Come ormai noto a tutti, il nostro Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ci ricorda mensilmente i livelli dell’occupazione; o, per dirla meglio, del non lavoro, visto che in Italia – come del resto nel sud Europa – continuano a restare alti gli indici della disoccupazione.
A gennaio, infatti, la disoccupazione in Italia è rimasta ferma al 10,5%, lo stesso livello di dicembre, a fronte di un lieve aumento delle persone occupate e di quelle che cercano lavoro. La crescita di 21mila occupati rispetto al dicembre 2018 riguarda però praticamente soltanto l’universo maschile (ferme le donne), mentre per i più giovani si registra un aumento di 0,3 punti (33%).
Allo stesso tempo, Eurostat comunica che in Europa il tasso di disoccupazione dell’eurozona è pari al 7,8%. Tra gli Stati membri, i tassi più bassi di disoccupazione a gennaio 2019 sono stati registrati in Repubblica Ceca (2,1%) e Germania (3,2%).
I tassi di disoccupazione più elevati sono stati osservati in Grecia (18,5% nel novembre 2018), in Spagna (14,1%) e, appunto, in Italia (10,5%). La Francia ha fatto registrare un 8,8%. Rispetto ad un anno fa, il tasso di disoccupazione è sceso in tutti gli Stati membri ad eccezione di Danimarca e Malta, dove è rimasto stabile.
Le maggiori diminuzioni sono state registrate a Cipro (dal 10,1% al 7,4%), in Grecia (dal 21,1% al 18,5% tra novembre 2017 e novembre 2018) e in Spagna (dal 16,4% al 14,1%).
Per quel che ci riguarda, è difficile fare previsioni sul mercato del lavoro quando gli investimenti sono in contrazione e in cui non vi sono misure per lo sviluppo che possano provocare un’inversione di tendenza.
A livello europeo, vi è però un elemento da tenere presente: a maggio vi sono le elezioni e vogliamo pensare che la nuova Ue avrà chiaro che necessita di un piano straordinario per il lavoro, soprattutto per paesi come Italia, Spagna, Francia e Grecia, dove gli indicatori della disoccupazione sono più alti.
Naturalmente, o si trovano risorse per qualche investimento nell’area mediterranea, o si concede più flessibilità agli stessi Paesi per il medesimo scopo. Dopodiché, oggi più che mai è importante spendere bene il denaro e finalizzarlo alla creazione di valore. E anche questa è una bella impresa.
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