Scontro in autostrada fra ristoratori e benzinai.
Lo scorso 7 marzo l’Aigrim, l’Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate, ha presentato ricorso contro la decisione dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), che, con la delibera numero 1 del 2023, ha stabilito di aprire a più insegne della ristorazione le aree di servizio autostradali.
L’obiettivo di permettere a più gestori di condividere una medesima area di servizio è promuovere la concorrenza con i conseguenti benefici effetti anche sui prezzi. Del resto, gli aumenti generalizzati dei prezzi dei beni alimentari ha avuto un effetto anche sulle soste nei punti di ristorazione autostradale.
Secondo un “reportage” realizzato la scorsa estate il costo di una sosta pranzo per una famiglia media (due adulti e due minori) sfiorava i 50 euro nelle quattro catene analizzate: Autogrill, My Chef, Sarni e Chef Express.
UN SETTORE CON 30MILA DIPENDENTI
“Il traffico sulle autostrade è tornato a livello pre-covid ma nei punti di ristorazione i costi sono aumentati esponenzialmente e gli incassi sono del 10-15% più bassi rispetto al 2019 – dice Cristian Biasoni, presidente di Aigrim, al Corriere della Sera -. E ora c’è il rischio che l’intero settore entri in crisi”. Aigrim è l’associazione delle aziende di ristorazione a catena più importanti operanti nelle aree di servizio autostradali, negli aeroporti, nelle stazioni, nei centri urbani e nei centri commerciali. Aigrim fa parte di Fipe-Confcommercio e ha all’attivo più di 3mila punti vendita in tutta Italia, impiega un totale di più di 30.000 dipendenti, producendo più di 3 miliardi di ricavi. Tra i suoi associati ci sono Autogrill, McDonald’s, Burger King, Sarni e Chefexpress.
GLI AUMENTI DEI PREZZI NELLE AREE DI SERVIZIO IN AUTOSTRADA
La decisione dell’ATR vuole, dunque, intervenire anche sui prezzi dei beni offerti della ristorazione autostradale attualmente offerta da Autogrill, Sarni, Chef Express, MyChef e Ristop. “La moderazione dei prezzi al pubblico dei beni e dei servizi oggetto dell’affidamento costituisce un obiettivo primario del CA – si legge nella delibera – Con particolare riguardo alla moderazione dei prezzi al pubblico dei carburanti e del servizio di ristoro”. La decisione dell’ATR coinvolge l’assegnazione delle concessioni per la ristorazione autostradale nelle aree di servizio a più operatori. I prezzi dei beni di consumo venduti negli esercizi presenti all’interno della rete autostradale hanno subito importanti aumenti, conseguenze dell’inflazione. “Sono aumentati per poter pagare costi delle concessioni elevatissimi, personale che lavora 24 ore su 24 sette giorni su sette, investimenti che scontano tassi di interesse più elevati e un’inflazione superiore al 10% -spiega Biasoni -. E si tratta di prezzi calmierati. Per i punti di ristoro autostradali esiste un benchmark fissato sui prezzi praticati in esercizi commerciali similari nell’intorno dell’area di servizio. Spesso bar a gestione familiare. Bisogna trovare altri parametri”.
IL RISCHIO DI EFFETTI DISTORSIVI DELLA CONCORRENZA
Particolarmente contestata anche la decisione di riportare i punti di ristoro “sottopensilina” gestiti dai distributori di carburante. Una scelta che genererebbe una “concorrenza asimmetrica: il distributore di carburante potrà vendere panini mentre noi non possiamo vendere carburante”, sottolinea il presidente di Aigrim. Il timore di Biasoni è che non vi sia uno stimolo alla concorrenza ma solo un effetto sul livello dei prezzi. “Prima bisogna creare le condizioni per far crescere i volumi del settore e non è quello che succederà – spiega preoccupato al Corriere della Sera -. La concorrenza deve portare a una migliore qualità del servizio per i clienti e con l’attuale struttura di costi già non si riesce con un gestore, con due è irrealistico. Oggi chi si ferma non consuma”.
RIVEDERE LA STRUTTURA DEI COSTI E LE CONCESSIONI IN AUTOSTRADA
La soluzione, secondo il presidente Biasoni, è rimettere mano alla struttura dei costi a iniziare dalla durata delle concessioni agli investimenti in autostrada. “Se vogliamo rendere più equilibrata la struttura dei costi serve anche che i concessionari autostradali paghino i servizi di pubblica utilità, come i bagni – continua nella sua intervista -. Per tenerli puliti e funzionanti le aziende di ristoro pagano il notturno ai dipendenti, visto che di notte chi si ferma lo fa prevalentemente per usare i bagni, e al massimo bere un caffè”. L’associazione ha in programma di incontrare il ministero delle Infrastrutture per spiegare “le distorsioni che si verrebbero a creare assegnando concessioni”, a rischio ci sarebbe “un settore da oltre 25 mila addetti”.
DUFRY E AUTOGRILL: UN MATRIMONIO CHE VALE MILIARDI
Intanto il 3 maggio è partita la campagna pubblicitaria che informa, anche gli avventori, dell’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Dufry sul 49,7% delle azioni Autogrill. Dufry, il più grande rivenditore aeroportuale al mondo, si accinge a completare l’acquisizione dell’azienda italiana Autogrill, un player globale nel settore della ristorazione per chi viaggia. L’obiettivo del progetto è promuovere l’integrazione di Dufry e Autogrill, unire le forze, per diventare un gruppo globale capace di servire più di 2,3 miliardi di viaggiatori in tutto il mondo.