società guidata da Larry Ellison i ricavi del secondo trimestre e le previsioni per i mesi successivi si sono rivelati più deboli delle stime, mentre gli investimenti hanno superato di 15 miliardi di dollari le previsioni precedenti.

Le vendite trimestrali deludenti insieme alla spesa in aumento hanno trascinato le azioni di Oracle dell’11% nel tardo pomeriggio di mercoledì. Gli investitori temono infatti che una bolla possa essersi già formata nelle azioni delle aziende di intelligenza artificiale esistenti, senza dover fare i conti con nuovi titoli altamente quotati che si uniscono alla frenesia, osserva Axios.

Secondo Bloomberg, i risultati hanno sollevato nuovi dubbi sulla rapidità con cui potrà generare profitti dai suoi ingenti investimenti nell’intelligenza artificiale.

Tutti i dettagli.

DELUDONO I RICAVI

La società ha comunicato un fatturato di 16,06 miliardi di dollari nel secondo trimestre, in aumento del 14% rispetto all’anno precedente, ma al di sotto delle stime degli analisti di 16,2 miliardi. Le vendite del segmento cloud sono aumentate del 34% raggiungendo 7,98 miliardi di dollari. La società ha chiarito che, nonostante il forte incremento, le aspettative degli analisti erano più elevate, con previsioni che non sono state pienamente soddisfatte. Anche la divisione infrastrutturale, con 4,08 miliardi di dollari di vendite, non ha centrato gli obiettivi impliciti nelle stime degli operatori del settore.

UTILE SOPRA LE ATTESE MA OUTLOOK INFERIORE

La società ha indicato un utile trimestrale rettificato pari a 2,26 dollari per azione, superiore rispetto alla stima di 1,64 dollari formulata dagli analisti. Tuttavia, l’azienda ha affermato di aspettarsi che i ricavi per l’intero anno rimangano invariati rispetto alla precedente previsione di 67 miliardi di dollari, con una crescita tra il 16% e il 18%, inferiore al 19,4% atteso. Per il terzo trimestre fiscale, Oracle prevede un utile rettificato compreso tra 1,64 e 1,68 dollari per azione, una fascia che rimane al di sotto dei 1,72 dollari stimati dal consensus.

L’IMPATTO DEGLI INVESTIMENTI

Allo stesso tempo, l’azienda guidata da Larry Ellison ha aumentato le sue previsioni di spesa in conto capitale – un incremento degli investimenti pari a 15 miliardi di dollari rispetto alle precedenti stime-, raddoppiando la scommessa sulle infrastrutture di intelligenza artificiale. Il suo debito a lungo termine è aumentato a 99,9 miliardi di dollari, con un aumento del 25% rispetto all’anno precedente, sottolinea il Financial Times.

Sempre Bloomberg evidenzia che Oracle è tra i giganti della tecnologia che stanno ricorrendo a ingenti prestiti per i data center basati sull’intelligenza artificiale. Le banche coinvolte nei prestiti legati a Oracle hanno acquistato credit default swap sul debito della società per coprire la propria esposizione. Anche investitori e hedge fund hanno aumentato le loro coperture, nel timore che la crescente leva finanziaria di Oracle stia danneggiando i suoi parametri di credito e possa spingere l’azienda verso un livello di rendimento elevato.

I TIMORI DEGLI INVESTITORI

Secondo Cnbc, gli investitori globali hanno messo in dubbio gli aggressivi piani di sviluppo delle infrastrutture di intelligenza artificiale di Oracle e la necessità di un debito così colossale per l’esecuzione, sebbene anche altre aziende tecnologiche abbiano recentemente emesso obbligazioni societarie.

In realtà all’inizio gli investitori hanno accolto con favore la spinta di Oracle verso l’intelligenza artificiale, ricostruisce il quotidiano finanziario britannico ricordando che le azioni sono aumentate dopo gli ultimi utili di settembre, quando l’azienda ha annunciato di aver aggiunto oltre 300 miliardi di dollari di ordini, in gran parte trainati dai contratti per data center con OpenAI. Ma da allora il titolo ha perso terreno, sottolinea il Ft, poiché gli investitori si preoccupano delle ingenti somme che Oracle dovrà prendere in prestito e spendere per l’infrastruttura del produttore di ChatGPT, e delle preoccupazioni sulla capacità della startup di pagare questi contratti negli anni a venire.

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