Skip to content

bei eda industria difesa

Perché la difesa europea è ancora lontana secondo il numero uno di Airbus Defence and Space

In un'intervista al Financial Times, Michael Schoellhorn, ceo Airbus Defence and Space, sostiene che la politica industriale della difesa in Europa rimane ancora troppo frammentata nonostante lo scenario delineato dalla guerra in Ucraina

“L’incoraggiamento politico o l’ambizione di fare passi verso la difesa europea non sta accadendo”.

È quanto ha sentenziato Michael Schoellhorn, amministratore delegato di Airbus Defence and Space, uno dei maggiori produttori del Vecchio Continente, in un’intervista al Financial Times.

Mentre un piccolo numero di aziende della difesa domina il mercato negli Stati Uniti, il settore europeo della difesa – che è entrato in una fase di boom dopo l’invasione russa dell’Ucraina – è considerato altamente frammentato.

Tuttavia, il livello di collaborazione tra paesi e tra industrie in Europa si è “deteriorato negli ultimi anni”, sostiene il numero uno di Airbus Defence. Secondo Schoellhorn, i paesi europei invocano solo “a parole” la collaborazione per la difesa, con priorità di approvvigionamento guidate principalmente da considerazioni nazionali.

SE MOLTO È STATO FATTO….

Proprio questa settimana il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato in via definitiva nuove misure per aumentare la produzione di munizioni e missili nell’Ue per far fronte all’attuale carenza. L’Atto a sostegno della produzione di munizioni (Asap) mira ad accelerare la consegna di munizioni e missili all’Ucraina, aiutando i Paesi Ue a rifornire i propri arsenali, introducendo misure specifiche, tra cui un finanziamento di 500 milioni di euro e incrementando la capacità produttiva dell’Ue per far fronte all’attuale carenza di prodotti per la difesa, in particolare munizioni per l’artiglieria, missili e loro componenti.

Il ceo di Airbus Defence and Space ha riconosciuto che molto è stato fatto, in particolare sulla produzione di munizioni, ma anche attraverso il lancio di diverse iniziative paneuropee per promuovere gli appalti congiunti.

RIMANGONO LE STESSE SFIDE PER LA DIFESA EUROPEA

Tuttavia, molte sfide storiche rimangono le stesse per la difesa europea.

“Gli Stati Uniti hanno sicuramente dato il via alla loro base industriale come parte del loro sistema di difesa”, ha evidenziato al Ft Schoellhorn. In Europa, invece, “in generale ci è voluto troppo tempo, non è abbastanza decisivo e c’è troppa frammentazione”.

E a questo proposito ha sottolineato che “non c’è ancora abbastanza chiarezza a lungo termine sull’acquisizione di sistemi d’arma più grandi come aerei e carri armati”. “Per tali sistemi, l’industria non si limiterà a pre-investire e sperare che qualcuno prenda quelle piattaforme”, ha affermato Schoellhorn.

RIVALITÀ TRA I PROGRAMMI FCAS E TEMPEST (ORA GCAP)

Basti pensare che per i sistemi di combattimento aereo del futuro, in Europa al momento ci sono ben due grandi iniziative rivali. Da una parte il Fcas, il programma franco-tedesco-spagnolo per il caccia di sesta generazione per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli.

Dall’altra parte ci sono Italia e Regno Unito che insieme al Giappone hanno annunciato tramite un comunicato congiunto il lancio del Global Combat Air Programme (Gcap) per lo sviluppo di un aereo da combattimento di nuova generazione entro il 2035. L’accordo combina di fatto il progetto Tempest — a guida britannica a cui partecipa il nostro paese per sostituire i caccia Typhoon — con il programma F-X giapponese in un’impresa chiamata Global Combat Air Program (GCAP),  relativo allo sviluppo di un sistema di sistemi di nuova generazione e operazioni multi-dominio.

DISPERSIONE DELLE RISORSE

Infine, secondo il ceo di Airbus Defence and Space c’è ancora una tendenza a “tornare ai campioni nazionali e alle opinioni nazionali in materia di approvvigionamento e armamento”. “Ciò è strategicamente sbagliato per l’Europa perché non avremo il pugno di cui abbiamo bisogno, disperderemo i soldi su troppi sistemi”.

Torna su