LE RELAZIONI FRA GRANDI IMPRESE E MACRON
L’Association française des entreprises privées (Afep), che raggruppa 117 grandi aziende francesi (come Air France-KLM, Airbus, Engie, L’Oréal, Michelin) ha emesso due giorni fa un comunicato allarmato per via della situazione politica in Francia. La convocazione delle elezioni, secondo l’associazione di imprese, mette a rischio l’economia francese ed europea perché i programmi dei due schieramenti contrapposti sono, entrambi, ispirati da una irresponsabilità fiscale che minaccia la stabilità dei conti pubblici e potrebbe innescare un drammatico dissesto economico. Una presa di posizione che segue quella di Medef, la Confindustria francese, diffusa la settimana scorsa ed altrettanto allarmata.
COSA PENSA IL MONDO INDUSTRIALE E FINANZIARIO FRANCESE
Ma il mondo industriale e finanziario francese potrebbe non essere così compatto, o meglio, considerati i due programmi, l’industria francese, in separata sede e tra le righe, pare orientata ad una preferenza per il Rassemblement National. Del resto, il radicalismo del programma del Nouveau Front Populaire è figlio della egemonizzazione dello schieramento da parte di Jean-Luc Mélenchon (il quale si sente in prima fila anche per il ruolo di futuro inquilino di Matignon in caso di vittoria).
DOSSIER TASSE
Difficile che a banche, assicurazioni e imprese possa piacere un programma a base di tasse. Il programma di RN prevede il ritorno a 60 anni dell’età per la pensione, l’abbassamento dell’IVA sui beni di prima necessità, per un costo previsto di 24 miliardi di euro per le casse statali. A parte ciò, Jordan Bardella si sta sforzando di lanciare messaggi rassicuranti sulla politica economica di RN, che però resta ancora vaga, tanto che in questi giorni fervono i contatti informali tra rappresentanti delle imprese e il partito di Marine Le Pen.
L’IMBARAZZO DELL’ESTABLISHMENT
L’establishment economico francese è in imbarazzo e si trova di fronte ad una situazione nuova, con il serio rischio che il tradizionale appeasement con Bruxelles sulla questione dei conti pubblici sia giunto alla fine. Ascoltare gli allarmi sul fantasma dello spread è un’esperienza nuova, per Parigi. La sensazione generale è di una perdita della presa su Bruxelles e sui mercati.
LA FRANCIA A UN BIVIO
Il bivio francese è la scelta tra un assoggettamento alla disciplina fiscale del patto di stabilità, che rischia di innescare una protesta sociale senza precedenti e che può esistere solo con un forte impegno delle classi dirigenti, o l’uscita dalla logica dell’austerità, che dovrebbe però trascinare con sé l’intera Europa. In entrambi i casi, per la Francia si delinea il ruolo di decisore dei destini dell’Unione europea, sia pure non nei termini cui è stata sin qui abituata.