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Bce Banca Generali

Perché Banca Generali, Mediolanum e Fineco sbuffano contro la Bce sui dividendi

I limiti più stringenti delle attese che la Bce ha imposto agli istituti per distribuire i dividendi penalizzano anche le società del risparmio gestito come Banca Generali, Banca Mediolanum e FinecoBank. Ecco la cedola che potenzialmente potranno erogare i tre gruppi e quello che succederà quando si tornerà alla normalità.

La Banca centrale europea ha stabilito che fino a settembre 2021 le banche potranno distribuire i dividendi con il limite pari al minore tra il 15% dell’utile cumulato 2019-2020 e lo 0,2% delle Rwa (attività ponderate per il rischio).  La raccomandazione della Bce è stata accolta anche dalla Banca d’Italia e così le società del risparmio gestito con licenza bancaria come Banca Generali, Banca Mediolanum e FinecoBank dovranno rispettare i paletti imposti da Francoforte sul dividendo. La questione che sorge nell’ambito dell’asset management è che le aziende presentano degli Rwa molto bassi in quanto il loro business è molto meno rischioso rispetto a quello delle banche. Così, le società del risparmio gestito si ritroveranno a dover sottostare al limite dello 0,2% delle attività ponderate per il rischio e a poter distribuire dividendi estremamente contenuti. La soluzione per gli analisti sembra essere unica: accumulare ed erogare il dividendo (compresi gli arretrati) dopo settembre 2021. Per Intesa Sanpaolo il settore del risparmio gestito, fortemente capitalizzato e con una limitata esposizione al rischio di credito, potrebbe essere autorizzato a pagare dividendi più elevati dopo settembre 2021. Gli azionisti delle società di asset management potrebbero quindi restare a bocca asciutta quest’anno sul fronte dei dividendi, ma ricevere un’extra cedola nel 2021-2022.

Analizziamo nel dettaglio il problema che dovranno fronteggiare Banca Mediolanum, Banca Generali e FinecoBank, i dividendi che potranno distribuire attenendosi al nuovo limite imposto dalla Bce e lo scenario futuro.

I LIMITI DELLA BCE PER DISTRIBUIRE I DIVIDENDI

La Banca centrale europea ha stabilito che fino a settembre 2021 le banche potranno distribuire il dividendo con il limite pari al minore tra il 15% dell’utile cumulato 2019-2020 e lo 0,2% degli Rwa. La Bce intende abrogare la propria raccomandazione e riprendere a valutare i piani patrimoniali e di distribuzione degli Istituti di credito in base agli esiti del normale ciclo di vigilanza dopo il 30 settembre del prossimo anno, sempre che non vi siano sviluppi avversi significativi.

BANKITALIA SI ALLINEA ALLA BCE

Banca d’Italia, l’autorità nazionale di regolamentazione che supervisiona le società del risparmio gestito, ha confermato le linee guida della Bce con un comunicato diffuso la sera del 16 dicembre. Così, anche Banca Generali, Banca Mediolanum e FinecoBank dovranno rispettare i limiti imposti dalla Banca centrale europea per la distribuzione del dividendo.

IL PROBLEMA TECNICO CHE SORGE PER IL RISPARMIO GESTITO

Le società del risparmio gestito hanno un business molto diverso rispetto a quello delle banche tradizionali. Le aziende di asset management raccolgono risparmio sul mercato per poi reinvestirlo principalmente in risparmio gestito e solo parzialmente in prestiti a imprese e famiglie. Proprio per questo motivo il comparto degli Asset gatherers presenta degli Rwa molto bassi e quindi per distribuire il dividendo si troverà a dover rispettare sempre il limite dello 0,2% delle attività ponderate per il rischio. Il risultato è che le società del risparmio gestito potranno erogare dividendi per importi davvero irrisori.

IL COMMENTO DI EQUITA SIM

Equita Sim spiega che la raccomandazione della Bce è “negativa” per il settore del risparmio gestito dal momento che gli asset gatherers sono storicamente degli erogatori di dividendi affidabili. Per gli analisti la decisione della Banca centrale europea avrà un impatto maggiore per Banca Generali e Banca Mediolanum e minore per FinecoBank, società per cui è più importante il profilo di crescita rispetto al dividendo.

