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Perché i conti di Danske Bank e Nordea Bank vanno maluccio

Che cosa emerge dai dati trimestrali della più grande banca danese, la Danske Bank, e della prima banca scandinava, la Nordea Bank. L'articolo dell'analista Stefano Masa

 

Il clima è cambiato. Una mutazione che sta colpendo la parte settentrionale del vecchio continente. Una “gelata” non troppo inaspettata perché già nell’aria. Un calo che – per ora – vede coinvolte alcune delle principali banche nordiche. -36 e -42 non sono i gradi fatti registrare dalla temperatura ma le variazioni percentuali che nel corso delle ultime 48 ore hanno sintetizzato i dati trimestrali della più grande banca danese, la Danske Bank, e la prima banca scandinava, la Nordea Bank.

Si apprende che nel corso del primo trimestre 2019 la Danske Bank abbia accusato una flessione pari al 36% dell’utile netto (374 milioni di euro) rispetto all’anno precedente; da evidenziare inoltre come sia diminuito il margine di interesse (-7%) mentre si siano incrementati i costi operativi (+9%). Quanto registrato ha contribuito alla flessione delle quotazioni del titolo che ha visto i corsi scendere di oltre nove punti percentuali. Per l’anno in corso, l’istituto di credito si aspetta una contrazione dell’utile rispetto all’anno precedente.

Medesima dinamica finanziaria, ma con valori diversi, per la Nordea Bank: un primo trimestre 2019 caratterizzato da un calo del 42% dell’utile netto con riduzione dell’attività ed incremento dei costi.

Per la Danske Bank, la pesante flessione posta in bilancio è da ricondurre alla sua implicazione nello scandalo per riciclaggio di denaro fatto registrare nel corso del 2018. Una conseguenza diretta perché giunta ormai ad un crocevia di ulteriori indagini aperte soprattutto per mano del Dipartimento di Giustizia Usa (Doj) e la Fed.

Nel caso della scandinava Nordea Bank, ciò che invece si può ritenere importante, e pertanto significativo in ottica di breve/medio termine, sono i 95 milioni di euro stanziati per eventuali rischi riconducibili alle predisposte procedure per la prevenzione al riciclaggio di denaro. Un vero e proprio accantonamento prudenziale.

Nel nostro precedente intervento dello scorso aprile, veniva evidenziato il caso della Swedbank e l’annessa relazione oggetto di approvazione da parte del Parlamento europeo in materia di reati finanziari, evasione ed elusione fiscale.

Nei giorni successivi, Moody’s, diffondeva il proprio rapporto sulle sanzioni (per riciclaggio) registrate – tra il 2012 e il 2018 – dagli istituti di credito europei per un ammontare complessivo di 16 miliardi di dollari.

La nostra citata «attesa di importanti sviluppi» sembra aver trovato una prima risposta. Un riscontro che – al momento – vede in prima linea il mercato finanziario attraverso il proprio “non gradimento” a questo tipo di condotte.

L’estate è ormai prossima e, a detta di molti esperti, si potrebbero registrare nuovi ed inaspettati effetti climatici: come ogni anno, le previsioni per temperature sempre in aumento sono all’ordine del giorno. Si tratta di una casistica rara e atipica per i paesi nordici ma il clima è cambiato.

Per quanto la nostra «attesa» possa aver trovato un primo ed indiscutibile elemento di verità, non si ritiene possa esser stata pienamente soddisfatta. Come indicato in precedenza «il dossier è ampio» e altre controparti bancarie potrebbero essere coinvolte.

Il fascicolo rimane aperto ad ulteriori integrazioni.

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