Avon products, la holding statunitense di beauty nota per i suoi prodotti venduti porta a porta, ha dichiarato bancarotta. A rendere impossibile proseguire con l’attività un debito di oltre 1 miliardo di dollari e l’impossibilità di risolvere 386 cause legali nelle quali viene accusata per la presenza di sostanze cancerogene all’interno di alcuni cosmetici contenti talco.
L’ISTANZA DI FALLIMENTO DI AVON
Fondata a New York nel 1886, dopo il grande successo internazionale, il proprietario di Avon nel Regno Unito, in Europa e in America Latina ha presentato istanza di fallimento nel tentativo di liberarsi di 1,3 miliardi di dollari di debiti, di cui 78 milioni di dollari di passività relativi a richieste di risarcimento per prodotti contenti talco e che avrebbero causato il cancro.
Avon Products Inc (API), una filiale della brasiliana Natura che nel 2020 ha acquistato le attività commerciali di Avon al di fuori del Nord America, si è quindi avvalsa del Chapter 11, dichiarando che il processo le consentirà di far fronte ai suoi obblighi di debito in “modo ordinato”.
Il marchio Avon in Nord America appartiene invece all’azienda sudcoreana di beni di consumo LG Household & Health Care e non fa parte del fallimento.
LE SPESE PER LE CAUSE
API, secondo quanto riferito dal Guardian, ha già speso 225 milioni di dollari in costi per difendersi dalle cause per danni alle persone e dai pagamenti dei risarcimenti e ha dichiarato di non avere “liquidità sufficiente” per difendere o risolvere le 386 cause individuali legate al talco.
NESSUN TAGLIO AL PERSONALE
Le attività di Avon legate ad API contano 5.000 dipendenti diretti, oltre a milioni di agenti di vendita in tutto il mondo. Tuttavia, l’azienda ha dichiarato che le sue attività, compresa la filiale britannica con sede a Northampton, continueranno a operare e non sono previsti tagli di posti di lavoro nell’ambito del processo.
Inoltre, alla fine dello scorso anno, Avon ha dichiarato di voler aprire dei negozi fisici nel Regno Unito, con i suoi rappresentanti che gestiranno le “mini boutique di bellezza” come franchisee.
LE INTENZIONI E I GUAI DI NATURA
Il fallimento di API, ricorda il Guardian, segue un periodo difficile per Natura, che ha accumulato ingenti debiti dopo aver speso circa 1,6 miliardi di sterline per acquistare le attività di Avon al di fuori del Nord America, che si offre di riacquistare per 125 milioni di dollari al termine del processo fallimentare. Come parte della sua offerta, l’azienda brasiliana cancellerà 530 milioni di dollari di debiti e fornirà altri 43 milioni di dollari per finanziare la bancarotta.
Tuttavia, nel novembre 2023 Natura ha venduto The Body Shop, la sua attività di bellezza etica con sede nel Regno Unito. L’azienda è stata messa in amministrazione controllata meno di tre mesi dopo dai suoi nuovi proprietari e questo mese dovrebbe essere rilevata da un consorzio guidato dalla società di investimenti Auréa.
Inoltre, l’anno scorso ha venduto anche il gruppo australiano di cosmetici di lusso Aesop per 2,5 miliardi di dollari come parte dei suoi sforzi per ripianare i debiti.