Novartis ha annunciato l’acquisizione della biotech statunitense Avidity Biosciences per 12 miliardi di dollari, in quella che rappresenta la più grande operazione del gruppo svizzero da oltre dieci anni. L’accordo, valutato 72 dollari per azione – con un premio del 46% rispetto al prezzo di chiusura del titolo Avidity di venerdì – consentirà a Novartis di rafforzare il proprio portafoglio nei trattamenti per malattie rare e neuromuscolari, in un momento in cui si avvicinano importanti scadenze brevettuali per alcuni dei suoi principali farmaci.
UNA MOSSA STRATEGICA NEL SETTORE DELLE MALATTIE RARE
L’acquisizione, come sottolineato da Bloomberg, permetterà a Novartis di espandersi in un ambito terapeutico con opzioni limitate. Avidity, con sede a San Diego (California), è una società specializzata nello sviluppo di farmaci basati su RNA destinati al trattamento di patologie neuromuscolari rare, tra cui la distrofia miotonica di tipo 1 e una rara forma di distrofia muscolare di Duchenne.
Il farmaco principale, Del-zota, ha mostrato risultati clinici positivi negli studi di fase intermedia e la società prevede di presentare una domanda di approvazione regolatoria entro la fine del 2025. La Food and Drug Administration, intanto, ha già concesso al trattamento lo status di “breakthrough therapy” – una procedura che serve ad accelerare lo sviluppo e la revisione di farmaci destinati a trattare malattie gravi, quando le prime evidenze cliniche mostrano un miglioramento rilevante e chiaramente superiore rispetto alle terapie già disponibili.
L’OBIETTIVO DI NOVARTIS
“Si tratta di asset in fase avanzata che riteniamo possano essere lanciati in questo periodo pre-2030. Nella nostra visione, vogliamo rafforzare i prossimi cinque anni, cosa importante, poiché sappiamo che avremo scadenze [brevettuali] nei primi anni 2030 – ha spiegato al Financial Times l’amministratore delegato Vas Narasimhan -. Tutto ciò che possiamo fare per acquisire asset che possano essere lanciati prima di allora – e rafforzare il profilo di crescita dal 2030 al 2040 – è qualcosa che siamo pronti a fare”.
Narasimhan ha inoltre sottolineato la “piena coerenza strategica” dei nuovi farmaci per la distrofia muscolare con il portafoglio esistente di Novartis, che già comprende terapie per malattie neuromuscolari come Zolgensma, trattamento genico per l’atrofia muscolare spinale. La società potrà, secondo il manager, sfruttare la stessa forza vendita per commercializzare le nuove terapie.
VALORE DELL’OPERAZIONE E STRUTTURA FINANZIARIA
L’operazione, afferma il Ft, assegna ad Avidity un valore dell’impresa di 11 miliardi di dollari, considerando circa 1 miliardo di dollari di liquidità presente nel bilancio della biotech. L’accordo dovrebbe concludersi nella prima metà del 2026, subordinatamente allo spin-off dei programmi di cardiologia di precisione, che saranno trasferiti in una nuova società, denominata provvisoriamente Spinco.
Novartis, secondo quanto riportato da Teleborsa, prevede che l’acquisizione aumenti il tasso annuo composto di crescita delle vendite (CAGR) per il periodo 2024-2029 dal 5% al 6%, ma comporti una diluizione della redditività tra 1 e 2 punti percentuali nei prossimi anni. L’operazione, precisa la società, non modificherà la guidance per l’anno in corso.
SCADENZA DEI BREVETTI E ACQUISIZIONI MIRATE
Novartis si trova ad affrontare una fase critica legata al cosiddetto patent cliff, ovvero la scadenza dei brevetti di alcuni dei suoi farmaci più redditizi, tra cui Entresto per l’insufficienza cardiaca, Xolair per l’asma e Cosentyx per le malattie autoimmuni.
Per contrastare l’impatto della concorrenza dei generici e garantire la crescita oltre il 2025, la società ha avviato una strategia di espansione attraverso acquisizioni mirate. Nel corso dell’anno, Novartis ha concluso l’acquisto di Tourmaline Bio per 1,4 miliardi di dollari, assicurandosi un potenziale trattamento innovativo contro l’infiammazione sistemica, e della biotech Regulus Therapeutics per un massimo di 1,7 miliardi di dollari, rafforzando la propria presenza nel settore delle malattie renali. A queste operazioni si è aggiunta l’acquisizione di Anthos Therapeutics per 3,1 miliardi di dollari, finalizzata a potenziare l’offerta di farmaci cardiovascolari, e una collaborazione da 5,2 miliardi di dollari con la cinese Argo Biopharma per lo sviluppo di nuovi farmaci per il cuore.
Secondo Reuters, la campagna di acquisizioni rientra nel piano del gruppo di rafforzare la presenza nel mercato statunitense, anche in risposta alle tensioni commerciali e ai potenziali dazi sui prodotti farmaceutici annunciati dall’amministrazione Trump.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
Gli analisti sottolineano che il piano di Novartis di acquisire Avidity Biosciences è coerente con l’acquisizione, avvenuta nel novembre 2024, di Kate Therapeutics, un’azienda che sviluppa terapie geniche per malattie neuromuscolari simili.
Inoltre, secondo l’analista Stefan Schneider della banca svizzera Vontobel, quest’ultima acquisizione rappresenta un esempio emblematico della “strategia di acquisizioni efficace e di successo di Novartis” sotto l’attuale direzione. Schneider ha anche evidenziato “un ampio potenziale di generazione di ricavi” derivante dall’operazione, che consolida la posizione di Novartis nel segmento delle biotecnologie innovative.
LA REAZIONE DELLA BORSA
Le azioni Novartis sono scese dell’1% a Zurigo nella seduta di lunedì mattina, ma restano in crescita di circa il 16% da inizio anno. Il titolo Avidity, invece, ha guadagnato l’1,2% a 49,15 dollari a Wall Street, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 6,8 miliardi di dollari.
Secondo Bloomberg, la transazione si inserisce in una nuova ondata di fusioni e acquisizioni nel settore biotech, guidata da grandi aziende farmaceutiche che puntano a rafforzare i ricavi con tecnologie innovative in vista della perdita di protezione brevettuale dei farmaci più datati.





