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Pensioni

Pensioni Inps, ecco i numeri che sbugiardano gli slogan

L'analisi di Giuliano Cazzolla sui dati del Monitoraggio Inps sulle pensioni

Anche se ormai quanto viene percepito sembra fare aggio su ciò che è reale (e le opinioni svolazzano per aria senza confrontarsi con i dati) può essere utile qualche riflessione indotta dalle statistiche riguardanti le pensioni, allo scopo di segnalare non solo i luoghi comuni che inquinano il dibattito, ma anche di poter valutare – ognuno per suo conto nella solitudine della sua onestà intellettuale – le conseguenze che potrebbero derivare (ammesso e non concesso che siano rese note) dalle misure che il governo intende assumere a modifica della disciplina vigente.

CHE COSA MOSTRANO I DATI AGGIORNATI INPS SULLE PENSIONI

Mi avvalgo del Monitoraggio dei flussi di pensionamento sulle pensioni decorrenti nel 2017 e nei primi trimestri del 2018, a cura del Coordinamento attuariale dell’Inps, un documento di 96 pagine, con tante tabelle, che danno conto dell’andamento – con rilevazione al 2 ottobre scorso – di un periodo sufficientemente lungo e significativo per quanto riguarda gli effetti della riforma Fornero, sia pure a diversi anni di distanza.

La tabella sottostante fornisce una rappresentazione compiuta dei flussi del 2017 e del 2018.

COMPLESSO GESTIONI (dipendenti e autonomi dei settori privati)
(numeri in unità – importi medi mensili alla decorrenza in unità di euro)
ANNO 2017 GENNAIO-SETTEMBRE 2018
FPLD nel complesso numero importo medio numero importo medio
Vecchiaia * 57.030 1.051 28.842 1.193
Anzianità/Anticipate 96.083 2.250 66.137 2.275
Invalidità 34.294 777 20.906 790
Superstiti 124.903 738 81.723 773
Totale 312.310 1.265 197.608 1.339
CDCM
Vecchiaia 4.695 578 2.874 611
Anzianità/Anticipate 10.706 1.085 5.209 1.264
Invalidità 1.681 592 993 593
Superstiti 18.963 452 12.676 463
Totale 36.045 663 21.752 680
Artigiani
Vecchiaia 16.101 837 10.867 917
Anzianità/Anticipate 28.557 1.553 18.522 1.589
Invalidità 6.552 741 4.082 753
Superstiti 26.183 582 17.916 599
Totale 77.393 1.007 51.387 1.035
Commercianti
Vecchiaia 17.300 921 11.559 1.010
Anzianità/Anticipate 18.935 1.619 12.109 1.711
Invalidità 5.982 685 3.516 682
Superstiti 19.427 545 13.553 566
Totale 61.644 994 40.737 1.042
Parasubordinati
Vecchiaia 30.742 250 20.715 289
Invalidità 459 434 268 397
Superstiti 5.632 102 3.986 98
Totale 36.833 230 24.969 259
Assegni Sociali 78.882 399 13.168 408
Complesso gestioni
Vecchiaia 204.750 641 88.025 786
Anzianità/Anticipate 154.281 1.963 101.977 2.032
Invalidità 48.968 751 29.765 762
Superstiti 195.108 652 129.854 676
Totale 603.107 991 349.621 1.107
*Compresi i prepensionamenti
di cui: Totale gestioni dei lavoratori autonomi (CDCM, Artigiani, Commercianti e Parasubordinati)
DECORRENZA
ANNO 2017 GENNAIO-SETTEMBRE 2018
categoria Numero Importo medio Numero Importo medio
Vecchiaia 68.838 578 46.015 639
Anz.tà/ Anticipate 58.198 1.488 35.840 1.583
Invalidità 14.674 691 8.859 696
Superstiti 70.205 498 48.131 512
Totale 211.915 810 138.845 842

Come si può vedere, con la sola eccezione della gestione speciale Inps (a cui sono iscritti i lavoratori c.d. parasubordinati, ma i trattamenti erogati sono in prevalenza seconde pensioni) la maggioranza degli italiani (il maschile come vedremo non è scelto a caso) è in condizione di avvalersi del pensionamento anticipato (l’istituto che dovrebbe essere ulteriormente favorito dalle misure preconizzate dal governo, con le c.d. quote).

COME VIENE SMENTITA LA CAMPAGNA PROPAGANDISTICA SULLE PENSIONI

Ciò significa – anche di questa osservazione troveremo conferma nelle statistiche dell’Inps – che è destituita di fondamento la campagna propagandistica secondo la quale i nostri concittadini anziani sarebbero costretti a lavorare fino a 67 anni e oltre. Anche in questo caso, il maschile è appropriato perché sono in grande maggioranza le lavoratrici – che hanno alle spalle storie di lavoro spesso interrotto e discontinuo – ad avvalersi del trattamento di vecchiaia, per conseguire il quale sono sufficienti, una volta maturato il requisito anagrafico, 20 anni di contribuzione.

LE NOVITA’ SALIENTI DEL MONITORAGGIO DEI FLUSSI INPS

È interessante notare quanto avviene nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld), l’architrave del sistema obbligatorio: nel 2017 a fronte di 57mila pensioni di vecchiaia ve ne sono state 96mila anticipate, mentre nel periodo gennaio-settembre dell’anno in corso le seconde (66mila) sono già più del doppio delle prime (28mila). In sostanza, nei flussi del 2018, riguardanti il Fpld, su 100 pensioni di vecchiaia, ce ne sono state 229 anticipate.

L’IMPORTO MEDIO DELLE PENSIONI DI ANZIANITA’

In generale – per motivi facilmente comprensibili derivanti da un’anzianità contributiva più lunga – l’importo medio alla decorrenza dei trattamenti di anzianità (2,2mila contro 1,1mila euro mensili lordi) è circa il doppio di quello delle prestazioni a titolo di vecchiaia. Quest’ultimo dato riguarda i lavoratori dipendenti privati. Se prendiamo in considerazione il complesso delle gestioni salta subito all’occhio il valore medio delle prestazioni di vecchiaia (erogate in prevalenza ad ex lavoratrici) pari a 786 euro medi mensili lordi (un importo di poco superiore a quello della pensione di cittadinanza, conseguito però con almeno 20 anni di lavoro).

ECCO I NUMERI AGGIORNATI SU PENSIONI VECCHIAIA E ANZIANITA’

Nei primi nove mesi del 2018 (a conferma di una tendenza di carattere strutturale), nel Fpld, i lavoratori hanno percepito 46,5mila pensioni di anzianità e 6,5mila di vecchiaia; sul versante delle lavoratrici i ”numeri” si invertono: 22,3mila di vecchiaia e 19,5mila anticipate. La parte del leone – anche qui per ovvi motivi – la fanno le regioni del Nord con 45,5mila assegni di anzianità su 66mila. Arriviamo – venenum in cauda – all’età effettiva media alla decorrenza della pensione (sempre nel 2018 e nel Fpld).

Età effettiva alla decorrenza delle pensioni nel gennaio-settembre 2018

vecchiaiaanzianità invaliditàsuperstititotale

Maschi 66,5 61,0 54,1 77,0 63,7
Femmine 65,9 60,1 52,3 74,7 69,6
Totale 66,3 60,7 53,4 75,1 66,7

Non ci vuole molto a capire che la narrazione del sistema pensionistico, fatta all’opinione pubblica, meriterebbe qualche messa a punto. Anziché procedere a una destabilizzazione per partito preso. Per dirla con il principe Amleto: ”Ci sono più cose, Orazio, tra il cielo e la terra che in tutta la tua filosofia”.

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