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Perché la mossa di Tencent con WeChat ha squassato le borse cinesi

I titoli tecnologici cinesi affondano mentre i timori di regolamentazione colpiscono Tencent

 

Scivolano di nuovo giù le borse cinesi trascinate dalle mosse di Pechino e Tencent.

Come riporta l’Agi, “in due giorni l’indice Nasdaq Golden Dragon China, che si riferisce ai titoli del comparto quotati a New York, ha perso il 15% in due giorni, con il peggior caso dal 2008, mentre ad Hong Kong il paniere dei tecnologici ha perso l’8,7% nella seduta di oggi”.

Le vendite hanno bersagliato gruppi di primo piano a livello mondiale come Tencent, che ha perso l’8,98%, con Alibaba in rosso del 7,7% e la piattaforma di consegne Meituan che ha lasciato sul terreno il 17,66%.

Altra mossa che ha spaventato gli investitori è la pressione su Didi Chuxing, finita sotto indagine per la sicurezza dei dati dopo la quotazione a New York.

L’ultima notizia che ha pesato sul comparto è stata la scelta di Tencent di sospendere le registrazioni di nuovi utenti su WeChat per “allinearsi a tutte le leggi e i regolamenti pertinenti”.

LA MOSSA DI WECHAT (TENCENT)

WeChat ha temporaneamente sospeso la registrazione di nuovi utenti nella Cina continentale poiché è sottoposto a un aggiornamento tecnico “per allinearsi alle leggi e ai regolamenti pertinenti”. Lo ha dichiarato martedì la piattaforma di messaggistica istantanea dominante in Cina (oltre 1,2 miliardi di utenti attivi mensili cinesi all’inizio di quest’anno) di proprietà del colosso tecnologico Tencent.

Non è immediatamente chiaro a quale legge WeChat si riferisca nel suo annuncio, ma la mossa arriva nel mezzo di un ampio giro di vite sulle aziende tecnologiche da parte dei regolatori cinesi.

Tencent è infatti l’ultima azienda cinese ad affrontare il controllo normativo nel più grande mercato Internet del mondo.

La scorsa settimana il gruppo era già finito nel mirino per la propria posizione dominante nello streaming musicale. Tuttavia, questa è la prima volta che WeChat, che opera come una super-app in Cina, ha dovuto fare un passo di questo tipo in più di un decennio. Oltre a offrire un servizio di messaggistica, WeChat consente agli utenti di effettuare pagamenti online e accedere a una serie di servizi finanziari.

IL GIRO DI VITE DEL GOVERNO DI PECHINO

La Cina sta rafforzando le politiche in materia di privacy e sicurezza dei dati. Sta preparando una legge sulla protezione delle informazioni personali, che richiede alle piattaforme tecnologiche di imporre misure più rigorose per garantire l’archiviazione sicura dei dati degli utenti.

Ma non solo.

Il governo cinese sta stringendo anche sulle regole per le quotazioni all’estero: l’autorità di regolamentazione della sicurezza informatica del Paese ha annunciato l’intenzione di rivedere tutti gli elenchi all’estero di società con più di 1 milione di utenti per motivi di sicurezza nazionale.

CEDONO I LISTINI CINESI

Tutte queste notizie, assieme alle nuove preoccupazioni legate alla diffusione della variante Delta del Covid, hanno portato a fortissime vendite sui listini cinesi.

A partire da quelli Hong Kong, dove l’Hang Seng ha chiuso in ribasso del 4,22% sui minimi da novembre. Anche gli indici di Shangai e Shenzhen hanno fermato le contrattazioni in rosso, perdendo il 2,49 e il 3,33%.

DIVISI GLI ANALISTI

Il consulente tecnologico con sede a Pechino Zhou Zhanggui sostiene che gli investitori stavano reagendo in modo eccessivo alla “rettifica” delle società tecnologiche cinesi, riporta Reuters. “La sospensione delle registrazioni di nuovi utenti su WeChat non ha un impatto sostanziale su Tencent a breve termine”, ha affermato Zhou.

“Ho mai visto qualcosa di simile? No”, ha dichiarato al Ft Louis Tse, fondatore della società di brokeraggio di Hong Kong Wealthy Securities. Tse ha aggiunto che le ripercussioni dell’ultima mossa normativa contro Tencent sono “profonde”.

IL COMMENTO DELL’ANALISI DI GENERALI INVESTMENTS

Ha commentato Filippo Casagrande, Head of Insurance Investment Solutions at Generali Investments:I titoli cinesi hanno registrato un brusco calo sia lunedì che oggi, un selloff innescato dalla dichiarata volontà di un giro di vite regolamentare sul settore dell’istruzione privata. Gli investitori sono sempre più preoccupati per gli input secondo cui il governo cinese potrebbe chiedere alle società di istruzione private di convertirsi in organizzazioni non profit, limitando così in definitiva la capacità di queste società di generare profitti. Prevediamo che ulteriori pressioni da parte delle autorità di regolamentazione cinesi continueranno a pesare su questi titoli nei prossimi 6-12 mesi. Mentre le autorità politiche cinesi si concentrano sull’alleviare gli oneri finanziari per le famiglie di reddito medio e sulla ripresa economica dopo la crisi legata al Covid-19, potrebbe aumentare la pressione delle riforme sul settore privato, come le società tecnologiche e i servizi medici. I rischi normativi rimangono elevati e per questo motivo le azioni cinesi possono essere sensibili al ribasso nel breve termine. In una prospettiva a lungo termine, valutiamo gli interventi normativi verso i titoli cinesi Internet-related attraverso una lente costruttiva, mentre le autorità cercano di raggiungere un giusto equilibrio tra la promozione dell’impresa privata e il raggiungimento delle ricercate riforme normative sulla concorrenza”.

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