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Unicredit Orcel

Orcel (Unicredit): Mps? Operazione non prioritaria il 14 luglio (prioritaria il 29 luglio)

Le piroette mediatiche di Orcel (Unicredit) per celare il sì allo spezzatino (senza Npl e cause legale) di Mps

Smentire per celare. Smentire per sviare. Smentire per depistare.

E’ stato quasi sempre così, anche nel mondo della finanza.

Ed è stato proprio così nel caso Mps.

Da settimane, anzi da mesi, specie da quando alla presidenza di Unicredit è stato issato l’ex ministro dell’Economia, l’economista Piercarlo Padoan, ossia l’esponente del Pd che da Via Venti Settembre, sede del dicastero dell’Economia, ha pilotato la macchina che ha condotto il Monte dei Paschi di Siena al Tesoro per salvare il Monte, le cronache raccontavano del forcing proprio del Tesoro – prima retto da Roberto Gualtieri nel governo Conte 2 e ora da Daniele Franco con l’esecutivo Draghi – verso Unicredit per far digerire in qualche modo – anche con un bell’aiutino fiscale – Mps.

Ma giorni fa – era il 14 luglio – il numero uno del gruppo bancario, Andrea Orcel, che ha sostituito Jean Pierre Mustier, aveva detto no e poi no al Monte.

“Le operazioni straordinarie non sono prioritarie, per il momento quello che si legge e il mercato fantastica non corrisponde alla realtà. Se non mi sto muovendo, ci saranno buone motivazioni, anche perché non si sono verificate le condizioni. Ci dobbiamo concentrare su come riportare UniCredit al ruolo che gli compete, dando autonomia e potere decisionale alla periferia che finora ha sempre eseguito le istruzioni partite dal centro”. Così Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, stando a quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, metteva a tacere la carrellata di indiscrezioni sulle nozze tra UniCredit e Mps.

Il titolo dell’articolo del quotidiano romano è più che indicativo: “UniCredit, Orcel frena: nessuna fusione, prioritaria è l’Italia”. Il Messaggero ricordava che “le condizioni di Orcel su Siena sono la neutralità di impatto sul capitale di Gae Aulenti, la pulizia dei bilanci, compresi gli Npl presenti e futuri, la neutralizzazione dei 10 miliardi di contenziosi, a partire dai 3,4 miliardi della causa intentata dalla fondazione senese.

Oggi, per giustificare l’accordo con il Tesoro su Mps, Orcel dice: “Il dovere del management di una banca è sempre quello di ‘analizzare ogni opzione disponibile e tenerla d’occhio” ma “in questo momento riteniamo fortemente che, per tempismo e la capacita’ di selezionare il perimetro, quella di Mps sia l’opzione migliore e l’unica opzione sul tavolo”.

Evidentemente in pochi giorni quelle operazioni straordinarie – ossia l’acquisizione di Mps, seppure solo gli spezzatini buoni del Monte – che erano considerate “non prioritarie” sono diventate prioritarie.

La forza della cose. O della politica.

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