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Perché io, albergatore, critico il governo. Parla Simone Furlan

Conversazione di Paola Sacchi con Simone Furlan, imprenditore-albergatore del Nord-Est

Simone Furlan, imprenditore-albergatore del Nord-Est, insieme con migliaia di italiani abbiamo visto il video, che ha pubblicato via Facebook dal suo bell’hotel a 4 stelle, desolatamente vuoto. Ci perdoni, per il paragone cinematografico, ma abbiamo subito per un attimo ripensato a “Shining”. Lei lancia un grido di dolore, di ferma protesta nei confronti del governo Conte 2. E dice: non ci stiamo a “fallire” così. Qual è la storia e la situazione del suo albergo?

Il paragone cinematografico è assolutamente calzante solo che in questo caso è la crisi che sembra rincorrerci con l’accetta e il governo sta facendo a pezzi le nostre piccole e medie imprese. Da un lato non capendo la portata devastante di questa crisi e dall’altro sfornando decreti su decreti che di concreto hanno poco o nulla. Ho terminato la costruzione dell’hotel nel 2012 e dopo un iniziale avviamento siamo diventanti una delle strutture di riferimento del nostro territorio puntando sulla qualità dei servizi e sulla costante formazione del nostro personale. Lavoravamo stabilmente con una occupazione media pari al 90% , ma a fine febbraio con questa epidemia è come se fosse scoppiata una bomba.

Quali reazioni ha avuto il suo video? Immagino che l’abbiano chiamata in tanti.

Ho girato quel video per portare una testimonianza alla politica dei palazzi romani, così distante dalla realtà delle imprese, di cosa noi imprenditori stiamo vivendo. Per far toccare con mano al Presidente Conte la carne viva sulla quale i suoi decreti impattano. Non immaginavo che il video sarebbe diventato virale e avrebbe raggiunto centinaia di migliaia di persone. Da diversi giorni sono subissato di telefonate, mail e messaggi di persone e imprenditori da tutta Italia, nella mia stessa situazione, che si sentono completamente abbandonati e oltre a manifestare solidarietà mi chiedono di unire le forze e andare a Roma per far ascoltare le nostre istanze. Molti lamentano la scarsa efficacia delle associazioni di categoria.

Come passa le sue giornate?

I capitani di impresa, come i comandanti delle navi, sono gli ultimi ad abbandonare la nave, così al fine di salvare la mia impresa ho dovuto mettere in cassa integrazione quasi tutto il personale e mettermi in prima linea. Assieme al mio socio abbiamo deciso, più per orgoglio che per convenienza, di non chiudere l’hotel e ci stiamo alternando con turni che arrivano anche alle 18 ore giornaliere.
Spero di poter al più presto reinserire in azienda i miei collaboratori che sono la mia famiglia allargata e meritano la certezza di un lavoro che doni serenità alle loro famiglie.

Può ripeterci cosa ha ricevuto finora dai provvedimenti governativi e cosa chiede al governo?

Ad oggi 19 aprile 2020, tolta la cassa integrazione, misura che già avevo come ammortizzatore sociale, non ho visto assolutamente nulla di nulla, concretamente non un solo euro. Al governo chiediamo innanzitutto di calarsi nella realtà per capire la portata della devastazione. Poi chiediamo di fare qualcosa di concreto con urgenza assoluta, non si può caricare il peso della più grave crisi dal dopo guerra totalmente sulle spalle delle imprese facendole indebitare. Occorre un piano strategico con una visione di lungo termine. Ad esempio una pace fiscale vera che dia serenità per qualche anno, una tassazione di emergenza massimo al 30% che consenta di rilanciare le nostre imprese e salvaguardare i posti di lavoro e un accesso al credito veramente agevolato, con tassi ridotti.

Propone a tutti gli altri albergatori italiani, che vivono come lei in hotel desolatamente vuoti, anche per vigilare su quello che hanno costruito con le fatiche di una vita (ne conosco diversi anche nella mia Orvieto, in Umbria) di esser ricevuti a Roma?

