Covid e Intesa-Ubi attapirano le prospettive di Nexi.
E’ la stessa società dei pagamenti a metterlo nero su bianco. Ecco tutti i dettagli che emergono dalla relazione semestrale.
CHE COSA DICE NEXI DI INTESA-UBI
L’aggregazione tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca non presenta “rischi rilevanti” per il business di Nexi visto che entrambi gli istituti sono clienti importanti della societaàdei pagamenti, ma il consolidamento del settore bancario resta un fattore in grado di penalizzare potenzialmente la società. E’ quanto indicato nella relazione semestrale di Nexi a valle della conclusione dell’offerta pubblica che ha portato Intesa Sanpaolo a controllare Ubi. “Entrambi gli istituti bancari sono gia’ partner di primaria importanza del Gruppo Nexi, pertanto non si prospettano rischi rilevanti derivanti dall’operazione sul business di Nexi”, si legge nella nota.
LO SCENARIO BANCARIO SECONDO NEXI
Sullo scenario complessivo delle fusioni bancarie, Nexi sottolinea che il processo di consolidamento e’ destinato a continuare: “il fenomeno, in base alle entità coinvolte, potrebbe ridurre il numero di clienti (attuali e potenziali) e delle banche partner. Nell’eventualità in cui le banche partner dovessero fondersi o essere acquisite da altre entità che non siano partner di distribuzione del Gruppo
Nexi o che si avvalgano dei suoi servizi in misura inferiore, e’ probabile che si possano realizzare perdite significative”. E’ anche possibile che le banche o gli istituti finanziari più grandi che derivano da fusioni o consolidamenti abbiano un potere di negoziazione più consistente nelle trattative con il Gruppo Nexi – fa notare la società – “La dipendenza del gruppo dalle banche partner aumenta di pari passo con la loro dimensione, cosicché la perdita di un’unica banca partner avrebbe un impatto maggiore sui ricavi, sulla redditività e sui flussi di cassa”.
EFFETTO COVID PER NEXI
Dopo un bimestre gennaio-febbraio molto positivo, con volumi complessivi in crescita annua di oltre il 13% e il 5% rispettivamente in termini di numero e valore, “il rapido diffondersi della crisi sanitaria e le conseguenti misure governative di quarantena hanno determinato un immediato impatto sul flusso di transazioni gestite, in calo fino al 45-50% su base annua già nella seconda metà di marzo”, scrivono i vertici di Nexi nella relazione semestrale: “In linea con l’andamento del mercato di riferimento, sono risultati particolarmente colpiti i comparti del turismo, Ho.Re.Ca. (Hotel, Restaurant and Catering) e intrattenimento, mentre i consumi di prima necessità e alcune categorie di servizi hanno evidenziato una sostanziale tenuta. Il progressivo allentamento del lockdown si è quindi riflesso in un graduale recupero dei volumi gestiti a partire da inizio maggio, pur mantenendo uno scostamento negativo rispetto alle dinamiche dello stesso periodo del 2019. Le ultime evidenze sulla operatività della clientela nelle ultime settimane confermano il quadro di tendenziale ripresa”