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Biden

Perché l’Ue sbuffa contro gli Usa su acciaio e alluminio

Le ultime novità sulla disputa commerciale fra Usa e Ue su acciaio e alluminio

Malgrado alla Casa Bianca sieda da quasi tre anni Joe Biden, l’eredità del suo predecessore Trump è ben visibile nell’irrisolta disputa commerciale tra Usa ed Ue sull’acciaio e l’alluminio. Ecco cosa scrive Bloomberg sull’ipotesi che l’Europa spazientita possa ricorrere all’opzione di introdurre nuovi dazi su certe merci americane malgrado ciò possa aiutare indirettamente Trump a riconquistare la presidenza.

Un caso al WTO?

Come rivela Bloomberg, l’Ue vuole riaprire un caso al WTO contro gli Usa per la disputa sull’acciaio e l’alluminio risalente all’era di Trump che ha visto America ed Europa colpirsi reciprocamente con dazi del valore di oltre 10 miliardi di dollari.

Tuttavia, precisa la testata finanziaria, Bruxelles non reintrodurrà di sua iniziativa dazi sui beni americani in una concessione a Washington propedeutica alla riapertura di un negoziato complessivo. Resta comunque la minaccia di elevare quei dazi nel prossimo futuro.

L’Ue si è opposta finora all’idea di nuovi dazi contro gli Usa non solo nella speranza di addolcire il negoziato, ma soprattutto nel timore di aiutare indirettamente le chances di Trump di vincere le presidenziali dell’anno prossimo.

La disputa.

La controversia commerciale tra le due sponde dell’Atlantico cominciò quando il tycoon impose unilateralmente dei dazi sull’acciaio e l’alluminio europei citando ragioni di sicurezza nazionale e obbligando la controparte a fare altrettanto.

Due anni fa, con Biden alla Casa Bianca, fu decisa una tregua temporanea, optando per una finestra di due anni per raggiungere un accordo sul cosiddetto Global Arrangement Ssustainable Steel and Aluminum che avrebbe posto definitivamente fine al conflitto. In caso di mancato accordo è implicito il ritorno delle ritorsioni.

Come parte dell’accordo, gli Usa hanno sostituito i dazi con quote di importazione oltre le quali scatta il prelievo. Ma questo ha creato comunque uno squilibrio che vede attualmente gli esportatori europei sborsare 350 milioni l’anno di dazi.

Ultimi sviluppi.

Adesso le due parti stanno trattando per prolungare i termini della tregua. Gli Usa puntano ad estendere lo status quo ben oltre le elezioni fino al 2025, mentre l’Ue preme per mitigare il sistema delle quote, incontrando però la ferma opposizione dell’Amministrazione Biden.

Ma a tale rifiuto i partner Ue sono riluttanti a rispondere con l’opzione nucleare di nuovi dazi su alcuni beni americani nella convinzione che una posizione inflessibile europea possa favorire il ritorno di Trump alla Casa Bianca.

Il parere di Flint Global.

Come ha spiegato a Bloomberg Sam Lowe, partner della Società di consulenza Flint Global, “l’Ue avrebbe potuto spingere per ottenere di più dagli Usa migliorando il sistema delle quote, ma ciò avrebbe richiesto di trascinare la disputa fino alla fine dell’anno, ed era risaputo che gli Stati membri non volevano che tornassero i dazi”.

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