In una settimana caratterizzata dalle elezioni presidenziali statunitensi e dalla volatilità dei mercati, la Federal Reserve ha tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base, come previsto. In presenza di queste interferenze e messaggi generalmente positivi dai recenti dati macro, il presidente della Fed Jerome Powell ha sottolineato che i rischi economici al ribasso sono diminuiti, ma che il tasso di riferimento rimane al di sopra della neutralità, suggerendo che è ancora probabile che vengano effettuati tagli graduali nel tempo. Sebbene abbia rifiutato di fornire indicazioni sulla decisione sui tassi alla riunione di dicembre, ha sottolineato che le recenti elezioni presidenziali non influenzeranno tale decisione.
A nostro avviso, i segnali della riunione della Fed di novembre e i recenti segnali dei dati macro che indicano una riaccelerazione dell’economia nel terzo trimestre – con la probabilità che il forte slancio continui – suggeriscono che le probabilità di un altro taglio dei tassi a dicembre sono diminuite. Dato che la Fed ha già tagliato i tassi di 75 punti base da settembre, ha la flessibilità di muoversi lentamente e metodicamente da qui in poi.
NESSUNA NOVITÀ A NOVEMBRE
Powell non ha fornito molte indicazioni durante la conferenza stampa, né la Fed ha rilasciato nuove proiezioni durante la riunione di novembre. Anche le modifiche alle dichiarazioni sono state modeste, come Powell ha sottolineato nelle sue dichiarazioni. Powell ha inoltre respinto la necessità di adottare misure drastiche in entrambe le direzioni, sostenendo che le recenti revisioni del Pil hanno ridotto i rischi di ribasso rispetto allo stato dell’economia al momento dell’ultima riunione della Fed a settembre, e sottolineando al contempo che le aspettative di inflazione a lungo termine rimangono ancorate. Powell ha citato l’accresciuta incertezza delle prospettive e riteniamo che la Fed si muoverà con cautela, riportando lentamente i tassi verso la neutralità, pur rimanendo dipendente dai dati.
L’ECONOMIA STATUNITENSE RIMANE SOLIDA NONOSTANTE LE INCERTEZZE
Dall’ultima riunione della Fed a settembre, i dati rilasciati indicano che l’economia statunitense continua a essere resiliente. La crescita del Pil reale è stata di nuovo forte nel terzo trimestre, guidata da un’impennata del 3,7% su base annua dei consumi reali, con una revisione al rialzo dei dati del PIL precedenti. Anche l’inflazione si è consolidata e le conseguenze di due gravi uragani potrebbero rallentare o bloccare i progressi nel controllo dell’inflazione, almeno temporaneamente. Inoltre, potremmo assistere a una ripresa dell’attività economica nel 4° trimestre, in quanto le imprese e i consumatori anticipano l’attività in vista di potenziali dazi nuovi o più elevati nel 2025. Questi fattori hanno sostenuto la decisione della Fed di rallentare il ritmo dei tagli dei tassi da 50 a 25 punti base e di segnalare flessibilità e dipendenza dai dati in futuro.
Nonostante la recente resilienza, riteniamo che la Fed abbia la flessibilità necessaria per rimanere su un percorso di modesta riduzione dei tassi. Il graduale aumento della disoccupazione in un mercato del lavoro generalmente equilibrato favorisce un ritorno alla neutralità. Visti i progressi compiuti quest’anno sul fronte dell’inflazione, riteniamo che la Fed possa ridurre gradualmente i tassi fino a un livello più normale o neutrale, facendo una pausa se necessario; ci vorrebbe un’accelerazione significativa dell’inflazione – che a questo punto riteniamo ancora poco probabile – per giustificare una ripresa dei rialzi. Il rapporto sull’occupazione relativamente debole di ottobre (anche al netto delle distorsioni temporanee dovute a uragani e scioperi) ha inoltre sottolineato il rischio che un raffreddamento più concreto del mercato del lavoro possa spingere la Fed a tagliare in modo più aggressivo.
I funzionari della Fed dovranno anche incorporare gli effetti economici dei cambiamenti della politica fiscale e commerciale del Presidente Trump. Riteniamo che stiano aspettando di mettere un po’ di distanza dalle elezioni, oltre a raccogliere ulteriori dati sull’inflazione e sul mercato del lavoro, prima di fornire indicazioni dettagliate attraverso proiezioni aggiornate alla riunione di dicembre. Se da un lato potremmo assistere a qualche modesto aggiornamento delle proiezioni, dall’altro riteniamo che la Fed sia pronta a tagliare più rapidamente se si materializzano rischi al ribasso per i mercati del lavoro. A gennaio e più avanti, una maggiore chiarezza da parte del Congresso e della Casa Bianca permetterà di perfezionare la traiettoria della Fed.
L’INCERTEZZA POLITICA NON DISTRARRÀ LA FED
Molti osservatori si chiedono cosa potrebbe accadere alla Fed e al presidente Powell quando il presidente Trump tornerà alla Casa Bianca. Siamo fiduciosi che la Fed manterrà la sua indipendenza e si concentrerà sul suo duplice mandato indipendentemente dalle interferenze politiche. Da un lato, il mandato del presidente Powell dura fino al maggio 2026 e lui ha usato la conferenza stampa per segnalare con forza la sua intenzione di portare a termine il suo mandato. In effetti, alla maggior parte dei membri del Consiglio della Federal Reserve manca ancora un significativo lasso di tempo per concludere il proprio mandato, quindi il Presidente Trump potrà nominare solo pochi nuovi funzionari, e per giunta con molta calma.
La Fed deve rendere conto al Congresso, che l’ha istituita e ne ha stabilito il mandato, e alla popolazione. La sua indipendenza le consente di attuare una politica monetaria basata su dati, analisi e giudizi, libera da influenze politiche. Negli ultimi anni, diversi candidati alla Fed, sia da parte di presidenti repubblicani che democratici, hanno incontrato difficoltà nel processo di conferma da parte del Senato e non sono entrati a far parte del consiglio. I tagli dei tassi della Fed sia prima che dopo il giorno delle elezioni e il costante rifiuto dei funzionari della Fed di commentare gli sviluppi politici sottolineano la loro determinazione.
Tuttavia, anche se ci aspettiamo che la Fed rimanga apolitica, nel definire la politica monetaria i banchieri centrali dovranno tenere conto di qualsiasi cambiamento di politica fiscale o commerciale che influisca sull’economia. Per il momento, riteniamo che la Fed abbia spazio di manovra per continuare a normalizzare gradualmente i tassi in attesa di chiarezza da parte della nuova amministrazione.