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Paniere

Come (e perché?) è cambiato il paniere Istat

Il post di Stefano Biasoli sul nuovo paniere Istat

I giornali di questi giorni sono pieni di notizie relative al coronavirus e a tutte le baruffe all’interno del governo 5S-PD, mentre altre notizie molto più importanti per il cittadino comune e soprattutto per il povero pensionato, latitano o vengono messe nelle ultime pagine.

Una di queste, guarda caso, riguarda il paniere Istat. Paniere che è stato rivisto.

Nel paniere 2020 entrano il sushi take-away, i pasti a domicilio, le auto elettriche e ibride, il monopattino, l’estetista per uomo, lo smalto semipermanente, le camice portate in lavanderia ed altre amenità del genere mentre acquistano un peso sempre minore voci di spesa quotidiane che sono invece importantissime per il povero cittadino italiano, attivo o pensionato che sia.

Nella revisione annuale vengono svilite voci pesanti nel singolo bilancio familiare: acqua -21%, rifiuti -16,4%, energia elettrica -10,3%, gas -21%.

La revisione di quest’anno ha scatenato pertanto un putiferio perché sono entrati nel paniere prodotti a diffusione molto limitata. Un esempio su tutti: le automobili elettriche, che nel 2019 hanno rappresentato appena lo 0,5% delle immatricolazioni. Per non parlare poi dei monopattini elettrici e del sushi da asporto.

Ancora peggio è il peso dato alla consegna dei pasti a domicilio, evidentemente possibile solo nei centri urbani dove questo servizio esiste.

E c’è di più.

Al contrario di quanto accade di solito, l’Istat non ha fatto come al solito, ossia non ha inserito nuove voci togliendone altrettante dal vecchio paniere.

No, si è limitata ad aggiungere queste nuove voci a quelle storiche, alleggerendo quindi il peso delle voci storiche, ossia dando minor importanza alle voci che realmente pesano nel bilancio delle famiglie italiane. Alcuni esempi per tutti:

  • è scesa l’incidenza dei prodotti alimentari, che da soli rappresentano la voce più pesante di costo, assieme a quella dei trasporti.
  • è stato alleggerito il peso della voce abitazione-acqua elettricità-combustibili, all’interno della quale rientrano (ad esempio) gli affitti, le rate di mutuo, le spese per il riscaldamento, e le bollette di acqua, luce, gas, spazzatura.
  • Quindi l’Istat ha deciso di ridurre il peso di spese fondamentali per i cittadini, spese che sono cresciute (e non di poco) nel corso degli ultimi 10 anni.
  • il dettaglio di tutto questo è contenuto in una tabella pubblicata su Libero del 5 febbraio a pagina 19, tabella che si indica in fondo.

C’è stata la protesta dell’Unione Nazionale Consumatori che ha espresso preoccupazione per il calo record dei pesi attribuiti alle spese di quotidiane utilità e che considera ingiustificabile questa scelta dell’Istat.

Altrettanto ovvia la protesta di Noi pensionati della Feder.S.P.eV., del Forum Pensionati d’Italia e dell’Aps-Leonida.

Un’ultima annotazione: dal 1928 la composizione del pannello Istat è stata rivista almeno 20 volte.

Di queste, quella di quest’anno è stata certamente la più significativa.

Senza dimenticare che anche quella del 2019 non è stata da meno, visto che sono stati introdotti nel pannello voci quali: zenzero, frutti di bosco, Web-TV e bici elettrica!

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