La Grecia va in controtendenza e, mentre sono sempre di più i Paesi e le aziende che sperimentano la settimana lavorativa corta, Atene la estende a 6 giorni. Il provvedimento interessa le società private che erogano servizi 24 ore su 24 e, secondo il governo, servirà ad aumentare la produttività e a sopperire alla carenza di lavoratori qualificati. Ma i sindacati insorgono.
LE MOTIVAZIONI DEL GOVERNO
Marx si starà rivoltando nella tomba ma produttività è la parola d’ordine dell’esecutivo greco, che ha deciso di introdurre la settimana lavorativa di 48 ore. Il governo del primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, sostiene che l’iniziativa “è stata resa necessaria dal duplice pericolo del calo demografico e della carenza di lavoratori qualificati”.
Mitsotakis ha infatti descritto il previsto cambiamento demografico come una “bomba a orologeria” e, da quando alla fine del 2009 è scoppiata la crisi del debito, durata quasi dieci anni, si stima che circa 500.000 greci, per lo più giovani e istruiti, siano emigrati.
L’iniziativa rientra in una serie più ampia di leggi sul lavoro approvate lo scorso anno.
COSA PREVEDE LA SETTIMANA LAVORATIVA DI 6 GIORNI
La lunga settimana lavorativa di 6 giorni si applicherà solo alle imprese private che forniscono servizi 24 ore su 24. Il personale di alcune industrie e strutture manifatturiere, hanno riferito i funzionari, potrà scegliere se lavorare due ore in più al giorno o effettuare un turno supplementare di otto ore. Chi lavorerà per un totale di 48 ore settimanali riceverà un supplemento del 40% al salario giornaliero.
Entrambe le scelte – sostiene il governo di centrodestra – risolveranno il problema dei dipendenti che non vengono pagati per gli straordinari e affronteranno anche il dilagante problema del lavoro nero.
LA RIVOLTA DEI SINDACATI…
“In realtà questa riforma è stata approvata da un governo ideologicamente impegnato a generare profitti sempre maggiori per il capitale”, ha dichiarato Akis Sotiropoulos, membro del comitato esecutivo del sindacato dei dipendenti pubblici Adedy. “Una migliore produttività si accompagna a migliori condizioni di lavoro, a una migliore qualità della vita [per i dipendenti] e questo, lo sappiamo, significa meno ore, non di più”.
“Non ha alcun senso – ha aggiunto Sotiropoulos -. Quando quasi tutti gli altri Paesi civilizzati stanno adottando una settimana di quattro giorni, la Grecia decide di andare nella direzione opposta”.
Secondo il Guardian, la misura è stata resa possibile in parte dal fatto che anche i sindacati hanno visto il loro potere ridursi in seguito all’adozione di misure di austerità da parte di Atene che, afflitta dal debito, ha ricevuto in cambio fondi di salvataggio durante la crisi finanziaria del Paese.
… E DEI PENSIONATI
Ma nel dibattito sono intervenuti anche i pensionati. “Quello che il governo sta dicendo è essenzialmente ‘vai a lavorare più a lungo, chiuderemo un occhio anche se sei un pensionato'”, ha detto Grigoris Kalomoiris, a capo del sindacato degli insegnanti in pensione (Pesek).
“Sa che la maggior parte dei greci, con uno stipendio medio mensile di 900 euro, può sopravvivere solo fino al 20 del mese. Quest’ultima barbara misura non risolverà il problema fondamentale della carenza di manodopera e molti di noi ritengono che sia molto ingiusta nei confronti dei giovani greci disoccupati che potrebbero non avere mai un lavoro”.
LA SITUAZIONE LAVORATIVA IN GRECIA
Per i critici, la riforma, oltre a erodere le protezioni legali e a far regredire i diritti dei lavoratori, è una vera e propria “barbarie”. Si teme anche per la libertà che viene lasciata ai datori di lavoro. Starà a loro infatti stabilire se è necessario un sesto giorno.
La controversa novità si inserisce in un quadro già discutibile. Come osserva Dw, “Dopo 15 anni di recessione e austerità e tre pacchetti di salvataggio che hanno comportato dure condizioni, il lavoro in Grecia non è più strettamente regolamentato. I contratti collettivi sono stati congelati per anni e in molte aziende il personale lavora sulla base di contratti di lavoro individuali”.
“Mentre la settimana lavorativa di 40 ore è ancora ufficialmente in vigore – prosegue l’articolo -, i datori di lavoro sono autorizzati a richiedere al personale di lavorare fino a due ore non retribuite al giorno per un periodo limitato, in cambio di più tempo libero. In teoria, questo lavoro aggiuntivo è volontario. In realtà, però, in molte aziende e luoghi di lavoro i lavoratori sono costretti a lavorare più ore senza ricevere alcuna forma di compensazione”.
I sindacati sostengono da tempo che gli straordinari permettono ai datori di lavoro di non assumere più personale e il Paese, sia secondo Dw che il Guardian, è tristemente noto per la carenza di ispezioni sul posto di lavoro. Inoltre, per Aris Kazakos, professore emerito di diritto del lavoro a Salonicco e noto esperto di diritto, la settimana lavorativa di 6 giorni aumenta i rischi per la sicurezza del personale nei settori industriali. E, in Grecia, già oggi il numero di incidenti sul lavoro è elevato: solo nel 2023 si sono registrati 179 decessi contro i 104 dell’anno precedente.
UNA SCELTA IN CONTROTENDENZA
Nonostante Mitsotakis affermi che la nuova legge “mette la Grecia in linea con il resto d’Europa”, i dati Eurostat raccontano un’altra storia. Ovvero che i greci, con una media di 39,8 ore settimanali, lavorano già più di tutti gli altri Paesi Ue. Ma non finisce qui. Con un salario minimo mensile di 830 euro, la Grecia è al 15° posto nell’Ue e in termini di potere d’acquisto è al penultimo posto in Europa. Una situazione che favorisce inevitabilmente la fuga dei cervelli.
Inoltre, il futuro del lavoro sembra andare da tutt’altra parte. Come ricorda il quotidiano britannico, la sperimentazione della settimana lavorativa corta “ha ripetutamente dimostrato un aumento della produttività, attribuito dai ricercatori a una maggiore concentrazione”. Nel 2022 il Belgio ha legiferato per dare ai dipendenti il diritto legale di distribuire la settimana lavorativa su quattro giorni invece che su cinque e Regno Unito, Germania, Giappone, Sudafrica e Canada hanno avviato programmi pilota.
I DATI EUROSTAT
Stando all’ultimo report Eurostat su quante ore lavorano gli europei, si evidenziano notevoli differenze tra i Paesi Ue. Le settimane lavorative più lunghe sono state registrate per l’appunto in Grecia (39,8 ore), Romania (39,5), Polonia (39,3) e Bulgaria (39,0).
I Paesi Bassi, invece, hanno registrato la settimana lavorativa più breve (32,2 ore), seguiti da Austria (33,6) e Germania (34,0).
In Italia si registra una media di 36,1 ore settimanali.