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Perché il fondo Cvc affonda Recordati in Borsa

Dopo la conclusione della vendita di 10,5 milioni di azioni ordinarie da parte di Rossini Sarl (controllata dal fondo Cvc), questa mattina la multinazionale farmaceutica Recordati ha aperto in calo del 6,6%. Cosa è successo?

 

Rossini Sarl, azionista di maggioranza di Recordati e controllata dal fondo Cvc, ha concluso la vendita di 10,5 milioni di azioni ordinarie della multinazionale farmaceutica Recordati, che questa mattina ha aperto in calo del 6,6%.

Ecco perché c’è stato il calo.

LA CESSIONE DEL CAPITALE SOCIALE DI ROSSINI

Rossini ha venduto 10,5 milioni di azioni ordinarie di Recordati, pari a circa il 5% del capitale sociale della società, per un incasso lordo di 585 milioni di euro. La società non riceverà proventi dalla vendita di azioni, ma ha fatto sapere che intende utilizzarli in conformità con i requisiti previsti dai suoi documenti finanziari, compreso il pagamento o l’offerta di rimborso di determinate obbligazioni e la distribuzione agli azionisti.

“Riteniamo che 400 milioni di euro vadano a rimborsare parzialmente il bond a tasso fisso del 6,75%, essendo il rapporto debito/ebitda di Rossini in trasparenza pari a 6,4 volte. Da regolamento se sopra 6 volte tutto l’incasso è destinato al deleverage fino al massimo del 40% dell’emissione a tasso fisso di 1 miliardo. Il conguaglio riteniamo possa essere usato per pagare i dividendi”, ha spiegato la banca d’investimento Equita.

Ora Rossini detiene il 46,82% del capitale della società farmaceutica.

LO SCONTO DEL 7%

Il collocamento, effettuato mediante una procedura di accelerated bookbuilding (ABB), è stato fissato a un prezzo di 55,70 euro per azione e sarà regolato mediante consegna delle azioni e pagamento del corrispettivo in data 21 febbraio 2025. Come osserva Teleborsa, si tratta di uno sconto del 7% rispetto alla chiusura di ieri a 59,90 euro per azione, il che ha fatto affondare questa mattina Recordati in Borsa.

“Di riflesso, a Piazza Affari – scrive Milano Finanza -, l’azione cade del 5,93% a 56,35 euro dopo essere scivolata in avvio di seduta fino a un minimo a 55,40 euro, livello dello scorso 23 gennaio”.

IL LOCK-UP DI 90 GIORNI E GLI ALTRI AZIONISTI

Rossini ha concordato un periodo di lock-up dalla durata di 90 giorni in relazione alla vendita di ulteriori azioni della società, fatte salve le consuete eccezioni previste dalla prassi. Come riferisce MF, citando Consob, gli altri azionisti del gruppo sono: Fidelity Management & Research Co. con il 3,527% del capitale, Fidelity Institutional Asset Management Trust Company con lo 0,55%, Fiam Llc con lo 0,722% e Fmr Investment Management con lo 0,141%.

CHE INTENZIONI HA ROSSINI CON RECORDATI

Riguardo alla mossa di Rossini Milano Finanza riporta il diverso parere di due banche d’investimento. Per Equita “il piazzamento allontana lo scenario speculativo della cessione dell’intera partecipazione di Rossini di cui nei mesi scorsi si era parlato con l’ipotesi di una vendita ad Angelini, comunque smentita”. Banca Akros, invece, non esclude ulteriori piazzamenti: “Cvc ha acquisito il controllo del gruppo nel 2018 a 28 euro per azione e ora sta iniziando a monetizzare l’investimento ai livelli massimi. Quindi, non si possono escludere altre operazioni di accelerated bookbuilding nei prossimi mesi, ma è ancora più probabile un’operazione straordinaria, su cui il fondo sta lavorando da oltre un anno, che gli permetterebbe di vendere parte della sua partecipazione di controllo in Recordati”.

Entrambe riconfermano comunque la visione positiva sul titolo basata su solidi fondamentali.

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