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Distretti Industriali Intesa Sanpaolo

Perché gli analisti prevedono magnifiche sorti e progressive per Intesa dopo l’Opas

Che cosa dicono i primi report di analisti e banche d'affari sull'esito dell'Opas di Intesa su Ubi

 

Gli analisti finanziari esprimono un “giudizio positivo” alla notizia che l’Opas di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca ha raggiunto il 75,68% delle adesioni, anche se l’Offerta formalmente si conclude il 30 luglio come stabilito dalla proroga decisa dalla Consob.

Gli esperti di Intermonte prevedono che l’offerta si chiuderà con la piena adesione degli azionisti Ubi e che il badwill (che verrà calcolato l’ultimo giorno di offerta) sara’ usato interamente per i costi di ristrutturazione (1,27 miliardi) e per nuovi accantonamenti su crediti (necessari per alzare i livelli di copertura e vendere 4 miliardi di npl).

Intermonte stima inoltre che in questo modo si potrà raggiungere il massimo livello di sinergie, pari a 156 milioni per i ricavi e 545 milioni sul fronte dei costi, con una riduzione del costo del rischio di 6 punti base in media nel 2021 e nel 2022.

Di conseguenza l’operazione avrà un impatto positivo sull’utile per azione dell’1% nel 2021 e del 9% nel 2022. Gli analisti hanno quindi alzato la raccomandazione sul titolo Intesa a “outperform” dal precedente “neutral” e il target price a 2,1 euro da 1,85.

Gli esperti di Intermonte nel report giudicano inoltre sostenibile la guidance sul payout, pari al 75% nel 2020 e al 70% nel 2021 anche alla possibile cessione di alcuni asset Ubi.

In conclusione, gli analisti di Intermonte ritengono che l’acquisizione di Ubi sarà ‘un catalizzatore molto positivo per Intesa in termini sia di utili che di evoluzione patrimoniale’, mentre la stessa Ubi “potrà raggiungere meglio il proprio potenziale nel gruppo Intesa”. L’operazione conclusa con successo dall’amministratore delegato, Carlo Messina, inoltre, “limita il rischio che a Intesa possa essere chiesto di comprare Mps”.

Non solo Intermonte giudica positivamente l’esito dell’Opas. Per gli analisti di Kepler Cheuvreux, Intesa è ora in condizione di “procedere con il suo piano che prevede la cessione di alcuni asset selezionati a Bper e Unipol entro la fine dell’anno (per ottemperare ai requisiti antitrust, ndr) e la fusione con Ubi nel 2021″.

Intesa punta a un utile netto superiore a “5 miliardi di euro nel 2022 (prevediamo invece 4,7 miliardi di euro) e al raggiungimento di 700 milioni di euro di sinergie lorde nel 2024”, conclude Kepler.

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