Skip to content

Campari

Perché Campari non spritza più

Campari, re degli aperitivi, crolla a Piazza Affari. Pesano i risultati del terzo trimestre e le previsioni sull'esercizio 2024, oltre all'ultimo Ceo che ha abbandonato il gruppo dopo soli cinque mesi. Fatti, numeri e commenti

 

Campari non festeggia. Il titolo degli aperitivi, in cerca di un nuovo Ceo, crolla a Piazza Affari dopo che i risultati del terzo trimestre e le previsioni sull’esercizio 2024, diffuse ieri a mercati chiusi, hanno deluso il mercato. Ma cosa succede all’azienda avviata in un piccolo bar di Novara e diventata famosa in molti altri Paesi del mondo?

NOVE MESI DELUDENTI

Finora il 2024 non si è rivelato un grande anno per Campari, che, secondo i risultati finanziari dei primi nove mesi del 2024 riportati da L’Economia del Corriere della sera (al momento la sezione “Bilanci e Relazioni” del gruppo non è disponibile), “ha registrato un utile di gruppo prima delle imposte pari a 423 milioni di euro, complessivamente -5% (-20,4% nel terzo trimestre). L’utile prima delle imposte rettificato è stato di 452,1 milioni di euro, in calo del 4,6%”.

“Questa trimestrale evidenzia come Campari sia intrappolata tra fattori esterni difficili da controllare e sfide interne” ed “è lecito attendersi non solo nuove pressioni, ma forse anche un cambio di rotta”, ha detto Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Per Campari – ha aggiunto – il bicchiere sembra ancora mezzo vuoto. Se l’azienda non riuscirà a trovare la giusta ricetta per rilanciare vendite e redditività, il rischio è che gli investitori preferiscano passare ad altri aperitivi più frizzanti”.

LA REAZIONE DELLA BORSA

Questi numeri hanno causato un tonfo del titolo, che è arrivato a perdere fino a 14 punti percentuali in mattinata. Oltre ai risultati in calo, a pesare è anche “un deciso rallentamento sull’intero 2024”, scrive Repubblica che, riportando una nota del gruppo, aggiunge: “Nella restante parte dell’anno ci si attende un persistere del ciclo macroeconomico sfavorevole: in base all’attuale visibilità”. In particolare, l’azienda “si aspetta una crescita delle vendite nette organiche low single digit”.

Campari resta tuttavia ottimista sulle previsioni del futuro: “Nel 2025 e oltre, con l’attenuarsi dell’impatto dei fattori ciclici di cui sopra”, il gruppo si aspetta “di continuare a sovraperformare rispetto ai competitor e guadagnare quota di mercato, grazie alla forza dei propri marchi in categorie in crescita, con un graduale ritorno nel medio termine a una crescita organica mid-to-high single digit delle vendite nette, in un contesto macroeconomico normalizzato”.

LE CAUSE DEL TONFO

Stando a quanto riferito dal Corriere, la performance delle vendite nette di Campari nei nove mesi del 2024 “è stata influenzata da una combinazione di fattori concomitanti, in particolare la debolezza macroeconomica, il maltempo, la pressione sul reddito disponibile dovuta all’inflazione e la ridotta fiducia di consumatori e distributori, con un picco nel terzo trimestre, nonostante la sovraperformance rispetto all’industria nelle principali combinazioni di brand-mercato”.

Inoltre, il calo delle vendite del gruppo Campari in Europa e in Italia (-7% nel terzo trimestre e -6% nei nove mesi nel nostro Paese) è da attribuire al fatto che “il terzo trimestre ha risentito di riordini significativamente inferiori alle aspettative nella parte finale del terzo trimestre, con l’impatto delle cattive condizioni meteorologiche all’inizio della stagione primavera-estate e di settembre, che hanno portato a una minore propensione dei grossisti a immagazzinare scorte”.

INCOGNITA CEO

Ad acuire le difficoltà del gruppo è anche l’assenza di un Ceo, dopo che Matteo Fantacchiotti si è dimesso a sorpresa lo scorso mese dopo soli cinque mesi di attività “per motivi personali”. Anche a quella notizia l’azienda ne aveva risentito a Piazza Affari. Campari aveva parlato di una separazione pacifica ma gli investitori erano rimasti comunque sconcertati.

“Il processo di ricerca del nuovo amministratore delegato, che rappresenta una priorità assoluta per il Leadership Transition Committee, per il Comitato Remunerazione e Nomine e il Consiglio di Amministrazione, procede a pieno ritmo. L’azienda si aspetta di concluderlo entro la prima metà del prossimo anno” si legge in una nota. “Su questa base – scrive Il Sole24Ore -, arriva il taglio dell’obiettivo di prezzo da parte della maggior parte degli analisti: Barclays a 7.80 da 8.40; Mediobanca a 9.20 da 10; Bernstein a 10.80 da 11.50; Deutsche Bank a 8.50 da 9.70; Banca Akros a 9.6 da 10.2; Intermonte a 9 da 10.2″.

Per la scelta del nuovo Ceo è stato costituito un comitato per la transizione presieduto da Bob-Kunze Concewitz, che proprio lo scorso aprile, dopo oltre 16 anni, aveva lasciato il posto a Fantacchiotti.

Torna su