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BCE

La Bce calmerà le preoccupazioni sull’inflazione

La Bce si trova tra l'incudine e il martello con l'indebolimento dell'attività economica nell'area euro, mentre l'inflazione è a un livello record. L'analisi di Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments

 

La riunione del Consiglio della Bce di ottobre 2021 avviene tra due riunioni decisive (quella dello scorso settembre e quella del prossimo dicembre) in cui sono aggiornate le previsione economiche e, salvo circostanze eccezionali, il tono della politica monetaria.

Detto questo, l’ultimo peggioramento delle prospettive nel rapporto crescita-inflazione rende questa riunione importante. La Bce si trova sempre più tra l’incudine e il martello, poiché l’economia della zona Euro attraversa un periodo di indebolimento, mentre l’inflazione è ad un livello record e la pressione sui prezzi sta aumentando. Lo scenario “goldilocks” della banca centrale dell’ultimo decennio, con un’inflazione – a volte in modo preoccupante – al di sotto dell’obiettivo, che giustificava misure politiche eccezionali e quindi sosteneva l’attività e i mercati, è giunto al termine. I mercati valuteranno la reazione della Bce.

Non solo l’inflazione è in forte aumento, ma anche la pressione sui prezzi sta crescendo sempre di più. La componente relativa ai prezzi alla produzione dell’indice PMI Composite di ottobre si è attestata a 60,3, il livello più alto da oltre dieci anni, mentre l’inflazione PPI a luglio era al 13,7% su base annua e la compressione dei margini continua. I colli di bottiglia legati alle carenze di input chiave come i semiconduttori e i problemi di ricostruzione delle catene del valore persistono. Allo stesso modo, le aspettative di inflazione su tutte le scadenze (da 1 anno a 30 anni) sono attualmente un po’ al di sopra del 2%. Il rischio che le aspettative d’inflazione possano disancorarsi dall’obiettivo della Bce è chiaramente aumentato.

Il compito principale della Presidente Lagarde nella riunione politica di ottobre sarà quello di calmare le preoccupazioni del mercato sull’inflazione e circa il fatto che la Bce stia attendendo troppo a lungo. La Presidente Lagarde dovrà procedere lungo una linea sottile per tenere sotto controllo le aspettative d’inflazione senza essere costretta dai mercati ad una vera e propria azione politica.

Il Consiglio Europeo probabilmente affronterà la questione attraverso il tono del comunicato. In un recente discorso, la Presidente Lagarde ha valutato ancora il picco d’inflazione come un fenomeno transitorio, ma ha sottolineato i rischi al rialzo per l’inflazione legati alla persistenza dei colli di bottiglia e alla crescita dei salari più alta del previsto, attestando che la Bce “continua a monitorare attentamente il rischio circa le prospettive dell’inflazione”. Ci aspettiamo che queste osservazioni trovino spazio anche nella dichiarazione introduttiva di ottobre, intensificando così il tono rispetto alla riunione di settembre.

Allo stesso tempo continuerà a mettere in evidenza i fattori straordinari (ad esempio il taglio temporaneo dell’Iva in Germania, gli effetti base sull’energia, la ripresa post-Covid, i colli di bottiglia) che spingono l’inflazione attualmente sopra il 3% su base annua e li contrasterà con varie misure d’inflazione sottostante (PCCI, supercore, HICP ex energia) sottolineando che sono ancora sotto la soglia del 2%. Il messaggio implicito sarà che la soglia per l’innalzamento dei tassi è ancora lontana. I

mercati stanno attualmente prezzando un tasso di deposito di zero a 3 anni, di -0,15 a 2 anni e -0,43 a 1 anno. Tra le righe comunicherà che il (probabile) aggiustamento verso l’alto della traiettoria dell’inflazione alla riunione di dicembre non altererà le prospettive dei tassi e che i mercati si sono spinti troppo oltre nelle loro aspettative sul rialzo dei tassi.

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