In vista della riunione della Bce di giovedì, occorre tenere in considerazione due fattori principali: la spaccatura tra falchi e colombe e la diversa composizione del board dei votanti tra settembre ed ottobre.
I FALCHI DELLA BCE
Sul primo punto, la componente “falco” (capeggiata dalla Bundesbank) spinge per un rialzo dei tassi, attribuendo il calo della domanda interna, in atto da fine 2022 (soprattutto in Germania), ad un atteggiamento preventivo volto all’estrema cautela da parte dei consumatori, per il timore di un’inflazione alta e persistente.
OTTICA BUNDESBANK
Di conseguenza, nell’ottica della Bundesbank, un rialzo dei tassi servirebbe a cercare di convincere i consumatori che la Bce fa sul serio nella lotta all’inflazione.
RIALZO DEI TASSI?
A tal proposito, un rialzo dei tassi servirebbe anche nella misura in cui potrebbe frenare il deprezzamento dell’euro, riducendo i rischi di inflazione importata, in modo particolare ora che il Brent è ritornato a 90$/b.
IL RUOLO DELLE COLOMBE
Discorso diametralmente opposto da parte delle colombe, un atteggiamento tipicamente espressione del Sud Europa, dove il calo della domanda è stato molto più recente.
FATTORE BOARD BCE
Il secondo fattore riguarda la composizione del board dei votanti della Bce: a settembre, in base alla consueta turnazione mensile, alcuni “falchi” (ad esempio Germania e Belgio) non voteranno. Discorso opposto per ottobre, quando invece non voteranno alcune “colombe”, come Spagna ed Irlanda.
GLI SCENARI SULLA RIUNIONE DELLA BCE DEL 14 SETTEMBRE
L’incontro potrebbe comunque chiudersi con un esito più “falco”: Lagarde potrebbe infatti alternativamente procedere già ora ad un rialzo, oppure effettuare una pausa, dipingendola nella conferenza stampa come molto probabilmente non definitiva.
In questo modo lascerebbe implicitamente intendere che il rialzo sarebbe solo rinviato alla riunione del 24 ottobre.