LE STIME DEGLI ANALISTI SUI DIVIDENDI

Equita Sim stima per Banca Mediolanum un dividendo massimo 2020 di 19 milioni di euro (0,03 euro per azione che corrisponde a un rendimento inferiore all’1%), ossia lo 0,2% degli Rwa (in quanto inferiore rispetto al 15% della previsione degli utili cumulati 2019-2020 di 138 milioni di euro). Se non ci fosse stato il limite sulla distribuzione dei dividendi, Equita Sim pensa che Banca Mediolanum avrebbe potuto staccare un dividendo complessivo pari a 0,74 euro per azione  pari a un rendimento di circa il 10% (0,34 euro il saldo del dividendo 2019 più 0,4 euro per azione a valere sul 2020). Per quanto riguarda invece Banca Generali gli analisti prevedono un dividendo massimo 2020 di 7 milioni di euro (0,06 euro per azione, ovvero uno yield inferiore all’1%), anche in questo caso pari allo 0,2% degli Rwa (inferiore rispetto al 15% degli utili cumulati 2019-2020 di 77 milioni di euro). Senza il limite della Bce Banca Generali avrebbe potuto distribuire un dividendo di almeno 3,1 euro per azione (1,85 euro il saldo del dividendo 2019 più almeno 1,25 euro per azione a valere sul bilancio 2020), pari a un dividend yield dell’11%.

LE PREVISIONI DI INTERMONTE SULLE CEDOLE

Intermonte afferma che i vincoli imposti dalla Bce sono molto penalizzanti per il settore del risparmio gestito e infatti comportano payout potenziali veramente minimi: circa 18 milioni di euro per Banca Mediolanum e circa 7 milioni di euro per Banca Generali e FinecoBank. Per Intermonte, quindi, l’ipotesi più probabile è che non vengano pagati dividendi. In questo contesto si dovrà verificare se l’eccesso di capitale che le società accumuleranno verrà impiegato in modo alternativo, come ad esempio nell’M&A. Gli analisti ritengono comunque improbabile uno scenario di fusioni e acquisizioni per Banca Mediolanum e FinecoBank.

AKROS POTREBBE RIVEDERE LE PROPRIE ATTESE SUL 2021

Banca Akros dopo i nuovi limiti imposti dalla Bce potrebbe abbassare nettamente le proprie stime sul dividendo e sul rendimento 2021. Gli analisti potrebbero rivedere lo yield di Banca Mediolanum al 2,8% dal 10,5%, quello di Banca Generali al 2,4% dall’11% e quello di FinecoBank all’1,1% dal 5%.

L’UNICA SOLUZIONE AL PROBLEMA

Per gli analisti la soluzione del problema sembra unica e chiara. Equita Sim ritiene che per le società del risparmio gestito la combinazione di rischio di credito trascurabile (per la diversa natura di business rispetto alle banche) e la solida posizione patrimoniale (Banca Mediolanum Cet1 al 21,8%, Banca Generali al 20,4% e FinecoBank al 23,3%) grazie ad un buffer di capitale significativo rispetto allo Srep renda tutte le società del settore idonee al ripristino del pagamento dei dividendi e dell’eccesso di capitale appena il regolatore lo concederà (settembre 2021).

Per Banca Akros Banca Mediolanum, Banca Generali e FinecoBank potrebbero distribuire tutto l’ammontare che sono obbligate a mettere da parte nel 2022.

A detta di Intesa Sanpaolo il settore del risparmio gestito, fortemente capitalizzato e con una limitata esposizione al rischio di credito, potrebbe essere autorizzato a pagare dividendi più elevati dopo settembre 2021.

I COMMENTI DI DORIS E MOSSA

“Siamo profondamente delusi – ha detto al Sole24Ore Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum. E’ evidente che l’attenzione è stata concentrata solo sulle banche tradizionali e non sono stati considerati altri modelli di business, molto meno rischiosi, e che paradossalmente oggi vengono puniti più delle banche tradizionali”. L’intenzione di Banca Mediolanum è quella di convocare già a ottobre 2021, non appena sarà possibile, un’assemblea per distribuire tutti i dividendi mancati.

Ad essere “penalizzate sono proprio le banche più distanti dal settore bancario tradizionale e che operano nel settore della gestione del risparmio delle famiglie”, ha aggiunto al Sole24Ore Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali, evidenziando che “paradossalmente saranno proprio queste ultime a subire le maggiori restrizioni, nonostante la forte generazione degli utili, l’elevata solidità di capitale, l’elevato Roe e l’alta qualità degli attivi”.

Angelo De Mattia, ex direttore del centro studi Bankitalia, come si legge su Milano Finanza, commentando la decisione della Bce sui dividendi bancari ha evidenziato che “l’indirizzo della Vigilanza ovviamente incide sugli azionisti, che verosimilmente speravano in un’apertura maggiore”.

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