Penso sia incredibile che nelle innumerevoli task force che il governo ha istituito non ci sia una rappresentanza di piccoli e medi imprenditori che potrebbero portare la concretezza e le necessità di tutti i giorni, ma tutto ciò rappresenta, per l’appunto, la distanza di questo governo dalla realtà. Pertanto sarebbe un bel gesto da parte di Conte ricevere una nostra rappresentanza anche perché stiamo elaborando delle idee molto interessanti a costo zero per lo Stato.

Nel video sottolinea che di fatto più che pioggia è grandine sul bagnato, perché già la situazione era difficile prima. E ricorda gli imprenditori morti suicidi nel Nord-est. Come è la situazione anche in altri settori?

Veniamo da anni difficili dove la nostra economia ha segnato il passo rispetto ad altre nazioni della stessa eurozona. Le nostre aziende operavano già svantaggiate in un mercato globale costrette a competere con aziende di paesi vicini sottoposte a tassazioni molto più basse e meno burocrazia. Il nord est che ha un tessuto imprenditoriale molto sviluppato ha pagato un tributo enorme di suicidi da parte di imprenditori. Il nostro modello imprenditoriale sovrappone lavoro e famiglia e venendo a mancare l’attività molti non hanno trovato altre giustificazioni per combattere. Tutto questo è inaccettabile in uno Stato che voglia definirsi civile.

Cosa pensa degli attacchi da parte di una certa narrazione di sinistra all’imprenditoria, al “capitalismo” in quanto tale? Mentre contemporaneamente è in atto una offensiva giudiziaria nei confronti della Lombardia, epicentro della tragedia Coronavirus.

Penso che vivano in un mondo che non esiste più, alcuni stessi sindacati difendono più la loro esistenza che i diritti dei lavoratori e sono anacronistici. Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale di questo Paese e nelle aziende titolari e dipendenti lavorano gli uni al fianco degli altri producendo tra mille difficoltà prodotti di assoluta eccellenza. Quanto alle vicende della Lombardia credo sia in atto la solita offensiva da parte di una giustizia politicizzata che ad orologeria, come succede da vent’anni, cerca di eliminare gli avversari politici laddove non ci riesca la politica. Penso sia vergognoso, a pandemia ancora in corso, attaccare chi è in prima linea da mesi e col suo operato ha salvato innumerevoli vite umane.

Luca Zaia, il governatore leghista del Veneto, come si sta muovendo?

Luca Zaia è un patrimonio per noi veneti, incarna la concretezza e la pragmaticità del nostro popolo. Si è sempre contraddistinto per il suo essere operativo, dote necessaria per un territorio straordinario e complesso come il nostro e il suo gradimento tra i veneti ne è la riprova. Va detto inoltre che è stato colui che per primo e meglio ha capito la portata di questa pandemia ed affidandosi ai giusti esperti ha gestito efficientemente la crisi, cosa che in Italia tutti, anche le opposizioni, ora gli riconoscono.

Lei è anche un politico per passione, che ha vissuto sempre del proprio lavoro, fondò “L’esercito di Silvio”, ora è più vicino a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Come vede la situazione del centrodestra?

Mi considero un imprenditore che cerca di fare qualcosa per la collettività, da sempre con le radici nel centro destra e con un’anima liberale. Ho capito da tempo che se non ti interessi della politica lei inesorabilmente si interessa di te e spesso lo fa molto male. E’ stato un onore poter lavorare per anni al fianco di Silvio Berlusconi che considero un padre acquisito, al quale mi lega un rapporto speciale. Stimo da sempre Giorgia Meloni perché oltre ad essere molto preparata si batte con passione e grinta per le cause in cui crede e sono doti preziosissime, così mi sono messo a disposizione per dare il mio apporto e portare avanti i temi che mi sono cari. Tuttavia la politica mi ha sempre visto come un oggetto estraneo perché in fondo sono uno spirito libero.
Quanto alla situazione del centrodestra credo senza alcun dubbio che sia maggioranza assoluta nel paese reale e quando presto o tardi consentiranno agli italiani di votare lo si vedrà chiaramente nelle urne.

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