Il punto di partenza della politica economica dell’attuale maggioranza era giusto. Il rilievo che nella scorsa legislatura i governi avevano accettato di sacrificare la crescita alla strategia di contenimento del deficit pubblico suggeritaci dall’Europa, per altro senza riuscire a realizzare questo obiettivo, aveva un fondamento. Un cambio di rotta che mirasse a migliorare il rapporto debito-Pil non attraverso l’austerità, ma attraverso una crescita più consistente poteva essere sostenuto con buoni argomenti a Bruxelles. Poteva essere spiegato in modo rassicurante ai mercati.
LE TENSIONI NEL GOVERNO SULLA NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DEF
Ma la manovra delineata dal Governo non corrisponde a questa impostazione. Intanto è emerso che il ministro dell’Economia non era d’accordo e propendeva per la continuazione delle politiche della scorsa legislatura. Quando ha ceduto non è riuscito a spiegare perché lo abbia fatto.
L’ECCESSO DI POLITICHE ELETTORALISTICHE
Ancora più grave è il fatto che non ci sono calcoli accurati sugli effetti della manovra. Tutto è approssimativo. È chiaro che, ai fini dello sviluppo, non tutte le spese sono eguali. Una manovra basata su una forte spinta agli investimenti privati e pubblici costituirebbe una vera novità. L’aumento del deficit per consentire spese correnti per le pensioni o per il reddito di cittadinanza è la ripetizione di vecchie politiche elettoralistiche.
CHE COSA VA EVITATO
La confusione permane tuttora come si vede dai contrasti nella maggioranza. Quello che è certo è che, se ci sono tutte quelle spese correnti, non ci saranno i soldi per gli investimenti e la manovra diventerà assai più pericolosa per il futuro dei conti pubblici.
LE 3 REGOLE DA RISPETTARE
Il presidente del Consiglio sembra voler prendere in mano le redini della vicenda, come avrebbe dovuto fare fin dall’inizio. È un fatto positivo, ma dopo una partenza disastrosa da solo non basta. Servono tre altre cose: 1) porre fine alle polemiche con l’Europa ricordando che l’Italia ha firmato dei trattati e che pacta sunt servanda; 2) dichiarare che l’autorizzazione alle spese correnti è subordinata all’accertamento dei loro effetti sulla crescita; 3) chiedere senza ulteriori polemiche ai tecnici del ministero dell’Economia di quantificare gli effetti del bilancio chiarendo come e attraverso quali spese la manovra può fare crescere il reddito nel 2019.
LO SCENARIO E IL RISCHIO
Il Presidente del Consiglio imponga ai due leader della coalizione un atteggiamento più cauto. In questo momento, il rischio di una crisi finanziaria è cresciuto. Se una crisi si dovesse verificare, le conseguenze saranno molto sgradevoli. Bisogna che se ne rendano conto.