Un nuovo ostacolo potrebbe frapporsi tra Adobe Incorporated, software house statunitense con sede principale a San Jose, in California, nota soprattutto per i suoi prodotti di video e grafica digitale e l’acquisizione della startup Figma che ha messo a punto un tool che mette a disposizione una interfaccia collaborativa per chi lavora nel design.
COSA FA FIGMA
La startup, fondata nel 2015, era stata valutata 10 miliardi di dollari nel 2021. Avvantaggiata durante la pandemia perché il suo software di progettazione basato su cloud consente ai lavoratori ibridi di collaborare in tempo reale, negli ultimi tempi l’azienda aveva ampliato la sua base di clienti, dai progettisti di software di grandi aziende come Airbnb Inc., Google e Netflix.
L’INTERESSE DI ADOBE
Di questa acquisizione da 20 miliardi di dollari se ne parla dal settembre 2022. In quella data il mercato aveva trovato l’accordo costoso. Il prezzo delle azioni del gigante del software era immediatamente crollato del 17% circa, il più forte calo di un giorno dal 2010.
In queste ore, invece, come si legge sul sito ufficiale, “la Commissione europea ha accettato le richieste presentate da Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia di valutare, ai sensi del regolamento UE, la proposta di acquisizione di Figma da parte della statunitense Adobe”.
INDAGANO ANCHE USA E UK
Come ricorda TechCrunch, l’Europa non è l’unico soggetto istituzionale che sta analizzando un deal così imponente: lo stesso sta accadendo sia nel Regno Unito sia negli Stati Uniti.
La notizia potrebbe non portare a un blocco dell’acquisizione per la quale comunque Adobe dovrà aspettare il vaglio della Commissione Europea che dovrà valutare se l’operazione minaccia di incidere in modo significativo sulla concorrenza nel mercato dei software”.