Calano le vendite ma l’utile del primo trimestre supera le stime. Parte così l’anno di Pfizer che ha anche ampliato i suoi sforzi di riduzione dei costi attraverso una “maggiore abilitazione digitale” che si baserà su automazione e l’intelligenza artificiale, oltre che semplificazione dei processi aziendali.
I tagli, che finora hanno dato buoni risultati, hanno l’obiettivo di aiutare il gigante farmaceutico statunitense a riprendersi dal rapido declino delle sue attività e del prezzo delle azioni seguito alla fine della pandemia.
COME SI È CHIUSO IL PRIMO TRIMESTRE 2025
Nel primo trimestre dell’anno, Pfizer ha registrato un utile diluito per azione in calo del 5% a 0,52 dollari, mentre l’utile per azione diluito rettificato è aumentato del 12% a 0,92 dollari.
Il fatturato è sceso dell’8% a 13,715 miliardi di dollari, a causa, in particolare, del calo delle vendite della sua pillola anti-Covid Paxlovid.
Infine, l’azienda ha confermato tutte le sue previsioni per il 2025, inclusi ricavi compresi tra 61 e 64 miliardi di dollari e un utile per azione diluito rettificato tra 2,8 e 3 dollari, provocando così un rialzo delle azioni di quasi il 4%. Ha tuttavia specificato che le previsioni “attualmente non includono alcun potenziale impatto legato a futuri dazi doganali e cambiamenti delle politiche commerciali, che al momento non è in grado di prevedere”.
TAGLIARE PER GUADAGNARE
Il calo dei ricavi, dovuto principalmente alla diminuzione delle vendite del suo trattamento anti-Covid, ha imposto all’azienda un programma di riduzione dei costi che, secondo quanto annunciato in precedenza, avrebbe consentito un risparmio netto complessivo di circa 4,5 miliardi di dollari entro la fine del 2025.
Ieri però Pfizer ha dichiarato che prevede un ulteriore risparmio di circa 1,2 miliardi di dollari, principalmente nelle spese di vendita, informative e amministrative entro la fine del 2027. Come spiegato dalla casa farmaceutica, i tagli ampliati includono anche risparmi sui costi di riorganizzazione della ricerca e dello sviluppo per circa 500 milioni di dollari entro la fine del 2026. Secondo almeno due investitori citati da Reuters, questo potrebbe spiegare la recente decisione di interrompere lo sviluppo della pillola sperimentale per la perdita di peso danuglipron.
L’azienda inoltre ha un’iniziativa pluriennale separata per la riduzione dei costi, la cui prima fase prevede un risparmio di 1,5 miliardi di dollari entro la fine del 2027. Dunque, per quell’anno, con gli ulteriori tagli annunciati ieri, Pfizer prevede ora di ottenere circa 7,7 miliardi di dollari di risparmi, che saranno reinvestiti nella pipeline di prodotti.
INVESTITORI SCONTENTI
Sebbene il piano di riduzione dei costi stia dando i suoi frutti, gli investitori non sembrano del tutto tranquilli. “I risparmi sui costi sono reali e contribuiscono a migliorare i risultati di bilancio”, ha dichiarato Brian Mulberry, gestore di portafoglio presso Zacks Investment Management, che possedeva 2,44 milioni di azioni Pfizer alla fine del 2024. “Vogliamo solo sapere da dove verrà la crescita della top-line”.
“Gli investitori non sono entusiasti né dell’attività attuale di Pfizer né della sua pipeline – ha rincarato Jared Holz, analista di Mizuho -. Si potrebbe dire che nulla di ciò che hanno fatto negli ultimi anni ha davvero funzionato e vedere il titolo toccare nuovi minimi pluriennali non può essere il punto di arrivo”. Infine, l’anno scorso, l’investitore attivista Starboard Value LP è arrivato ad accusare la dirigenza di aver sperperato oltre 20 miliardi di valore e ha affermato che sostituire l’amministratore delegato Albert Bourla “potrebbe avere senso”. Tuttavia, a gennaio non ha presentato una propria lista di candidati per il consiglio di amministrazione, ma non è escluso che non lo faccia il prossimo anno.
Gli investitori hanno spinto l’azienda a immettere sul mercato nuovi farmaci che potrebbero compensare le probabili perdite di fatturato derivanti da alcuni medicinali più venduti e prossimi alla scadenza del brevetto. Inoltre, osserva Reuters, anche i farmaci che hanno superato le aspettative di Wall Street nel primo trimestre devono affrontare dei problemi. Per esempio, riguardo al suo farmaco per le malattie cardiache, venduto con i marchi Vyndaqel e Vyndamax, l’azienda ha dichiarato che sta già vedendo l’impatto della nuova concorrenza, che prevede di continuare per tutto l’anno e anche la sua attività nel settore dei vaccini potrebbe subire una battuta d’arresto dovuta all’arrivo di Robert F. Kennedy Jr. al dipartimento della Sanità.
I potenziali dazi infine potrebbero complicare ulteriormente la situazione.
UN PIANO PER I DAZI
Per mitigare l’impatto di potenziali dazi sui prodotti farmaceutici, Pfizer ha dichiarato di aver messo in atto alcune misure, tra cui l’eventuale spostamento di parte della produzione negli impianti esistenti negli Stati Uniti, dove comunque ha già 10 siti produttivi e due centri di distribuzione con quasi 10.000 dipendenti.
AUSPICI E PREVISIONI DI BOURLA
In merito ai dazi, Bourla, che fin dall’insediamento di Trump ha avuto contatti con il presidente, ha dichiarato che l’industria spera che l’amministrazione “si concentri maggiormente su farmaci come quelli che l’Organizzazione mondiale della sanità ha designato come essenziali, che tendono a essere privi di brevetto e prodotti principalmente in Cina e in India”. “Credo che il problema sia proprio questo – ha detto -. Il problema non è se un farmaco per l’obesità è prodotto in Irlanda”.
Bourla comunque si è detto “cautamente ottimista” sul fatto che l’industria farmaceutica possa evitare dazi specifici per il settore, aggiungendo di aver avuto “discussioni costruttive” con la Casa Bianca. “Credo che i rischi, al momento, siano sovrastimati da Wall Street e che le opportunità siano invece sottovalutate. C’è incertezza, sì, ma molto meno sui farmaci che sulle automobili”.
Riguardo invece al futuro di Pfizer, parlando con gli investitori, Bourla ha affermato che “la storia del produttore di farmaci nei prossimi tre anni non sarà caratterizzata da una forte crescita dei ricavi, data l’incombente scadenza dei brevetti sui prodotti di punta, ma piuttosto da una crescita degli utili”.
Infine, l’amministratore delegato ha anticipato che Pfizer prevede di concludere due o tre acquisizioni per un totale fino a 15 miliardi di dollari nel corso di quest’anno, con l’obiettivo di rafforzare la propria pipeline dopo il fallimento del tanto atteso farmaco anti-obesità: “Saremo molto prudenti. Non vogliamo puntare tutto su un solo prodotto. Sarebbe troppo rischioso”.