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Diasorin

Perché la Consob ha multato Diasorin per i test Covid

La società italiana di diagnostica Diasorin ha ricevuto dalla Consob una sanzione di 100mila euro e interdetto temporaneamente il suo ad Carlo Rosa, cui è stata comminata anche una multa da 20mila euro. Ecco i motivi dei provvedimenti. Tutti i dettagli

 

La storia risale alla primavera 2020, in piena pandemia, e la decisione della Consob di comminare una multa da 100mila euro a Diasorin allo scorso febbraio ma solo ieri la notizia è stata confermata dalla società di diagnostica, che ha annunciato di avere impugnato il provvedimento.

La Consob ha anche previsto una sanzione di 20mila euro per l’ad dell’azienda, Carlo Rosa, e la sua temporanea interdizione, provvedimento per cui richiederà l’immediata sospensione dell’efficacia.

Il titolo non ha comunque risentito delle turbolenze.

L’ACCUSA DELLA CONSOB A DIASORIN…

La Consob ha comminato la multa da 100mila euro a Diasorin per aver violato gli obblighi informativi previsti dal Regolamento europeo sugli abusi di mercato (Mar) che, ricorda l’autorità, “stabilisce l’obbligo dell’emittente di comunicare al pubblico, quanto prima possibile, le informazioni privilegiate che lo riguardano direttamente”. Secondo l’accusa, infatti, le notizie riguardanti i test Covid dell’azienda andavano trattate alla stregua di comunicazioni privilegiate.

…E IL PROVVEDIMENTO NEI CONFRONTI DELL’AD

Muovendo dai medesimi presupposti circa la presunta natura privilegiata delle informazioni oggetto della sanzione amministrativa pecuniaria, ha anche comminato all’ad Rosa una multa da 20mila euro e applicato la conseguente sanzione amministrativa accessoria obbligatoria consistente nella temporanea interdizione dallo svolgimento di funzioni di amministrazione, direzione e controllo di società quotate, per due mesi.

A Rosa, chiarisce il comunicato dell’azienda, non viene contestata alcuna operazione di acquisto o di vendita di azioni DiaSorin, né tantomeno di avere operato o sollecitato altri ad operare sui titoli in maniera illecita.

COSA ERA SUCCESSO

Come riportato dalla nota, il provvedimento si riferisce alle informazioni rese note al mercato con i comunicati stampa diffusi il 10 marzo 2020 e il 7 aprile 2020 relativi al completamento degli studi per il lancio, rispettivamente, di un test molecolare e di un test sierologico per la diagnosi e l’identificazione della risposta immunitaria al SARS-CoV-2, informazioni che – secondo Consob – la società avrebbe dovuto classificare come privilegiate.

LA RISPOSTA DI DIASORIN

Diasorin, tuttavia, afferma che il suo comportamento è stato “coerente con il passato, in quanto lo sviluppo di nuovi prodotti non era mai stato trattato come informazione privilegiata, nonché allineato a quello tenuto da tutti gli altri operatori diagnostici del mercato europeo”.

La società inoltre ha riferito di aver già impugnato il provvedimento sanzionatorio che la coinvolge e Rosa procederà tempestivamente a impugnare, dinanzi alla competente Corte d’Appello di Milano, quello che riguarda lui, al fine di ottenerne l’annullamento.

Nel frattempo, in attesa della pronuncia da parte dell’autorità giudiziaria, Rosa si atterrà al provvedimento emanato nei suoi confronti.

Il consiglio di amministrazione, infine, “conferma che il sistema di governance e di deleghe adottato dalla società è idoneo a garantire la piena operatività del business” e “rinnova la sua totale fiducia nel proprio amministratore delegato”.

IN BORSA CALMA PIATTA

Anche la Borsa sembra non preoccuparsi molto della vicenda. Nonostante tutto, infatti, Il Sole24Ore riferisce che ieri non c’è stata alcuna ripercussione sul titolo, che ha chiuso a 98,26 euro (+1,3%).

Definisce, inoltre, “equilibrata” la reazione degli analisti. “Per Banca Akros – si legge nell’articolo – l’azienda ha adottato una pratica in linea con il settore” e ritiene che “il ricorso avrà elevate probabilità di successo”, ed “Equita ha confermato il buy e si aspetta una risposta dalla Corte d’Appello entro 2-4 settimane”.

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