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Buzzfeed News

Perché BuzzFeed news ha fatto splash?

Da inventore di un modello di business basato sui click e i gattini, al giornalismo d’inchiesta, BuzzFeed (dopo tanti osanna di giornalisti e comunicatori) ha annunciato la chiusura della sua sezione news, ma non è l’unico a dover tirare i remi in barca… Fatti, numeri e commenti

 

La sezione news di BuzzFeed chiude i battenti.

Fondata nel 2011, aveva provato a superare l’immagine del sito fondato da Jonah Peretti fatta di gattini e contenuti virali arrivando a vincere nel 2021 il premio Pulitzer per un’inchiesta sui campi di detenzione della minoranza di etnia uigura nella regione cinese dello Xinjiang.

Alla fine, però, ha smesso di essere redditizia e questo potrebbe essere la dimostrazione che il modello di business basato solo sui click applicato al giornalismo si sta avviando verso il capolinea.

LA PARABOLA DI BUZZFEED NEWS

Quando la sezione BuzzFeed News è stata fondata nel 2011, in vista delle elezioni presidenziali dell’anno successivo, pubblicava storie più o meno leggere “sapientemente” costruite per diventare virali sui social media, come già accadeva sul sito madre BuzzFeed, creato nel 2006.

Dopo poco però, ricorda il New York Times, “ha attirato l’attenzione per i suoi reportage ambiziosi e taglienti, aprendo uffici all’estero e investendo nel giornalismo d’inchiesta”.

“Ma nonostante i suoi successi – scrive il quotidiano -, la divisione news non ce l’ha fatta a fare soldi, non riuscendo a conciliare la dipendenza dalla pubblicità digitale e i capricci del traffico sui social media con i considerevoli costi dell’assunzione di giornalisti in tutto il mondo”.

Da notare anche che recentemente BuzzFeed ha iniziato a sperimentare l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per produrre quiz e guide di viaggio pubblicate sul sito.

I CONTI (IN ROSSO)

Al momento della quotazione in borsa nel 2021, BuzzFeed aveva un valore di oltre 700 milioni di dollari, mentre oggi viene valutata circa 100 milioni. Una cifra, osserva Vox, “molto inferiore ai 437 milioni di dollari di fatturato generati lo scorso anno e ancora più lontana dalle valutazioni da capogiro che ha ottenuto quando era in ascesa: 850 milioni di dollari nel 2014 e 1,5 miliardi di dollari un anno dopo”.

Ieri il titolo è sceso del 20% a meno di un dollaro per azione.

LICENZIAMENTI PASSATI, PRESENTI E FUTURI

Con la chiusura della sezione news, BuzzFeed proseguirà con i licenziamenti già iniziati lo scorso dicembre, quando era stato tagliato il 12% del personale. L’editore, infatti, stando al Wall Street Journal, sta licenziando il 15% dei suoi dipendenti, ovvero circa 180 persone su un totale di 1.200 dipendenti tra tutte le divisioni.

In una nota al personale, l’amministratore delegato Peretti si è assunto gran parte della colpa per il fallimento e ha scritto di “aver investito troppo nell’attività e di essersi affidato troppo alla distribuzione sui social media”.

BuzzFeed News, secondo una fonte riportata da Axios, ha circa 60 dipendenti, alcuni dei quali dovrebbero essere dirottati su BuzzFeed e HuffPost, acquisito dalla società nel 2020.

Stando a un documento della SEC citato da Variety, la società dovrà sostenere spese tra i 7 e gli 11 milioni di dollari in relazione ai licenziamenti.

IL FALLIMENTO DI UN MODELLO DI BUSINESS OSANNATO

Un tempo beniamino dei media digitali e considerato un modello da seguire – lo stesso Nyt scrive che il New York Times, il Wall Street Journal e Bloomberg News “hanno adottato molte delle pratiche che BuzzFeed ha sperimentato per la ricerca di lettori online” – oggi rappresenta, invece, la fine di un modello di business basato sui click.

Claudio Plazzotta, esperto media di Italia Oggi, ha commentato così la notizia:

L’ex direttore del Domani, Stefano Feltri, nella sua newsletter Appunti ha scritto che potrebbe trattarsi di “un ottimo segnale” che indica “la fine di un modello fondato sui click, il crollo della doppia dittatura del traffico e dei social, cioè dell’idea che i contenuti siano semplici supporti pubblicitari, anche quelli giornalistici”.

Per Quartz, invece, l’era dei media digitali di cui BuzzFeed era il manifesto “è finita da tempo”.

CHI SARANNO I PROSSIMI A CHIUDERE?

Ma quello di BuzzFeed News potrebbe non essere un caso isolato. Insider ha annunciato giovedì scorso il licenziamento del 10% del suo personale e altri editori stanno esaminando i loro investimenti nelle notizie.

“Alla fine dell’anno scorso – scrive il Wsj -, Gannett, l’editore di molti giornali tra cui USA Today, ha licenziato più di 200 persone, oltre a 400 posti di lavoro tagliati all’inizio dell’anno. All’inizio di quest’anno, Vox Media, l’editore del New York Magazine e di SB Nation, ha licenziato circa il 7% del suo personale. Dow Jones, editore del Wall Street Journal, ha licenziato meno del 2% dei suoi circa 5.500 dipendenti”.

Infine, per il quotidiano statunitense, il prossimo a chiudere potrebbe essere Vice World News, a meno che Vice Media non riesca nelle prossime settimane a farsi comprare.

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