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Italtel Sindacati

Perché i sindacati sculacciano Italtel

Scongiurati i 19 licenziamenti all'Italtel di Carini ma i sindacati attaccano: "Apertura dell'azienda solo nelle ultime ore. I lavoratori costretti a ingoiare boccone amaro". Tutti i dettagli

 

Una conclusione insperata, arrivata in zona Cesarini, cioè nell’ultimo giorno della fase istituzionale della procedura di licenziamento collettivo, a seguito dell’incontro al ministero del Lavoro fra Fim, Fiom e Uilm nazionali e il Coordinamento nazionale dei territori e le Rsu.

“Nei 4 incontri precedenti – ricordano dalla Uilm – Italtel non aveva chiarito in modo esaustivo alcuni temi posti dalla delegazione sindacale a partire dal perimetro della procedura, non aveva dato risposte circa le preoccupazioni sul futuro di Italtel, su possibili future cessioni di ramo d’azienda, sulle domande poste circa la tenuta della compagine aziendale, ma anzi confermava il piano industriale presentato a luglio”.

NIENTE LICENZIAMENTI IN ITALTEL, MA I SINDACATI MUGUGNANO

Siglato allo scadere del tempo un accordo sull’utilizzo dei contratti di solidarietà che supera la procedura di licenziamento dei 19 lavoratori palermitani. Un accordo che non viene però festeggiato dalle sigle sindacali con l’entusiasmo che ci si aspetterebbe dal momento che “prevede ulteriori sacrifici per i lavoratori di Italtel”.

I sindacati che hanno partecipato alla trattativa non mancano inoltre di evidenziare come “l’atteggiamento dell’azienda sia sempre stato non collaborativo rispetto alla possibilità di trovare una soluzione non traumatica in sede sindacale”.

“Si è giunti all’utilizzo di uno strumento conservativo”, scrivono i sindacati facendo riferimento al contratto di solidarietà che coinvolgerà 162 lavoratori rispetto alla dichiarazione e di esubero che riguardava 123 lavoratori e che nell’accordo invece si abbassa a 107, solo “con molta fatica”, evidenziano ancora i rappresentanti dei lavoratori. “Dopo lunga discussione e forte resistenza da parte dell’Azienda”, Fim, Fiom e Uilm hanno ottenuto un “abbassamento della percentuale massima di Cds che in prima battuta era pari al 90%”.

IL CONTENUTO DELL’ACCORDO

Il contratto di solidarietà impatterà su 162 lavoratori nella seguente modalità:
85 persone all’85%
22 persone al 50%
55 persone al 30%

“SITO SICILIANO PENALIZZATO”

Sebbene si scongiurino i licenziamenti e gli esuberi saranno gestite con soluzioni non traumatiche, Fim, Fiom e Uilm ritengono che “la ricaduta dell’accordo sia particolarmente penalizzante per il sito di Carini dove la percentuale più alta di ricorso alla solidarietà applicata supera di molto il numero di unità individuate come esuberi nella procedura del 28 febbraio 2023”.

In particolare i sindacati condannano “l’atteggiamento di Italtel durante la gestione della vertenza, dando apertura solo nelle ultime ore della scadenza della procedura impedendo una negoziazione responsabile e ragionevole, che costringe tutti, lavoratori e lavoratrici e OO.SS. ad ingoiare un boccone amaro”.

Per questo Fim, Fiom e Uilm “si adopereranno in un costante monitoraggio della gestione del Cds allo scopo di far abbassare le percentuali di impatto sul personale coinvolto”. “Le OO.SS. – prosegue la nota congiunta – non dimenticheranno altresì l’impegno preso dall’azienda davanti al Ministero circa le azioni formative da mettere in campo in futuro per la riqualificazione del personale, con particolare attenzione al sito di Carini, chiedendo l’attivazione già nei prossimi giorni di un tavolo di confronto con le RSU di tutti i siti produttivi.”

Anche perché, viene sottolineato, i lavoratori di Carini per quanto salvati in extremis dal licenziamento “si trovano senza sapere quale sarà la loro futura sede di lavoro, infatti qualche mese fa, l’azienda ha provveduto “a svendere” la sede storica rifiutandosi contestualmente di dare risposte alle ripetute richieste da parte delle organizzazioni sindacali territoriali. Ennesimo segnale – accusano le sigle sindacali che dimostra l’avanzamento del processo di desertificazione industriale del Mezzogiorno. Crediamo quindi che anche attraverso la tutela dei lavoratori di Italtel si possa contrastare questo fenomeno.”

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